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STAGIONE 2023/2024
TEATRO MANZONI: "LA
STRANA COPPIA"
Autore:
Neil Simon
Regia: Gianluca Guidi
Attori:
Gianluca Guidi , Giampiero Ingrassia e con
Giuseppe Cantore, Riccardo Graziosi, Rosario
Petix, Simone Repetto
Date: dal 21 al 3
dicembre 2023
La strana coppia è
un esempio di come Neil Simon – straordinario
dialoghista e uomo con un senso dell’umorismo
impareggiabile – riesca sempre a trovare quel
pizzico di simpatica follia nella vita di tutti
i giorni. Si alza il sipario su un appartamento
intriso di fumo, siamo a Manhattan negli anni
’60. L’appartamento, sporco e disordinato,
appartiene a Oscar, che dopo il divorzio l’ha
lasciato andare in rovina. Quando Oscar invita
il maniacale e ordinato amico Felix, appena
cacciato dalla moglie, a convivere con lui, la
casa diventa un campo di battaglia tra due
personalità diametralmente opposte. Il tutto ci
porterà a riflettere su quanto stretto contatto
personale possa sopportare un’amicizia. Il loro
incontro-scontro quotidiano garantirà sicuro
divertimento in questa nuova versione teatrale
proposta ed interpretata dalla collaudata e
vivace coppia Giampiero Ingrassia e Gianluca
Guidi, quest’ultimo in veste anche di regista.
TEATRO CARCANO:
"FERDINANDO"
Regia:
Arturo Cirillo
Attori: con Arturo Cirillo,
Sabrina Scuccimarra
Date: dal 16 al 19 novembre
2023
Arturo Cirillo riporta in scena FERDINANDO,
capolavoro della drammaturgia di Annibale
Ruccello (1956-1986). Con questo
allestimento, Arturo Cirillo, dopo le
fortunate prove dello stesso autore Le
cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio
Ubu), firma un altro classico e allo stesso
tempo contemporaneo capolavoro.
Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è
caduto e la baronessa borbonica Donna
Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata”
di disprezzo per il re sabaudo e per
l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente
unificazione. A fare da infermiera
all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda,
cugina povera e inacidita dal nubilato, ma
segreta amante di Don Catellino, prete di
famiglia corrotto e vizioso. I giorni
passano tutti uguali, tra pasticche, decotti,
rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante
equilibrio domestico è l’arrivo di un
sedicenne dalla bellezza efebica che,
rimasto orfano, viene mandato a vivere da
Donna Clotilde, di cui risulta essere un
lontano nipote. Sarà lui a gettare lo
scompiglio nella casa, riaccendendo passioni
sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi
è davvero Ferdinando?
Dalle note di regia di Arturo Cirillo
Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi
appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di
Annibale Ruccello. Logica perché riconosco
in Ruccello un mio autore, un autore sul
quale sono tornato più volte, e con
spettacoli per me importanti. Ma la scelta
mi appare anche inconsueta, poiché per me
Ferdinando è sempre stato legato allo
spettacolo che curò l'autore stesso (nonché
primo interprete del ruolo di Don Catellino),
che ha girato per molti anni tutta l'Italia
avvalendosi della grande interpretazione di
Isa Danieli.
Inoltre per me il testo è sempre apparso
molto diverso da tutti gli altri di Ruccello,
un testo più realistico, storico, un dramma
con una struttura classica. Il desiderio per
un inafferrabile adolescente, nato da un
inconsolabile bisogno d'amore, matura nella
mente di tre personaggi disperati (Donna
Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello),
prigionieri della propria solitudine,
esacerbati dall'abitudine. Allora tutto
l'aspetto storico mi è apparso una finzione,
un teatro della crudeltà mascherato da
dramma borghese, in cui anche la lingua, il
fantomatico napoletano in cui si sostanzia
Donna Clotilde, è esso stesso lingua di
scena, lingua di rappresentazione, non meno
del tanto "schifato" italiano.
Una scena composta da un unico grande drappo
che scende dall'alto e contiene il luogo
dell'azione, un luogo claustrofobico in cui
convivono tutti i personaggi, che vediamo
spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in
un film di Luis Bunuel). Personaggi
rinchiusi in abiti scuri, monacali e
preteschi, per devozione o lutto, ma forse
solo per difesa. Illuminati da luci
rivelatrici, come in un miracolo pagano,
dove l'intimità delle note di un pianoforte
convivono con quelle sontuose e barocche di
un organo.
Poi c'è Ferdinando,
ragazzino normale di un tempo presente,
portatore solo del proprio corpo giovane sul
quale gli altri tre personaggi, di questo
quartetto, disegnano le proprie visioni e i
propri desideri. Trascendendo dalla persona
in sé, come spesso avviene
nell'innamoramento, si ingannano e si
lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la
constatazione del proprio fallimento e della
propria folle e disperata solitudine, in un
luogo spettrale abitato dai morti e dai
ricordi.
Mi pare che con Ferdinando,
ancora una volta e ancora di più, Ruccello
faccia fuori i generi, sessuali e
spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo
e il sortilegio -.
TEATRO MENOTTI:
"IL COMPLEANNO"
Autore:
Harold Pinter
Regia: Peter Stein
Attori: Maddalena Crippa
Date: dal 9 al 19 novembre
Il Compleanno, una delle opere di maggior
successo del premio Nobel Harold
Pinter, nella versione firmata da Peter
Stein, tra i massimi registi della scena
contemporanea a livello mondiale, torna in scena
al Teatro Menotti dopo una trionfale tournee in
tutta Italia. La vicenda de Il Compleanno parte
da una situazione apparentemente innocua per poi
sfociare nell’inverosimile per via dei suoi
personaggi. Individui paurosi, isolati dal mondo
in uno spazio ristretto, infelici ma al sicuro
fin quando non arriva qualcosa o qualcuno a
scuotere il loro pertugio e a rappresentare una
minaccia. Un teatro che mette in scena individui
soffocati dalla repressione, spesso neanche
consapevoli della loro condizione, anzi convinti
di essere in effetti uomini totalmente liberi.
TEATRO MANZONI:
"TRAPPOLA per TOPI"
Autore:
Agatha Crhistie
Regia: Giorgio Gallione
Attori:
Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano
Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso
Cardarelli, Raffaella Anzalone
Date: dal 7 al 19 novembre
Il 25 novembre 1952, all’Ambassadors Theatre di
Londra andava in scena per la prima volta Trappola
per topi di
Agatha Christie. Da allora, per 70 anni
ininterrottamente, il sipario si è alzato su
questa commedia “gialla” senza tempo e di
straordinaria efficacia scenica. Trappola
per topi ha
un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di
suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi
che non sono mai solo silhouette o stereotipi di
genere, ma creature bizzarre ed ambigue al punto
giusto per stimolare e permettere una messa in
scena non polverosa o di cliché. Nonostante
l’ambientazione d’epoca e tipicamente british,
il racconto e la trama possono essere vissuti
come contemporanei. I personaggi di Trappola nascono
nella loro epoca, ma sono vivi e rappresentabili
oggi, perché i conflitti, le
ferite esistenziali, i segreti che ognuno di
loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo
contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia
inconsapevole. Lo si potrà dimostrare grazie
alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma
anche e soprattutto con il talento e l’adesione
di una compagnia di artisti, guidata da Lodo
Guenzi, che gioca seriamente con un’opera
precisa come una filigrana, che però lascia
spazio all’invenzione e alla sorpresa.
