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MAGGIO 2023
TEATRO LIRICO - GIORGIO GABER "Musical Square' con Chapliniana" (27 maggio)
Il linguaggio del cinema che si fonde con quello
della musica in una sorprendente narrazione.
Dopo l’ampio successo delle date di Monza e
Sondrio, sabato 27 maggio al
Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano per il
Festival Musical Square (ideato
e diretto dal musicista Giuliano De
Angelis, violoncellista e solista
internazionale) va in scena con i filmati del
Fondo Chaplin restaurati dalla Cineteca di
Bologna, il cine-concerto intitolato Chapliniana,
volto ad avvicinare il pubblico adulto e quello
più giovane al mondo del cinema con la
riscoperta di pellicole storiche dalla forte
valenza sociale.
In Chapliniana i più divertenti cortometraggi di
e con Charlie Chaplin e Mabel Normand sono
riproposti con le musiche originali di
Rossella Spinosa, tra le più affermate
compositrici per il cinema muto a livello
internazionale, con all’attivo commissioni da
importanti orchestre e la scrittura delle
musiche per oltre un centinaio di pellicole
storiche che hanno riscosso grandi apprezzamenti
dal pubblico e dalla critica di settore. Le
musiche di Rossella Spinosa sono eseguite dal
vivo dall’Orchestra di Bellagio
e del Lago di Como, con Rossella Spinosa al
pianoforte e Alessandro Calcagnile
alla direzione. TEATRO MANZONI: "L'Erba del vicino è sempre più verde"
Attori: Mario
Martusciello - Carlo Buccirosso Date: dal 2 al 14 maggio 2023 Mario Martusciello,
funzionario benestante di banca, da tempo in
aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua
moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un
moderno monolocale, vivendo un momento di
profonda depressione, insoddisfatto del proprio
tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle
proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di
meno di sua sorella, rea di preoccuparsi
eccessivamente del suo inaspettato isolamento.
In continua spasmodica ricerca di libertà, di
cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di
un’apertura mentale che gli è sempre stata
ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla
mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il
mondo e le persone che lo circondano alla stessa
stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi
con le attrazioni più insidiose di un immenso
parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità
di poter accedere… Ed è così che pervaso
dall’adrenalina della novità, dall’eccitazione
del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si
ritroverà presto soggiogato dalla sindrome allora che quel senso
di attrazione verso chi è diverso da te, che
riesce in tutto più di te, e che sa essere
quello che giocoforza non sei mai stato tu,
potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile
follia omicida, e a quel punto... sotto a chi
tocca! In un simile
spiazzante panorama, chiunque avesse la
malaugurata idea di suonare alla porta di casa
Martusciello per qualsivoglia motivo, come per
la consegna della ordinazione del giapponese o
di un pacco postale, o peggio ancora per uno
sventurato errore domiciliare, si troverebbe
invischiato in una situazione non facilmente
gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di
uscire dall’appartamento in tempi brevi, e
possibilmente nelle migliori condizioni di
salute!... In definitiva, “l’erba del vicino”
sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò
che conta è che non si macchi di rosso “sangue”…
E se invece fosse proprio il vicino di casa in
carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla
porta dell’appartamento di Mario, magari solo
per chiedere la cortesia di qualche foglia di
prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della
nostra vicenda?...
TEATRO SAN BABILA: "L'AVARO" Autore: Molière Attori: Andrea Buscemi – Eva Robin.s Livia Castellana, -
Francesco Tammacco Pantzleo Annese-
Martina Benedetti Musiche
originali Niccolò Buscemi
Ruolo da sempre ambìto dagli attori di ogni
latitudine, il vecchio Arpagone è uno dei
personaggi più famosi del teatro di tutti i
tempi. Per disegnare un personaggio divenuto di
fatto leggendario, Molière non ha fatto altro
che prendere il tema già trattato da Plauto
nell'Aulularia, che è il racconto di un vizio,
sviluppandolo attraverso il suo vertiginoso
talento drammaturgico. L'avaro è un maniacale
risparmiatore, patologicamente attaccato al
possesso fisico, quasi carnale, dell'oro, e si
priva di tutto pur di accumulare danaro, per cui
non si fa scrupoli a praticare anche l'usura. Costringe a vita grama
sé stesso e la sua famiglia e chi vi ruota
attorno, lesinando su tutto e concentrando la
propria attenzione e il proprio sentimento solo
sui denari nascosti in giardino. Nonostante la
sua maniacale taccagneria, i buchi indecorosi
nelle livree dei servi, i cavalli che rischiano
di morire di fame, nonché l'età avanzata, ha
pure velleità matrimoniali e mette gli occhi su
una giovane vicina di casa, già amata dal figlio.
La circostanza sarà il pretesto per Molière per
narrare una storia divertente e profondamente
significativa, nella quale costringerà il
vecchio taccagno a sacrificare l'intera sua
tranquillità al fallace mito della ricchezza.
MARZO 2023 TEATRO CARCANO: "Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene"
prodotto da International Music and Arts. Sul palcoscenico lo straordinario Tullio Solenghi, che ci diletta con la lettura di alcuni tra i brani più significativi e spassosi tratti dai libri di Woody Allen, coniugandoli con le musiche che hanno caratterizzato i suoi film più significativi, eseguite dal maestro Alessandro Nidi e dal suo Ensemble. Si passerà così dai “Racconti Hassidici” alla parodia delle Sacre Scritture tratti da “Saperla Lunga” allo spassoso “Bestiario” tratto da “Citarsi Addosso”, intervallati da brani di George Gershwin, Tommy Dorsey, Dave Brubeck, con uno speciale omaggio al mentore di Woody, il sommo “Groucho Marx”, evocato dalla musica Klezmer. Una serata in cui, in rapida carrellata, si alterneranno suoni e voci, musica e racconto in un’alternanza di primi piani a comporre un “montaggio” divertente e ipnotico.
Teatro Franco Parenti: “Coppie e doppi” “Coppie e doppi” è il lavoro che la bravissima Anna Galiena porta in scena al Teatro Franco Parenti dal 26 marzo al 6 aprile; il testo è frutto delle sue traduzioni e adattamenti di dialoghi scelti da ben sei opere di Shakespeare, ossia Riccardo III, Romeo e Giulietta, Macbeth, Amleto, ![]() Sogno di una notte di mezza
estate, Otello. L’attrice si sdoppia più volte
interpretando dunque una dozzina di personaggi e
dando vita a scene che hanno come filo
conduttore i sentimenti e le emozioni, il male e
l’oscuro dell’uomo, l’intreccio tra amore e
morte, tra potere e possesso, tra saggezza e
follia. Gli spettatori assistono non solo a
sdoppiamenti dialogici,
Milano, 31 marzo 2023 Anna Busca
TEATRO MANZONI: "LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA di TENNESSEE WILLIAMS Regia, scene e costumi con ELENA SOFIA RICCI, Gabriele Anagni La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA, è stato di grande stimolo e dopo un'attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista. Come d'abitudine il mio progetto comprende l'ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell'abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina. Appunti di Pier Luigi Pizzi
Teatro Menotti: "ANFITRIONE "
Con Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore Dall’antica Tebe a un Sud bollente e schizofrenico, per raccontare un tema contemporaneo nel 206 a.C come ai giorni nostri: il rapporto tra identità e ruolo sociale. È il fil rouge da cui muovevano le vicende di un doppio mondo - umano e divino - nell’Amphitruo di Plauto; in scena al Teatro Menotti il 21 e 22 marzo. Nella pièce, Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme, decide per la prima volta di camuffarsi da uomo, assume le sembianze di Anfitrione e lo allontana da casa per giacere con sua moglie Alcmena, e generare con lei Ercole, il semidio… Da questo preambolo si generano le domande che, come 2000 anni fa nell’opera del commediografo latino, emergono in scena: chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono! E così, con un gioco vorticoso di scambi, di scherzi, di falsi e di malintesi, emerge il duello tra identità e ruolo sociale, nel caos di una coralità multiforme composta dai sei attori in scena - Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola e Giovanni Serratore - che si muovono sul palco guidati dalle musiche del maestro Michele Jamil Marzella e dalle coreografie di Elisabetta Di Terlizzi. Non a caso fu proprio Plauto a inventare il termine ‘sosia’, non nell’accezione moderna di persone con grande somiglianza fisica, ma in quella di appropriazione dell’identità grazie alla persuasione e all’inganno. Lo spazio scenico e le luci sono curati da Vincent Longuemare.
Chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono! Queste sono alcune delle domande che tormentano sia i protagonisti dell’Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, che molti di noi oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In essa il sommo Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme animali, vegetali, naturali, decide, per la prima volta, di camuffarsi da uomo. Assume le sembianze di Anfitrione, lontano da casa, per potersi accoppiare con sua moglie, la bella Alcmena, e generare con lei il semidio Ercole. Giove- Anfitrione durante la notte d’amore, lunga come tre notti, racconta ad Alcmena, come se li avesse vissuti personalmente, episodi del viaggio di Anfitrione. Durante il racconto il dio provò, per la prima volta, un’ilarità che poi si premurò di lasciare in dono agli uomini. “Abbandonato il regno delle metamorfosi, si entrava in quello della contraffazione” Incipit Comoedia (R. Calasso). “Aprite gli occhi spettatori, ne vale la pena: Giove e Mercurio fanno la commedia, qui” (Plauto). Da quel momento nelle rappresentazioni teatrali il comico e il tremendo avrebbero convissuto e avrebbero specchiato le nostre vite mortali e imperfette. Dopo Plauto in tanti hanno riscritto l’Anfitrione e ciascuno l’ha fatto cercando di ascoltare gli stimoli e le inquietudini del proprio tempo. Ho provato a farlo anch’io. Teresa Ludovico TEATRO REPOWER: "Compagnia della Rancia nuove audizioni per GREASE" Compagnia della Rancia annuncia audizioni per ruoli e ensemble per il musical GREASE per la stagione 2023/2024. Le selezioni si terranno al Teatro Repower di Milano i prossimi 17 e 18 aprile; tutte le informazioni e il form per le iscrizioni sono disponibili on line all’indirizzo www.compagniadellarancia.it/audizioni GREASE, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey con la regia di Saverio Marconi è un classico con lo stile di oggi che continua a unire le generazioni in una festa a teatro; dal febbraio 2022, il musical – che dopo Milano (fino al 19 marzo al Teatro Repower) continuerà il fortunato tour fino al 2 aprile tornando in scena a grande richiesta anche a Firenze (Teatro Verdi) e Genova (Politeama Genovese) e ripartirà nuovamente a inizio 2024 - ha collezionato più di 80 repliche tutte sold out per più di 100.000 spettatori, raggiungendo quota 2.000.000 complessivi dal debutto nel 1997.