TEATRO CARCANO:
"MARIA STUARDA"
Regia:Davide
Livermore
Attori:Laura Marinoni,
Elisabetta Pozzi:
Date: dal 8 al 12 novembre
2023
Stuarda, capolavoro di Friedrich Schiller del
1800, racconta il confronto serrato e tragico
tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e
la protestante Elisabetta I. In gioco c’è la
corona d’Inghilterra e lo scontro sarà
implacabile: politica, religione, potere,
intrighi e passioni si mescolano in questo
violento affresco storico, che Davide Livermore
ambienta in una scena astratta, dominata da una
grande scalinata: sarà corte, prigione, parco,
lo spazio in cui i due opposti si specchiano e
si fondono.
Al cuore della pièce c’è il rapporto tra donne e
potere: Elisabetta è costretta a mascolinizzarsi
per governare e per non perdere la sfida con la
sua rivale, che invece fa una scelta opposta.
Due regine del teatro italiano come Laura
Marinoni ed Elisabetta Pozzi (in rigoroso
TEATRO MANZONI:
"TESTIMONE d'ACCUSA"
Autore:
Agatha Christie
Regia: Geppy Gleijeses
Attori: Vanessa Gravina,
Giulio Corso, Paolo Triestino
Date: dal 17 al 29 ottobre
Esiste la “commedia
perfetta”? Forse sì. Secondo alcuni critici è
“Il matrimonio di Figaro” di Beaumarchais,
secondo altri è “L’importanza di chiamarsi
Ernesto” di Oscar Wilde. Sul più bel dramma
giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone
d’accusa” di Agatha Christie. Il gioco non verte
tanto sulla psicologia dei personaggi (ci
aggiriamo tra simulatori occulti, assassini,
grandi avvocati) quanto sulla PERFEZIONE del
meccanismo. È infernale questo meccanismo, con
un colpo di scena dopo l’altro, in un crescendo
raveliano, una battuta dopo l’altra. E la
costruzione “giudiziaria”? Impressionante per
precisione e verità, come se l’avesse scritta il
più grande giudice inglese del secolo scorso. Lo
spunto, come spesso accade nelle opere della
Christie, parte dalla storia di una donna
tradita dal marito più giovane; ed è uno spunto
autobiografico. L’autrice fu tradita dal primo
marito (di cui però portò sempre il cognome) e
sposò poi un uomo molto più giovane di lei. Ma
bastasse questo… Il film capolavoro che ne
trasse Billy Wilder era assai liberamente tratto
-la Christie lo considerava il miglior
adattamento cinematografico della sua opera-. Il
testo teatrale è assai più asciutto, non concede
tregua alla tensione, affonda come una lama di
coltello affilatissima (letteralmente) nella
schiena di chi osserva. Considerare la “maestra
del brivido” un’autrice di consumo è come
valutare Hitchcock un cineasta di serie B.
Agatha è un genio e tale per sempre resterà. E
qui, più che in Trappola per topi, più che in
Dieci piccoli indiani questo diamante luccica in
tutto il suo splendore. Naturalmente metterlo in
scena richiede un cast di livello superiore e un
realismo (non certo naturalismo) rigidissimi. E
una dovizia di mezzi scenografici e recitativi.
Io l’ho messo in scena con Paolo Triestino,
serio attore di lungo corso, con Vanessa Gravina,
bella, bravissima e impossibile, Giulio Corso,
uno dei migliori dell’ultima generazione, e
altri 9 attori, tutti perfettamente aderenti ai
ruoli. Per chiudere (ed essere più chiaro) vi
anticiperò due particolari: in scena avremo lo
stenografo che scriverà -con il particolare
ticchettio- tutti i verbali del processo su una
macchina stenografica autentica del 1948 (la
commedia è del ‘53), i sei giurati saranno
scelti tra il pubblico sera per sera, e chiamati
a giurare e ad emettere il verdetto.
Buoni brividi a tutti!
Geppy Gleijeses
TEATRO MENOTTI - SPAZIO
ATELIER
MUSICA DA RIPOSTIGLIO
CON FABRIZIO MELONI - dalla SCALA al
RIPOSTIGLIO (17 Giugno)
Ultimo appuntamento della rassegna di musica
nello spazio Atelier del
Teatro
Menotti a cura del virtuoso Danilo Rossi a cui
si deve l’incontro tra uno dei massimi esponenti
del concertismo internazionale Fabrizio Meloni,
Primo clarinetto solista dell’Orchestra della
Scala e la Musica da Ripostiglio, band crossover
presente in diverse produzioni del Teatro
Menotti e attiva da oltre 25 anni nei più
importanti teatri italiani.
Una prima assoluta e
imperdibile, nata in occasione degli
appuntamenti musicali del Teatro Menotti. Una
scaletta dissacrante, ironica e musicalmente
geniale. Un programma impossibile da prevedere,
certamente straordinario da ascoltare.
Un incontro unico tra
formidabili artisti di formazione musicale
diversa, uno spettacolo pieno di sorprese, in
cui la musica classica incontrerà i ritmi latini
e le note klezmer.
Fabrizio Melloni,
Primo clarinetto solista dell’Orchestra del
Teatro e della Filarmonica della Scala dal 1984.
Vincitore di Concorsi Nazionali ed
Internazionali (Primavera di Praga, Monaco), ha
collaborato con solisti di fama internazionale
quali: Canino, Lonquich, Campanella, H. Schiff,
Gulda, Gruberova, Brunello, il Quartetto Hagen,
Myung-Whun Chung, il M° Muti nella veste
straordinaria di pianista. Ha effettuato
tournè negli Stati
Uniti e in Israele con il Quintetto a Fiati
Italiano eseguendo brani dedicati a questa
formazione da Berio, Sciarrino e Mascagni. Ha
all’attivo diverse incisioni: Mozart (Sinfonia
Concertante), Mozart-Brahms (Quintetti per
clarinetto e archi), Schubert, Schumann,
Mendelssohn, Beethoven... Mozart Concerto per
clarinetto e Orchestra K 622 con l’Orchestra
Filarmonica della Scala diretta dal M° Muti.
Fondatore del Duo Obliquo con il compositore,
pianista e percussionista Carlo Boccadoro. È
docente dei corsi di perfezionamento (Pavia “Accademia
Rolla”, Asolo Musica, Porto S. Giorgio,
Bertinoro, Festival Gargano e dell’Accademia
Teatro alla Scala).
Si chiamano Musica da
Ripostiglio, perché “da camera” gli
sembrava eccessivo. Sono in quattro e danno
spettacolo, facendo divertire il pubblico
con un repertorio a metà strada tra lo
scanzonato e l’impegnato, tra l’inedito e
il citato. L’ironia non fa difetto a
questo gruppo nato dal ventennale
sodalizio artistico tra il cantautore Luca
Pirozzi e il chitarrista Luca Giacomelli,
a cui si sono aggiunti Raffaele Toninelli
al contrabbasso ed Emanuele Pellegrini
alla batteria e alle percussioni. Una singolare
proposta, quella dei Musica da Ripostiglio
che spazia tra canzoni originali e
classici italiani (Conte, Carosone,
Celentano), in un’atmosfera tipicamente retrò
in cui lo swing dei primi anni del
‘900, si tinge di influenze gitane e
francesi, confluisce in sirtaki greci, fino ad
impregnarsi di profumi tangheggianti,
walzer e boleri, con
accurato lavoro sui
testi, originali e irriverenti. I Musica da
Ripostiglio divertono, improvvisano, con
freschezza e semplicità, con una proposta
emozionante e originale, in grado di coinvolgere
un pubblico di tutte le eta'.