TEATRO REPOWER: "GREASE" ![]() ![]() ![]() dal 2 al 19 marzo DI JIM JACOBS E WARREN CASEY REGIA SAVERIO MARCONI La GREASEMANIA è inarrestabile! Il Teatro Repower, anche nella stagione 2022/2023 ospita GREASE, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto in Italia da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi. Un classico con lo stile di oggi, che unisce le generazioni, e che rappresenta un appuntamento fisso a grande richiesta nei cartelloni del Teatro Repower, dove ha collezionato, dall’inaugurazione nel 2003, 320.000 spettatori, risultando lo spettacolo più applaudito. La Greasemania è inarrestabile e torna a Milano dopo sold-out in quasi tutte le regioni italiane, in un tour senza soluzione di continuità da febbraio 2022, e 80.000 spettatori che hanno condiviso il loro entusiasmo sui canali social della Compagnia della Rancia commentando “Coinvolgenti, emozionanti, travolgenti!”, “Anni fa sono venuta con le amiche e ieri sera ho portato tutta la famiglia”, “Strepitosi! Grazie per le emozioni e la carica meravigliosa che mi avete dato!”, “Un pomeriggio indimenticabile per tutta la famiglia!”. GREASE Il Musical è una magia coloratissima e luminosa, una festa da condividere con amici e famiglie senza riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare sulle note della famosissima colonna sonora: un fenomeno “pop” che conquista tutti grazie a un gruppo di giovani performer pieni di talento ed energia. Protagonisti Simone Sassudelli nel ruolo di Danny Zuko e Francesca Ciavaglia in quello di Sandy, reso indimenticabile da Olivia Newton-John, recentemente scomparsa; insieme a loro l’esplosivo Kenickie (Giorgio Camandona), la ribelle e spigolosa Rizzo (Gea Andreotti), Miss Lynch (Elena Nieri), i T-Birds, le Pink Ladies, gli studenti dell’high school più celebre e un particolarissimo angelo rock. GREASE Il Musical è una macchina da applausi che, dal 1997, ha cambiato il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro; un inno all'amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell'adolescenza, oltre che a un'epoca - gli anni '50 – che oggi come allora rappresentano il simbolo di un mondo spensierato e di una fiducia incrollabile nel futuro. Si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di GREASE per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquanta, i ricordi legati al film campione di incassi del 1978 con John Travolta e Olivia Newton-John e alle indimenticabili canzoni, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota.
Teatro Lirico Giorgio Gaber "Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere"
con Debora Villa
da venerdì 3 a domenica 5 marzo 2023 "Tanto tempo fa, i Marziani e le Venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi." John Grey - Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere Debora Villa torna in teatro a grande richiesta per affrontare in modo ironico e divertente le domande che da sempre attanagliano l’uomo e la donna. Uno spettacolo alla ricerca del dialogo tra due pianeti opposti perché: Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere. Sin dalla notte dei tempi psicologi, scrittori e avventurieri hanno provato a scardinare i meccanismi relazionali uomo/donna: la letteratura pullula di trattati e libri che provano a spiegare uno dei dogmi per eccellenza: uomo e donna sono diversi. Ma va? Risponde Debora Villa… Non solo, ma uomo e donna vengono da due mondi diversi: Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere. in libreria dando vita ad un best seller di fama mondiale capace di raggiungere, ad oggi, cinquanta milioni di copie vendute. Il libro si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare. I comportamenti di uomini e donne assumono quindi spesso significati diametralmente opposti. Per esempio, tanto l'uomo in determinati momenti della sua giornata ha bisogno di "ritirarsi nella sua caverna", in solitudine, quanto la donna, alle prese con le stesse problematiche del partner, sente di dover condividere i propri sentimenti con gli altri. Spesso utilizzato in ambito teatrale, Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, arriva per la prima volta in assoluto in una versione tutta al femminile: con sottile ironia Debora Villa prenderà per mano lo spettatore conducendolo ancora una volta nei meandri di dietrologie e psicologie femminili e maschili. Il risultato? 90 minuti di travolgente, irriverente e raffinata comicità che porterà il pubblico ad affrontare un’esilarante terapia di gruppo. “Uomini e donne impareranno a conoscersi di nuovo "perché – come sostiene Gray- quando si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano, e se ci aggiungi una bella risata la terapia è completa. Perché "ridere fa bene: al cuore, all'anima ma soprattutto all'amore". Debora Villa
Teatro Menotti: “Maria Maddalena” con Lina Sastri ![]() dal 28 febbraio al 5 marzo Produzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale Da Fuochi Di Marguerite Yourcenar Lina Sastri sarà in scena al Teatro Menotti con il suo “Maria Maddalena”, dal 28 febbraio al 5 marzo. Lo spettacolo è tratto da Fuochi di Marguerite Yourcenar, la regia è firmata dalla stessa Lina Sastri. Il racconto è appassionato e spietato, come la scrittura magnifica di Marguerite Yourcenar. È un canto poetico in cui prende forma una storia d’amore dolorosa e appassionata. La storia di una mancanza che segna la vita di Maria Maddalena e la condanna a un destino di solitudine e infelicità, perché segnata da un’eterna ferita d’amore: così la Yourcenar racconta la storia di questa donna che passa dall’amore innocente per Giovanni a quello appassionato per Gesù fino alla dedizione più assoluta.