Un gruppo, che sin dalla propria nascita ha
stretto legami col mondo del teatro, in
particolare con attori quali Pierfrancesco
Favino, Paolo Sassanelli, Rocco Papaleo,
Mariangela D’Abbraccio, Sergio Rubini,
Alessandro Haber, Giovanni Veronesi, che hanno
voluto le loro musiche nei propri spettacoli.
Teatro Lirico 'Giorgio Gaber'
'Musical Square'

Giovedì 8 Giugno 2023 alle ore 20.00 l’Orchestra
Filarmonica Campana diretta dal
M° Giulio Marazia
debutterà a Milano nel prestigioso Teatro Lirico
Giorgio Gaber per il Festival Musical
Square con il concerto Nobiltà e Aristocrazia.
In programma musiche di Edward Elgar, Frederic
Chopin e Francesco Paolo Tosti. La rassegna è
curata dal direttore artistico M° Giuliano De
Angelis
con la sinergia del responsabile del comparto
musica classica del Teatro Lirico Roberto Favaro
e il
coordinamento
artistico della violinista russa Yulia
Berinskaya.
Il concerto si apre con la Serenata per archi in
mi minore op. 20 di Edward Elgar, considerato
tra i compositori
inglesi più rappresentativi del periodo
tardoromantico e molto sensibile alle influenze
del sinfonismo di derivazione tedesca. Il lavoro
è contraddistinto da un cordiale e affettuoso
lirismo, rivelatore di uno stile creativo dai
gusti raffinati e aristocratici, nel contesto di
un discorso fluido scorrevole e secondo un tipo
di scrittura formalmente chiara e
sentimentalmente comunicativa.
A seguire il concerto per pianoforte e orchestra
in fa minore n. 2 op. 21 di Frederic Chopin,
nella versione cameristica per archi e
pianoforte. Scritto durante il periodo giovanile,
prima di lasciare Varsavia, sotto l'influenza
d'un ambiente musicale un po' provinciale e
superficiale, che nel concerto vedeva soltanto
l'occasione in cui un solista di cartello poteva
esibire il suo scintillante virtuosismo e la sua
accattivante cantabilità. Dunque non c'è da
meravigliarsi se i temi e l'architettura di
questo concerto recano tracce di questo tipo di
concertismo: tuttavia il non ancora ventenne
compositore lascia emergere anche in questi
lavori giovanili più d'una anticipazione della
sua scrittura pianistica, del suo fascino di
natura nobile e melodico e del suo colorito
armonico, inconfondibili. Il concerto sarà
interpretato dalla giovane Giulia Falzarano, per
la prima volta tra i solisti dell’OFC. Chiudono
il concerto le
liriche
da camera di Francesco Paolo Tosti, Non T’amo
più, Malia e A’ Vucchell, nella versione per
voce e archi e interpretate dal soprano Giusy
Luana Lombardi. Tosti è stato un compositore
divenuto celeberrimo per le sue liriche da
camera, nonché protagonista dei più importanti
salotti artistici dell’epoca e insegnante di
canto della principessa Margherita di Savoia. Le
sue romanze di gusto raffinato, espressione di
un'epoca e di una società, gli diedero fama
europea.
Sul podio dell’orchestra il direttore musicale
Giulio Marazia. Ha studiato
corno, pianoforte, didattica della musica,
composizione e direzione d’orchestra presso i
Conservatori di Salerno, Bari e Milano, dove si
è laureato con il massimo dei voti. Fra i suoi
insegnanti Nicola Samale, Piero Bellugi,
Vittorio Parisi, Gianluigi Gelmetti e Paolo
Arrivabeni. Fra le orchestre dirette: Pomeriggi
Musicali, Orchestra del Conservatorio di Milano,
Brooklyn Chamber Orchestra, Opera Royal de
Wallonie, Venice Chamber Orchestra, Orchestra
Filarmonica Pugliese, Orchestra Pergolesi,
Israeli Moshavot Chamber Orchestra, Orchestra
Sinfonica di Asti, Orchestra Conservatorio di
Foggia, Orquestra Simfonica Julia Carbonell de
Lleida, Kodaly Philarmonic Orchestra, Orquestra
Sinfonica do Teatro Nacional Claudio Santoro di
Brasilia.
Info: www.musicalsquare.it
TEATRO LIRICO - GIORGIO GABER
"Musical
Square' con Chapliniana"
(27 maggio)

Il linguaggio del cinema che si fonde con quello
della musica in una sorprendente narrazione.
Dopo l’ampio successo delle date di Monza e
Sondrio, sabato 27 maggio al
Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano per il
Festival Musical Square (ideato
e diretto dal musicista Giuliano De
Angelis, violoncellista e solista
internazionale) va in scena con i filmati del
Fondo Chaplin restaurati dalla Cineteca di
Bologna, il cine-concerto intitolato Chapliniana,
volto ad avvicinare il pubblico adulto e quello
più giovane al mondo del cinema con la
riscoperta di pellicole storiche dalla forte
valenza sociale.
In Chapliniana i più divertenti cortometraggi di
e con Charlie Chaplin e Mabel Normand sono
riproposti con le musiche originali di
Rossella Spinosa, tra le più affermate
compositrici per il cinema muto a livello
internazionale, con all’attivo commissioni da
importanti orchestre e la scrittura delle
musiche per oltre un centinaio di pellicole
storiche che hanno riscosso grandi apprezzamenti
dal pubblico e dalla critica di settore. Le
musiche di Rossella Spinosa sono eseguite dal
vivo dall’Orchestra di Bellagio
e del Lago di Como, con Rossella Spinosa al
pianoforte e Alessandro Calcagnile
alla direzione.
“Musicare i film comici ma, ancor di più, i film
con e di Charlie Chaplin -
dichiara Rossella Spinosa - implica un impegno
importante dal punto di vista compositivo,
poiché non si può non tener conto
dell’aspettativa anche “musicale” del pubblico.
Il lavoro che ho affrontato ha cercato di
mettere insieme la mia personale ricerca con un
imprinting sonoro di richiamo filologico,
scegliendo anche di lavorare in modo accurato
sulla timbrica strumentale. Ecco perché un
organico come quello prescelto, con archi,
percussioni e pianoforte. La stessa partitura di
The Vagabond – realizzata in prima per
pianoforte e orchestra sinfonica per
l’anniversario dei 100 anni di Charlot su
commissione del Teatro Vittorio Emanuele di
Messina – sarà qui riproposta in una versione
nuova proprio per l’organico predetto, in modo
da garantire una omogeneità timbrica all’intera
produzione. La presenza sia all’interno di una
manifestazione cinematografica importante come
il Lecco Film Fest sia di sale prestigiose come
quelle che ci ospiteranno, rappresenta una
importante occasione per un’operazione di
divulgazione – ma insieme di sperimentazione
musicale – davvero rilevante. Sono realmente
felice di poter essere l’anima compositiva di
questa kermesse”.
Lo spazio principale nello spettacolo è
riservato al film The Vagabond
(Il Vagabondo), cortometraggio del 1916
interpretato, diretto e prodotto da Charlie
Chaplin, dove appare definitivamente quello
Charlot che sarà protagonista dei celebri The
Kid e The Circus. Al fianco di Chaplin, sullo
schermo e dietro le quinte troveremo poi Mabel
Normand, sceneggiatrice e regista di comiche
cinematografiche, autrice di divertenti
cortometraggi di grande successo.
In un inarrestabile susseguirsi di memorie e
sorprese che combinano sogno e verità, lo
spettacolo, grazie alle musiche di Rossella
Spinosa che con tecnica e sensibilità trascinano
nel divertente e commovente mondo di Charlot,
consente di riscoprire capitoli cinematografici
che hanno segnato l’immaginario di inizio
Novecento. Un viaggio tra suoni e visioni
guidati da eterogenee atmosfere sonore e dalle
indimenticabili inventive dei due straordinari
protagonisti, Charlie Chaplin e Mabel Normand,
“La Charlot femmina”, regina indiscussa della
commedia durante gli anni pionieristici del
cinema muto.
TEATRO MANZONI: "L'Erba del
vicino è sempre più verde"
Scritto
e diretto da Carlo Buccirosso
Attori: Mario
Martusciello - Carlo Buccirosso
Fabrizio Miano,
Donatella de Felice
Peppe Miale,
Elvira Zingone, Maria Bolignano
Date: dal 2 al 14 maggio 2023
Mario Martusciello,
funzionario benestante di banca, da tempo in
aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua
moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un
moderno monolocale, vivendo un momento di
profonda depressione, insoddisfatto del proprio
tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle
proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di
meno di sua sorella, rea di preoccuparsi
eccessivamente del suo inaspettato isolamento.
In continua spasmodica ricerca di libertà, di
cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di
un’apertura mentale che gli è sempre stata
ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla
mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il
mondo e le persone che lo circondano alla stessa
stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi
con le attrazioni più insidiose di un immenso
parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità
di poter accedere… Ed è così che pervaso
dall’adrenalina della novità, dall’eccitazione
del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si
ritroverà presto soggiogato dalla sindrome
dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla
sopravvalutazione di tutto quanto non gli
appartenga, di ogni essere umano diverso da sé
stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa
procurargli una donna che non sia uguale a sua
moglie, come “una giovane avvenente influencer”
conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato
da un senso di autocommiserazione e da
un’ammirazione spropositata verso chi nella vita
ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi
e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha
avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di
essere pur di raggiungere qualcosa d’importante…
È
allora che quel senso
di attrazione verso chi è diverso da te, che
riesce in tutto più di te, e che sa essere
quello che giocoforza non sei mai stato tu,
potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile
follia omicida, e a quel punto... sotto a chi
tocca!
In un simile
spiazzante panorama, chiunque avesse la
malaugurata idea di suonare alla porta di casa
Martusciello per qualsivoglia motivo, come per
la consegna della ordinazione del giapponese o
di un pacco postale, o peggio ancora per uno
sventurato errore domiciliare, si troverebbe
invischiato in una situazione non facilmente
gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di
uscire dall’appartamento in tempi brevi, e
possibilmente nelle migliori condizioni di
salute!... In definitiva, “l’erba del vicino”
sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò
che conta è che non si macchi di rosso “sangue”…
E se invece fosse proprio il vicino di casa in
carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla
porta dell’appartamento di Mario, magari solo
per chiedere la cortesia di qualche foglia di
prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della
nostra vicenda?...
Carlo Buccirosso
TEATRO SAN BABILA:
"L'AVARO"
dal
14 al 16 aprile
Autore: Molière
Regia: Andrea Buscemi
Attori: Andrea
Buscemi – Eva Robin.s
Livia Castellana, -
Francesco Tammacco
Pantzleo Annese-
Martina Benedetti- Nicola Fanucchi,
Rebecca Fanucchi
Musiche
originali Niccolò Buscemi
Ruolo da sempre ambìto dagli attori di ogni
latitudine, il vecchio Arpagone è uno dei
personaggi più famosi del teatro di tutti i
tempi. Per disegnare un personaggio divenuto di
fatto leggendario, Molière non ha fatto altro
che prendere il tema già trattato da Plauto
nell'Aulularia, che è il racconto di un vizio,
sviluppandolo attraverso il suo vertiginoso
talento drammaturgico.
L'avaro è un maniacale
risparmiatore, patologicamente attaccato al
possesso fisico, quasi carnale, dell'oro, e si
priva di tutto pur di accumulare danaro, per cui
non si fa scrupoli a praticare anche l'usura.
Costringe a vita grama
sé stesso e la sua famiglia e chi vi ruota
attorno, lesinando su tutto e concentrando la
propria attenzione e il proprio sentimento solo
sui denari nascosti in giardino. Nonostante la
sua maniacale taccagneria, i buchi indecorosi
nelle livree dei servi, i cavalli che rischiano
di morire di fame, nonché l'età avanzata, ha
pure velleità matrimoniali e mette gli occhi su
una giovane vicina di casa, già amata dal figlio.
La circostanza sarà il pretesto per Molière per
narrare una storia divertente e profondamente
significativa, nella quale costringerà il
vecchio taccagno a sacrificare l'intera sua
tranquillità al fallace mito della ricchezza.
MARZO 2023
TEATRO
CARCANO:
"Dio
è morto e neanch’io mi sento tanto bene"
dal 30 marzo
prodotto
da International Music and Arts.
Sul palcoscenico lo straordinario Tullio
Solenghi, che ci diletta con la lettura
di alcuni tra i brani più significativi e
spassosi tratti dai libri di Woody
Allen, coniugandoli con le musiche che
hanno caratterizzato i suoi film più
significativi, eseguite dal maestro Alessandro
Nidi e dal suo Ensemble.
Si passerà così dai “Racconti Hassidici” alla
parodia delle Sacre Scritture tratti da “Saperla
Lunga” allo spassoso “Bestiario” tratto da
“Citarsi Addosso”, intervallati da brani di
George Gershwin, Tommy Dorsey, Dave Brubeck, con
uno speciale omaggio al mentore di Woody, il
sommo “Groucho Marx”, evocato dalla musica
Klezmer.
Una serata in cui, in rapida carrellata, si
alterneranno suoni e voci, musica e racconto in
un’alternanza di primi piani a comporre un
“montaggio” divertente e ipnotico.
Teatro Franco Parenti:
“Coppie e doppi”
“Coppie e doppi” è il lavoro
che la bravissima Anna Galiena porta in scena al
Teatro Franco Parenti dal 26 marzo al 6 aprile;
il testo è frutto delle sue traduzioni e
adattamenti di dialoghi scelti da ben sei opere
di Shakespeare, ossia Riccardo III, Romeo e
Giulietta, Macbeth, Amleto,

Sogno di una notte di mezza
estate, Otello. L’attrice si sdoppia più volte
interpretando dunque una dozzina di personaggi e
dando vita a scene che hanno come filo
conduttore i sentimenti e le emozioni, il male e
l’oscuro dell’uomo, l’intreccio tra amore e
morte, tra potere e possesso, tra saggezza e
follia. Gli spettatori assistono non solo a
sdoppiamenti dialogici,
ma
anche a vere trasmutazioni della Galiena, che
sul palcoscenico passa dalla figura sciancata e
feroce di Riccardo III a quella dolcissima e
delicata di Giulietta, dalla fragile Ofelia alla
regina delle fate Titania che, vittima di un
incantesimo, ama l’orribile Bottom dalla testa
d’asino. Uno spettacolo intenso e impegnativo,
un “teatro nel teatro”, che sa richiamare con
intelligenza la profonda indagine shakespeariana
sull’umanità e le sue passioni. Da vedere.