TEATRO LIRICO - Giorgio Gaber " La Madre di Eva " Dal 28 febbraio al 2 marzo il Teatro Lirico ‘Giorgio Gaber’ di Milano ospita '𝗟𝗮 𝗠𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗘𝘃𝗮', spettacolo 'di' e 'con' Stefania Rocca liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018. Una proposta co-prodotta dalla multinazionale dello spettacolo live ‘Stage Entertainment’, da ‘Ora one production’ e ‘Enfiteatro’, che ripercorre la storia di un ragazzo nato in un corpo f TEATRO FILODRAMMATICI : " Ritratto di Dora M."
con Ginestra Paladino Regia: Francesco Frongia Una produzione Teatro Filodrammatici di Milano / Fondazione Teatro Due di Parma.
La pièce ruota attorno alla figura di Dora Maar, musa di Picasso, che ha attraversato tutto il ‘900 (era nata a Parigi nel 1907 e a Parigi morirà 90 anni dopo nel 1997) e che, nella prima metà della sua vita, è stata sempre vicina al cuore della Parigi artistica e culturale dell’epoca, in quel momento magico e irripetibile in cui la città era il centro del mondo. La sua carriera fotografica fu breve, ma intensa: si colloca fra il 1931 e il 1937, anno in cui, spinta da Picasso, abbandonò la fotografia per la pittura, dopo aver testimoniato con una serie di storici scatti la creazione di Guernica. Questo passaggio dalla fotografia, un’arte che Dora padroneggiava con maestria, alla pittura, in cui non arriverà mai a superare una faticosa mediocrità, è uno dei momenti che delineano un percorso esistenziale segnato da brusche cesure e dolorosi cambi di rotta. Al momento dell’incontro con Pablo, Dora è una donna realizzata, dalla bellezza fiammeggiante. Picasso la vede per la prima volta in un ristorante mentre gioca con un affilato coltello e conserverà per tutta la vita il suo guanto di pizzo nero sporco di sangue, reliquia del loro colpo di fulmine. Dora era stata l’amante di Bataille, amica di Eluard, di Prévert, di Bunuel. Le sue foto testimoniavano la Parigi proletaria dell’epoca, erano foto poetiche e politiche nello stesso tempo che ritraevano gli abitanti della cosidetta “Zone”, una sorta di bidonville ai confini della città, o, a Barcellona, il popolo della Boqueria, il suo impegno politico coincideva con la sua appartenenza al gruppo dei surrealisti, di cui era un’esponente non secondaria. Cinque anni dopo, alla fine della sua relazione con Picasso, che la lascia per la più giovane Francoise Gilot, Dora è una donna spezzata, che si aggira nuda nell’androne di casa sua, in preda a una crisi psicotica. Fu soccorsa, curata e accudita da Jacques Lacan e da sua moglie Sylvia Bataille e trovò due strade per superare l’abbandono: la pittura e la religione. Dopo un breve periodo “mondano” in compagnia di Marie Laure de Noailles, in cui frequentò Cocteau, Balthus, Lucien Freud, Alice Toklas, Dora Maar poco a poco si chiuse in un’esistenza fatta di meditazione, di preghiera e di solitudine, una clausura misteriosa che durò quasi cinquant’anni e in cui nessuno fu mai ammesso. Sono queste tre immagini di donna così lontane fra loro che affascinano, incuriosiscono e appassionano. Dora Maar raggiante musa dei surrealisti, la donna che gioca coi coltelli, Dora Maar, la donna che piange nei ritratti di Picasso, annientata da un amore assoluto, Dora Maar la reclusa, la mistica piegata nel corpo dall’artrosi, ma sempre più raffinata nello spirito. Ginestra Paladino ha lanciato una provocazione che Fabrizio Sinisi ha raccolto per costruire questo trittico: tre facce, tre maschere, tre stazioni di un percorso esistenziale unico, lontani da qualsiasi tentazione di biopic, più vicini all’idea di una sorta di melologo in cui la musica di Carlo Boccadoro – un musicista che ha l’esperienza teatrale e la versatilità per “dipingere” questi ritratti musicali – accompagna la voce di Dora, immersa nel flusso di immagini che creeremo per lei, attraverso le tre tappe della sua lunga vita.