Milano, 31 marzo 2023 Anna
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TEATRO MANZONI: "LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA"

dal 21 marzo al 2 aprile
di TENNESSEE WILLIAMS
Regia, scene e costumi di
PIER LUIGI PIZZI
con ELENA SOFIA RICCI, Gabriele Anagni
La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA, è stato di grande stimolo e dopo un'attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d'abitudine il mio progetto comprende l'ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell'abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina.
Appunti di Pier Luigi Pizzi
Teatro Menotti:
"ANFITRIONE "
Regia e drammaturgia Teresa Ludovico
Musiche M° Michele Jamil Marzella
Eseguite dal vivo da M° Francesco Ludovico
Spazio scenico e luci Vincent Longuemare
Con Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore
Dall’antica Tebe a un Sud bollente e schizofrenico, per raccontare un tema contemporaneo nel 206 a.C come ai giorni nostri: il rapporto tra identità e ruolo sociale. È il fil rouge da cui muovevano le vicende di un doppio mondo - umano e divino - nell’Amphitruo di Plauto; in scena al Teatro Menotti il 21 e 22 marzo.
Nella pièce, Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme, decide per la prima volta di camuffarsi da uomo, assume le sembianze di Anfitrione e lo allontana da casa per giacere con sua moglie Alcmena, e generare con lei Ercole, il semidio… Da questo preambolo si generano le domande che, come 2000 anni fa
nell’opera del commediografo latino, emergono in scena: chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono!
E così, con un gioco vorticoso di scambi, di scherzi, di falsi e di malintesi, emerge il duello tra identità e ruolo sociale, nel caos di una coralità multiforme composta dai sei attori in scena - Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola e Giovanni Serratore - che si muovono sul palco guidati dalle musiche del maestro Michele Jamil Marzella e dalle coreografie di Elisabetta Di Terlizzi. Non a caso fu proprio Plauto a inventare il termine ‘sosia’, non nell’accezione moderna di persone con grande somiglianza fisica, ma in quella di appropriazione dell’identità grazie alla persuasione e all’inganno. Lo spazio scenico e le luci sono curati da Vincent Longuemare.
Chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono!
Queste sono alcune delle domande che tormentano sia i protagonisti dell’Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, che molti di noi oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In essa il sommo Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme animali, vegetali, naturali, decide, per la prima volta, di camuffarsi da uomo. Assume le sembianze di Anfitrione, lontano da casa, per potersi accoppiare con sua moglie, la bella Alcmena, e generare con lei il semidio Ercole. Giove-
Anfitrione durante la notte d’amore, lunga come tre notti, racconta ad Alcmena, come se li avesse vissuti personalmente, episodi del viaggio di Anfitrione. Durante il racconto il dio provò, per la prima volta, un’ilarità che poi si premurò di lasciare in dono agli uomini. “Abbandonato il regno delle metamorfosi, si entrava in quello della contraffazione” Incipit Comoedia (R. Calasso). “Aprite gli occhi spettatori, ne vale la pena: Giove e Mercurio fanno la commedia, qui” (Plauto). Da quel momento nelle rappresentazioni teatrali il comico e il tremendo avrebbero convissuto e avrebbero specchiato le nostre vite mortali e imperfette. Dopo Plauto in tanti hanno riscritto l’Anfitrione e ciascuno l’ha fatto cercando di ascoltare gli stimoli e le inquietudini del proprio tempo. Ho provato a farlo anch’io.
Teresa Ludovico
TEATRO REPOWER: "Compagnia della Rancia nuove audizioni per GREASE"

Compagnia della Rancia annuncia audizioni per ruoli e ensemble per il musical GREASE per la stagione 2023/2024.
Le selezioni si terranno al Teatro Repower di Milano i prossimi 17 e 18 aprile; tutte le informazioni e il form per le iscrizioni sono disponibili on line all’indirizzo www.compagniadellarancia.it/audizioni
GREASE, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey con la regia di Saverio Marconi è un classico con lo stile di oggi che continua a unire le generazioni in una festa a teatro; dal febbraio 2022, il musical – che dopo Milano (fino al 19 marzo al Teatro Repower) continuerà il fortunato tour fino al 2 aprile tornando in scena a grande richiesta anche a Firenze (Teatro Verdi) e Genova (Politeama Genovese) e ripartirà nuovamente a inizio 2024 - ha collezionato più di 80 repliche tutte sold out per più di 100.000 spettatori, raggiungendo quota 2.000.000 complessivi dal debutto nel 1997.
TEATRO REPOWER: "GREASE"
 
dal 2 al 19 marzo
DI JIM JACOBS E WARREN CASEY
REGIA SAVERIO MARCONILa GREASEMANIA è inarrestabile! Il Teatro Repower, anche nella stagione 2022/2023 ospita GREASE, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto in Italia da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi. Un classico con lo stile di oggi, che unisce le generazioni, e che rappresenta un appuntamento fisso a grande richiesta nei cartelloni del Teatro Repower, dove ha collezionato, dall’inaugurazione nel 2003, 320.000 spettatori, risultando lo spettacolo più applaudito. La Greasemania è inarrestabile e torna a Milano dopo sold-out in quasi tutte le regioni italiane, in un tour senza soluzione di continuità da febbraio 2022, e 80.000 spettatori che hanno condiviso il loro entusiasmo sui canali social della Compagnia della Rancia commentando “Coinvolgenti, emozionanti, travolgenti!”, “Anni fa sono venuta con le amiche e ieri sera ho portato tutta la famiglia”, “Strepitosi! Grazie per le emozioni e la carica meravigliosa che mi avete dato!”, “Un pomeriggio indimenticabile per tutta la famiglia!”. GREASE Il Musical è una magia coloratissima e luminosa, una festa da condividere con amici e famiglie senza riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare sulle note della famosissima colonna sonora: un fenomeno “pop” che conquista tutti grazie a un gruppo di giovani performer pieni di talento ed energia. Protagonisti Simone Sassudelli nel ruolo di Danny Zuko e Francesca Ciavaglia in quello di Sandy, reso indimenticabile da Olivia Newton-John, recentemente scomparsa; insieme a loro l’esplosivo Kenickie (Giorgio Camandona), la ribelle e spigolosa Rizzo (Gea Andreotti), Miss Lynch (Elena Nieri), i T-Birds, le Pink Ladies, gli studenti dell’high school più celebre e un particolarissimo angelo rock. GREASE Il Musical è una macchina da applausi che, dal 1997, ha cambiato il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro; un inno all'amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell'adolescenza, oltre che a un'epoca - gli anni '50 – che oggi come allora rappresentano il simbolo di un mondo spensierato e di una fiducia incrollabile nel futuro. Si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di GREASE per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquanta, i ricordi legati al film campione di incassi del 1978 con John Travolta e Olivia Newton-John e alle indimenticabili canzoni, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota.
Teatro Lirico Giorgio Gaber "Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere"

con
Debora Villa
da venerdì 3 a domenica 5 marzo 2023
"Tanto tempo fa, i Marziani e le Venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi."