TEATRO MANZONI: " AMANTI "
È settembre. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato un fazzoletto su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano la stessa analista, la dottoressa Gilda Cioffi, psicoterapeuta specializzata in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con la dottoressa ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno dei due ha con la dottoressa Cioffi, la quale ovviamente ignora che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano alla dottoressa, dalla quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Laura e Roberto. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando qualcosa stravolge tutti gli equilibri.
TEATRO SAN BABILA: "
ORGASMO E PREGIUDIZIO
Regia: Pino Ammendola e Nicola Pistoia Date: dal 17 al 19 febbraio In scena al Teatro San Babila Orgasmo e pregiudizio la commedia che ha debuttato per la prima volta nel 1999 e da allora ha collezionato più di 1500 repliche solo in Italia e il suo successo sembra inarrestabile. Rappresentato ininterrottamente da 15 anni anche a Praga, poi a Londra, Bruxelles, Buenos Aires ha divertito trasversalmente tutte le generazioni, migliaia di spettatori senza limiti di età e nonostante siano passati tutti questi anni, gli argomenti trattati sono invariati di forza e attualità. Tutti curiosi di spiare una coppia di amici costretta a condividere il letto di un Motel. Da quel letto non scenderanno mai, ma su quel letto affronteranno le loro più intime paure, le reciproche curiosità, le debolezze mai ammesse, finendo col confessarsi segreti e tabù mai rivelati prima. Un confronto aperto tra l’universo femminile e quello maschile che, senza volgarità, permette allo spettatore di fugare finalmente i propri dubbi sull’altro sesso e dare una risposta alle domande che non ha mai avuto il coraggio di fare.
Teatro Repower: “Piccole donne” Per il secondo anno consecutivo in Italia la Compagnia dell'Alba porta in scena un nuovo Family Entertainment: “Piccole donne - il Musical di Broadway", avvalendosi della co-produzione del TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo. Il musical sarà in scena al Teatro Repower dal 24 al 26 febbraio. “Piccole donne - il Musical di Broadway" è un adattamento del celebre romanzo di Luisa May Alcott che fin dalla sua pubblicazione nel 1868 è stato uno straordinario successo. Considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura Lo spettacolo, con protagonista Sutton Foster, ha debuttato al Virginia Theatre di Broadway il 23 gennaio 2005, a seguito di ben 55 anteprime, collezionando diverse nomination ai Tony Award, al Drama Desk Award e all’Outer Critics Circle Award dello stesso anno. Successivamente è stato presentato in tour in 30 città negli Stati Uniti, toccando anche San Diego e Washington DC, mentre altre produzioni hanno preso vita in Australia, Austria, Germania e Gran Bretagna. Il libretto del musical è di Allan Knee, le musiche di Jason Howland, le liriche di Mindi Dickstein. La versione italiana è curata da Gianfranco Vergoni, le scene sono di Gabriele Moreschi, illuminate dal light designer Valerio Tiberi. La direzione musicale è di Gabriele de Guglielmo, mentre la regia e le coreografie sono di Fabrizio Angelini. Il musical, come il romanzo, racconta le storie delle quattro sorelle March (Meg, la saggia, Beth, il tesoro di casa, Amy, la perfetta piccola dama, e in particolare Josephine, detta Jo, maschiaccio di casa e aspirante scrittrice) che nella seconda metà dell’800 vivono insieme alla loro mamma a Concord, nel Massachusetts, mentre il loro babbo è lontano, cappellano dell'esercito dell'Unione durante la guerra civile americana. Le loro vite, questa volta in musica, si intrecciano con quelle di altri coloriti personaggi: il professor Bhaer, la zia March, il giovane Laurie con il signor Laurence, suo nonno, e il suo tutore, John Brooke. "Piccole donne" sarà proprio il titolo del romanzo che Jo scriverà sulla storia della sua famiglia e dei suoi amici e che verrà pubblicato da un grande editore. Un musical che, come consuetudine della Compagnia, sarà cantato interamente dal vivo. Questo il cast: Jo - Edilge Di Stefano, Fritz Bhaer - Fabrizio Angelini, John Brooke - Gabriele de Guglielmo, Meg - Alberta Cipriani, Beth - Giulia Rubino, Amy - Claudia Mancini, Mamy - Carolina Ciampoli, Zia March - Laura Del Ciotto; con Giancarlo Teodori - Mr Laurence e con Flavio Gismondi – Laurie.
Teatro Menotti: “Il Giardino dei Ciliegi”
Il Giardino dei Ciliegi è l’ultimo lavoro di un Cechov malato e vicino alla morte; eppure, mai così attaccato alla vita. Intesa come respiro, anima del mondo e speranza nel futuro. Nella sua ultima “commedia” - perché così egli la definì e la intese - egli esprime ancora più lucidamente la sua riflessione sulla goffa incapacità di vivere degli esseri umani. Il loro strabismo esistenziale sulla propria anima. Ljuba e suo fratello Gaev, un tempo lieti, da bambini, tornano nell’età matura nel luogo simbolo della loro felicità appassita, la stanza chiamata ancora “dei bambini” da cui si intravede il loro giardino dei ciliegi, un tempo motivo di vanto e orgoglio in tutto il distretto.
TEATRO MANZONI: " Il padre della sposa " dal 31 gennaio di Caroline Francke Regia Gianluca Guidi con Martina Difonte,
Marcella Lattuca Giovanni è un imprenditore e padre di famiglia, la cui bella e giovane figlia sta per convolare a nozze. La ragazza sta per sposare il rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio, con annessi caotici preparativi, avrà un effetto straniante sul povero padre. In cuor suo l’uomo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa impazzire. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio, nonché l’invasione casalinga di un eccentrico e costosissimo organizzatore di matrimoni, che sceglierà di organizzare il ricevimento proprio in casa. Tutto ciò porterà l’uomo ad assumere bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado, nonostante il sostegno della moglie Michelle. Il padre della sposa, di cui saranno strepitosi mattatori Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi, qui guidati da Gianluca Guidi, si presenta come una divertente comedy piena di gag e momenti coinvolgenti, animata da situazioni tenere e divertenti.
TEATRO CARCANO: "
Oylem Goylem " con/di
Moni Ovadia
dal 2 al 5 febbraio scritto diretto ![]()
Oylem Goylem è un vero e proprio fenomeno epocale che in qualche misura ha modificato il tessuto culturale del nostro Paese. Uno spettacolo di straordinaria tensione etica ed espressiva in cui l’eccellente affabulatore Moni Ovadia, con i bravi musicisti della sua Orchestra, sa unire esilarante comicità, pietà e protesta civile.
La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Oylem Goylem”. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.
Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare. Uno spettacolo che “sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il “suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora.. La Moni Ovadia Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. “Oylem Goylem” è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale. TEATRO MANZONI: "IL GIAGUARO MI GUARDA STORTO" (10 - 22 gennaio) Ritorno sui palchi dei teatri piena di desideri, racconti e interrogativi. Il primo desiderio è quello di ritrovarvi, Dai racconti d’infanzia alla difficile relazione che abbiamo con l’attesa, dalla perplessità nei confronti degli animali umani alla stima per le formiche, il filo conduttore sarà il desiderio, stupore vitale che accende sogni, infuoca cuori e libera movimento. I Legnanesi ad Assago
Inaugurato stasera ad Assago lo spettacolo dei Legnanesi :"Liberi di sognare" al teatro Repower. Un successo di pubblico con la bravura solita della compagnia dialettale di Legnano. Un ritorno molto atteso e applaudito. Milano 29 Dice.bre 2022 Achille Guzzardella |