John Grey - Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere
Debora Villa torna in teatro a grande richiesta per affrontare in modo ironico e divertente
le domande che da sempre attanagliano l’uomo e la donna.
Uno spettacolo alla ricerca del dialogo tra due pianeti opposti perché: Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere.
Sin dalla notte dei tempi psicologi, scrittori e avventurieri hanno provato a scardinare i meccanismi relazionali uomo/donna: la letteratura pullula di trattati e libri che provano a spiegare uno dei dogmi per eccellenza: uomo e donna sono diversi.
Ma va? Risponde Debora Villa…
Non solo, ma uomo e donna vengono da due mondi diversi: Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere.
Con questo titolo, nel 1992, lo psicologo John Gray esce
in libreria dando vita ad un best seller di fama mondiale capace di raggiungere, ad oggi, cinquanta milioni di copie vendute.
Il libro si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare. I comportamenti di uomini e donne assumono quindi spesso significati diametralmente opposti. Per esempio, tanto l'uomo in determinati momenti della sua giornata ha bisogno di "ritirarsi nella sua caverna", in solitudine, quanto la donna, alle prese con le stesse problematiche del partner, sente di dover condividere i propri sentimenti con gli altri.
Spesso utilizzato in ambito teatrale, Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, arriva per la prima volta in assoluto in una versione tutta al femminile: con sottile ironia Debora Villa prenderà per mano lo spettatore conducendolo ancora una volta nei meandri di dietrologie e psicologie femminili e maschili. Il risultato? 90 minuti di travolgente, irriverente e raffinata comicità che porterà il pubblico ad affrontare un’esilarante terapia di gruppo.
“Uomini e donne impareranno a conoscersi di nuovo "perché – come sostiene Gray- quando si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano, e se ci aggiungi una bella risata la terapia è completa. Perché "ridere fa bene: al cuore, all'anima ma soprattutto all'amore".
Debora Villa
Teatro Menotti:
“Maria Maddalena” con Lina Sastri
 dal 28 febbraio al 5 marzo
Produzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale
Da Fuochi Di Marguerite Yourcenar
Messa in scena, regia e interpretazione Lina Sastri
Con Lina Sastri
Con Filippo d’Allio (chitarra, arrangiamenti) Domenico Monda (percussioni)
Collaborazione alla messa in scena Bruno Garofalo
Assistente alla regia e direttore di produzione Costantino Petrone
Durata: 60 minuti
Lina Sastri sarà in scena al Teatro Menotti con il suo “Maria Maddalena”, dal 28 febbraio al 5 marzo. Lo spettacolo è tratto da Fuochi di Marguerite Yourcenar, la regia è firmata dalla stessa Lina Sastri.
Il racconto è appassionato e spietato, come la scrittura magnifica di Marguerite Yourcenar. È un canto poetico in cui prende forma una storia d’amore dolorosa e appassionata.
La storia di una mancanza che segna la vita di Maria Maddalena e la condanna a un destino di solitudine e infelicità, perché segnata da un’eterna ferita d’amore: così la Yourcenar racconta la storia di questa donna che passa dall’amore innocente per Giovanni a quello appassionato per Gesù fino alla dedizione più assoluta.
È un percorso inquietante e profondo nell’anima femminile. In scena con l’attrice interprete di Maddalena, due musicisti evocano musicalmente le atmosfere emozionali del racconto, che prendono corpo grazie alla voce dell’interprete. «È la grande passione di Maria Maddalena per Gesù, che la condanna a un destino di infelicità – spiega Lina Sastri, ma è anche la solitudine del non amato o del respinto o dell’escluso. Porteremo in scena il percorso di un’anima che nasce innocente e, per vendetta, perché vittima di abbandono, cambia il suo destino, o crede di cambiarlo. Ma non ci riuscirà: l’amore e la passione la porteranno comunque di fronte alla ferita insanabile, al doloroso cammino di chi ama ed è abbandonato. Senza scampo»
TEATRO LIRICO - Giorgio Gaber " La Madre di Eva "
Dal 28 febbraio al 2 marzo il Teatro Lirico ‘Giorgio Gaber’ di Milano ospita '𝗟𝗮 𝗠𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗘𝘃𝗮', spettacolo 'di' e 'con' Stefania Rocca liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018. Una proposta co-prodotta dalla multinazionale dello spettacolo live ‘Stage Entertainment’, da ‘Ora one production’ e ‘Enfiteatro’, che ripercorre la storia di un ragazzo nato in un corpo f emminile in cui si sente prigioniero e intende intraprendere un percorso di transizione per raggiungere finalmente la serenità.
Lo spettacolo è stato presentato al Palazzo Reale di Milano dalla stessa Stefania Rocca e da Matteo Forte, amministratore delegato di Stage Entertainment e direttore dei teatri Lirico e Nazionale. Hanno partecipato anche i due co-protagonisti Bryan Ceotto e Simon Sisti Ajmone (scelti dopo numerosi provini effettuati anche grazie alla piattaforma heArt (www.heart-social.com) e ha portato il suo saluto l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi che ha dichiarato: “Il tema dell’identità, di genere ma non solo, è uno dei terreni su cui, da sempre, si misurano i più grandi protagonisti del teatro. Si tratta di un tema universale che ogni tempo declina in base alle caratteristiche della sua contemporaneità e che, in questo bellissimo spettacolo, Stefania Rocca porta in scena con una doppia valenza: il percorso di chi deve imparare a riconoscere se stesso ma anche quello, a volte ancora più doloroso e complesso, di essere riconosciuto”.
Come mio primo lavoro alla regia teatrale – ha detto Stefania Rocca - ho scelto di portare in scena un dramma classico eppure assolutamente attuale, quello della complessità del rapporto generazionale. La storia di partenza, liberamente ispirato alla ‘madre di Eva’, romanzo di Silvia Ferreri finalista al premio Strega 2018, è quella di un ragazzo nato in un corpo femminile in cui si sente prigioniero che intende percorrere un percorso di transizione e di una madre che non vuole vedere, un po’ per paura e un po’ perché bloccata nel suo desiderio di madre perfetta. È un conflitto generazionale e culturale, due linguaggi che usano parole simili ma con significati differenti come sempre succede tra generazioni diverse. Per questo è una storia senza tempo. Ho scelto di utilizzare diversi linguaggi oltre la messa in scena teatrale per meglio raccontare quei momenti di vissuto che appaiono e scompaiono dalla memoria senza soluzione di continuità a comporre quel puzzle emotivo di due esistenze antitetiche. Portando avanti questo progetto, ho incontrato tanti genitori e tanti ragazzi che stanno affrontando questo percorso, singolare e diverso per ognuno di loro. Alla fine quando un conflitto si ricompone avviene ascoltando il linguaggio del cuore, il solo che ci consente di dare valore alle differenze. In fondo la bellezza è negli occhi di chi guarda".
"Il nostro obiettivo – ha aggiunto Matteo Forte - è quello di fornire al pubblico e alla città un palcoscenico e degli eventi che aiutino a comprendere ed arricchire il dibattito sull’identità di genere, senza dimenticare che noi facciamo teatro e quindi la chiave che abbiamo deciso di utilizzare è più vicina all’intrattenimento seppur con la grande attenzione e sensibilità con la quale la regista ha costruito lo spettacolo".
Forte poi ha ripercorso le settimane di preparazione dello spettacolo, giorni densi e ricchi di incontri che hanno permesso di comprendere davvero la complessità dell’argomento.
“Abbiamo incontrato – ha raccontato - moltissimi rappresentati di associazioni e istituzioni che si occupano di aiutare i figl* e i genitori che si sono trovati a gestire situazioni inaspettate, dolorose e rivelatrici come quelle di accompagnare un figl* in un percorso di transizione. La ricchezza che da uomo e genitore ho tratto da questi incontri non ha prezzo, abbiamo trovato ‘eroi’ dell’ascolto, dell’empatia e dell’amore incondizionato che avrebbero molto da insegnare a tutti”.
"Anche per questo – ha concluso Forte - Stage Entertainment, da sempre impegnata nella creazione delle migliori condizioni professionali e di mercato grazie alle quali i differenti talenti artistici possano essere integrati al meglio, ha ormai da anni nel proprio DNA la centralità di tutti i temi EDI (equality diversity and inclusion). L’integrazione dei talenti passa attraverso l’integrazione e la valorizzazione delle differenze, questa è la visione con la quale realizziamo i nostri spettacoli in tutto il mondo e questi sono i valori che ci hanno immediatamente convinto a co-produrre La Madre di Eva. Riteniamo infatti che creare le condizioni non solo in azienda, ma per chi come noi ha uno scopo sociale nell’esercizio della propria attività, anche nel mercato affinché temi di grande attualità e rilevanza possano essere prima conosciuti dal grande pubblico e poi dibattuti e compresi".
Dopo Milano, la Madre di Eva approderà a Roma e in particolare al Teatro Parioli il 27 e il 28 marzo e l’11 e il 12 aprile presso il Parco della Musica.
TEATRO FILODRAMMATICI : "
Ritratto di Dora M."
Dal 21 al 26 febbraio 2023
con Ginestra Paladino
Regia:
Francesco Frongia
Una produzione Teatro Filodrammatici di Milano / Fondazione Teatro Due di Parma.
La pièce ruota attorno alla figura di Dora Maar, musa di Picasso, che ha attraversato tutto il ‘900 (era nata a Parigi nel 1907 e a Parigi morirà 90 anni dopo nel 1997) e che, nella prima metà della sua vita, è stata sempre vicina al cuore della Parigi artistica e culturale dell’epoca, in quel momento magico e irripetibile in cui la città era il centro del mondo.
La sua carriera fotografica fu breve, ma intensa: si colloca fra il 1931 e il 1937, anno in cui, spinta da Picasso, abbandonò la fotografia per la pittura, dopo aver testimoniato con una serie di storici scatti la creazione di Guernica. Questo passaggio dalla fotografia, un’arte che Dora padroneggiava con maestria, alla pittura, in cui non arriverà mai a superare una faticosa mediocrità, è uno dei momenti che delineano un percorso esistenziale segnato da brusche cesure e dolorosi cambi di rotta. Al momento dell’incontro con Pablo, Dora è una donna realizzata, dalla bellezza fiammeggiante. Picasso la vede per la prima volta in un ristorante mentre gioca con un affilato coltello e conserverà per tutta la vita il suo guanto di pizzo nero sporco di sangue, reliquia del loro colpo di fulmine. Dora era stata l’amante di Bataille, amica di Eluard, di Prévert, di Bunuel. Le sue foto testimoniavano la Parigi proletaria dell’epoca, erano foto poetiche e politiche nello stesso tempo che ritraevano gli abitanti della cosidetta “Zone”, una sorta di bidonville ai confini della città, o, a Barcellona, il popolo della Boqueria, il suo impegno politico coincideva con la sua appartenenza al gruppo dei surrealisti, di cui era un’esponente non secondaria.
Cinque anni dopo, alla fine della sua relazione con Picasso, che la lascia per la più giovane Francoise Gilot, Dora è una donna spezzata, che si aggira nuda nell’androne di casa sua, in preda a una crisi psicotica. Fu soccorsa, curata e accudita da Jacques Lacan e da sua moglie Sylvia Bataille e trovò due strade per superare l’abbandono: la pittura e la religione. Dopo un breve periodo “mondano” in compagnia di Marie Laure de Noailles, in cui frequentò Cocteau, Balthus, Lucien Freud, Alice Toklas, Dora Maar poco a poco si chiuse in un’esistenza fatta di meditazione, di preghiera e di solitudine, una clausura misteriosa che durò quasi cinquant’anni e in cui nessuno fu mai ammesso.
Sono queste tre immagini di donna così lontane fra loro che affascinano, incuriosiscono e appassionano. Dora Maar raggiante musa dei surrealisti, la donna che gioca coi coltelli, Dora Maar, la donna che piange nei ritratti di Picasso, annientata da un amore assoluto, Dora Maar la reclusa, la mistica piegata nel corpo dall’artrosi, ma sempre più raffinata nello spirito.
Ginestra Paladino ha lanciato una provocazione che Fabrizio Sinisi ha raccolto per costruire questo trittico: tre facce, tre maschere, tre stazioni di un percorso esistenziale unico, lontani da qualsiasi tentazione di biopic, più vicini all’idea di una sorta di melologo in cui la musica di Carlo Boccadoro – un musicista che ha l’esperienza teatrale e la versatilità per “dipingere” questi ritratti musicali – accompagna la voce di Dora, immersa nel flusso di immagini che creeremo per lei, attraverso le tre tappe della sua lunga vita.
TEATRO MANZONI:
" AMANTI "
UNA COMMEDIA SCRITTA E DIRETTA DA
IVAN COTRONEO
Con FABRIZIA SACCHI,
ORSETTA DE ROSSI
Dal 14 al 26 febbraio 2023
È settembre. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato un fazzoletto su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano la stessa analista, la dottoressa Gilda Cioffi, psicoterapeuta specializzata in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con la dottoressa ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico.
Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore?
Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno dei due ha con la dottoressa Cioffi, la quale ovviamente ignora che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano alla dottoressa, dalla quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Laura e Roberto. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo.
Fino a quando qualcosa stravolge tutti gli equilibri.
TEATRO SAN BABILA: "
ORGASMO E PREGIUDIZIO "
di Diego Ruiz e Fiona Bettanini
Regia: Pino Ammendola e Nicola Pistoia
Date: dal 17 al 19 febbraio
In scena al Teatro San Babila Orgasmo e pregiudizio la commedia che ha debuttato per la prima volta nel 1999 e da allora ha collezionato più di 1500 repliche solo in Italia e il suo successo sembra inarrestabile.
Rappresentato ininterrottamente da 15 anni anche a Praga, poi a Londra, Bruxelles, Buenos Aires ha divertito trasversalmente tutte le generazioni, migliaia di spettatori senza limiti di età e nonostante siano passati tutti questi anni, gli argomenti trattati sono invariati di forza e attualità.
Tutti curiosi di spiare una coppia di amici costretta a condividere il letto di un Motel.
Da quel letto non scenderanno mai, ma su quel letto affronteranno le loro più intime paure, le reciproche curiosità, le debolezze mai ammesse, finendo col confessarsi segreti e tabù mai rivelati prima.
Un confronto aperto tra l’universo femminile e quello maschile che, senza volgarità, permette allo spettatore di fugare finalmente i propri dubbi sull’altro sesso e dare una risposta alle domande che non ha mai avuto il coraggio di fare.
Teatro Repower: “Piccole donne”
Per il secondo anno consecutivo in Italia la Compagnia dell'Alba porta in scena un nuovo Family Entertainment: “Piccole donne - il Musical di Broadway", avvalendosi della co-produzione del TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo. Il musical sarà in scena al Teatro Repower dal 24 al 26 febbraio.
“Piccole donne - il Musical di Broadway" è un adattamento del celebre romanzo di Luisa May Alcott che fin dalla sua pubblicazione nel 1868 è stato uno straordinario successo. Considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura per ragazzi è un romanzo senza tempo, una storia adatta al pubblico di ogni età che ha avuto innumerevoli trasposizioni cinematografiche e che ora la Compagnia dell’Alba presenta nella versione musicale di Broadway grazie ad uno speciale accordo con Music Theatre International.
Lo spettacolo, con protagonista Sutton Foster, ha debuttato al Virginia Theatre di Broadway il 23 gennaio 2005, a seguito di ben 55 anteprime, collezionando diverse nomination ai Tony Award, al Drama Desk Award e all’Outer Critics Circle Award dello stesso anno. Successivamente è stato presentato in tour in 30 città negli Stati Uniti, toccando anche San Diego e Washington DC, mentre altre produzioni hanno preso vita in Australia, Austria, Germania e Gran Bretagna. Il libretto del musical è di Allan Knee, le musiche di Jason Howland, le liriche di Mindi Dickstein.
La versione italiana è curata da Gianfranco Vergoni, le scene sono di Gabriele Moreschi, illuminate dal light designer Valerio Tiberi. La direzione musicale è di Gabriele de Guglielmo, mentre la regia e le coreografie sono di Fabrizio Angelini.
Il musical, come il romanzo, racconta le storie delle quattro sorelle March (Meg, la saggia, Beth, il tesoro di casa, Amy, la perfetta piccola dama, e in particolare Josephine, detta Jo, maschiaccio di casa e aspirante scrittrice) che nella seconda metà dell’800 vivono insieme alla loro mamma a Concord, nel Massachusetts, mentre il loro babbo è lontano, cappellano dell'esercito dell'Unione durante la guerra civile americana.
Le loro vite, questa volta in musica, si intrecciano con quelle di altri coloriti personaggi: il professor Bhaer, la zia March, il giovane Laurie con il signor Laurence, suo nonno, e il suo tutore, John Brooke. "Piccole donne" sarà proprio il titolo del romanzo che Jo scriverà sulla storia della sua famiglia e dei suoi amici e che verrà pubblicato da un grande editore. Un musical che, come consuetudine della Compagnia, sarà cantato interamente dal vivo.
Questo il cast: Jo - Edilge Di Stefano, Fritz Bhaer - Fabrizio Angelini, John Brooke - Gabriele de Guglielmo, Meg - Alberta Cipriani, Beth - Giulia Rubino, Amy - Claudia Mancini, Mamy - Carolina Ciampoli, Zia March - Laura Del Ciotto; con Giancarlo Teodori - Mr Laurence e con Flavio Gismondi – Laurie.
Teatro Menotti: “Il Giardino dei
Ciliegi”
Dall’8 al 26 febbraio, in Prima Nazionale, debutta la nuova produzione del Teatro Menotti “Il Giardino dei Ciliegi” di Anton Cechov, regia e adattamento di Rosario Lisma, con Milvia Marigliano, Rosario Lisma, Giovanni Franzoni, Eleonora Giovanardi, Tano Mongelli, Dalila Reas. E con la partecipazione in voce di Roberto Herlitzka.
Il Giardino dei Ciliegi è l’ultimo lavoro di un Cechov malato e vicino alla morte; eppure, mai così attaccato alla vita. Intesa come respiro, anima del mondo e speranza nel futuro.
“Nell’uomo muore tutto ciò che è legato ai cinque sensi – scrive nei suoi Quaderni – Quel che sta oltre è probabilmente enorme, inimmaginabile, sublime e sopravvive”.
Nella sua ultima “commedia” - perché così egli la definì e la intese - egli esprime ancora più lucidamente la sua riflessione sulla goffa incapacità di vivere degli esseri umani. Il loro strabismo esistenziale sulla propria anima. Ljuba e suo fratello Gaev, un tempo lieti, da bambini, tornano nell’età matura nel luogo simbolo della loro felicità appassita, la stanza chiamata ancora “dei bambini” da cui si intravede il loro giardino dei ciliegi, un tempo motivo di vanto e orgoglio in tutto il distretto.
TEATRO MANZONI:
" Il padre della sposa " dal 31 gennaio
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con Martina Difonte,
Marcella Lattuca
Roberto M. Iannone, Marcella Lattuca,Roberto M. Iannone
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Gianluca Guidi
Luci Umile Vainieri
Giovanni è un imprenditore e padre di famiglia, la cui bella e giovane figlia sta per convolare a nozze. La ragazza sta per sposare il rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio, con annessi caotici preparativi, avrà un effetto straniante sul povero padre. In cuor suo l’uomo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa impazzire. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio, nonché l’invasione casalinga di un eccentrico e costosissimo organizzatore di matrimoni, che sceglierà di organizzare il ricevimento proprio in casa. Tutto ciò porterà l’uomo ad assumere bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado, nonostante il sostegno della moglie Michelle. Il padre della sposa, di cui saranno strepitosi mattatori Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi, qui guidati da Gianluca Guidi, si presenta come una divertente comedy piena di gag e momenti coinvolgenti, animata da situazioni tenere e divertenti.
TEATRO CARCANO: "
Oylem Goylem " con/di
Moni Ovadia
dal 2 al 5 febbraio
scritto diretto  e interpretato da Moni Ovadia.
Oylem Goylem è un vero e proprio fenomeno epocale che in qualche misura ha modificato il tessuto culturale del nostro Paese. Uno spettacolo di straordinaria tensione etica ed espressiva in cui l’eccellente affabulatore Moni Ovadia, con i bravi musicisti della sua Orchestra, sa unire esilarante comicità, pietà e protesta civile.
La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Oylem Goylem”. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.
Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare. Uno spettacolo che “sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il “suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora.. La Moni Ovadia Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete.
“Oylem Goylem” è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale.
TEATRO MANZONI:
"IL GIAGUARO MI GUARDA STORTO" (10 - 22 gennaio)
Ritorno sui palchi dei teatri piena di desideri, racconti e interrogativi. Il primo desiderio è quello di ritrovarvi, scambiaresguardi con ogni spettatrice e con ogni spettatore seduto in platea dalla prima all’ultima fila, nessuno escluso, per scoprire chi siamo diventati dopo questa assenza epocale.
Dai racconti d’infanzia alla difficile relazione che abbiamo con l’attesa, dalla perplessità nei confronti degli animali umani alla stima per le formiche, il filo conduttore sarà il desiderio, stupore vitale che accende sogni, infuoca cuori e libera movimento.
Durante il nostro incontro potrete danzare con me, guardare in silenzio, fare domande o dare risposte. Potrete anche chiudere gli occhi, ascoltare le mie parole come fossero una ninna nanna e addormentarvi, l’importante è non smettere di sognare e tenere gli occhi ben aperti una volta fuori dal teatro. Teresa ManninoI Legnanesi ad Assago

Inaugurato stasera ad Assago lo spettacolo dei Legnanesi :"Liberi di sognare" al teatro Repower. Un successo di pubblico con la bravura solita della compagnia dialettale di Legnano. Un ritorno molto atteso e applaudito.
Milano 29 Dice.bre 2022 Achille Guzzardella
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