Archivio  Musica 2008                      MESI  G F M A M G L S O N D

La  Bayadère al Teatro alla Scala

Proseguono con successo le repliche de La Bayadère, esotica coreografia di Natalia Makarova da  Marius Petipa che per la quinta Stagione viene rappresentata con successo. Nella terza rappresentazione abbiamo ancora ritrovato la ballerina ucraina  Svetlana Zakharova ( foto Archivio Scala)), la baiadera Nikiya, e lo statuario Roberto Bolle, il nobile Solor. La Zakharova, insuperabile per grazia ed eleganza è stata ben sostenuta dalla consuetà scultorea fisicità di Bolle che soprattutto nei passi solistici ha riscosso un entusiastico consenso da parte del pubblico che gremiva il teatro. Ricordiamo che Il celebre balletto costruito da Marius Petipa sulle musiche di Ludwig Minkus, debuttò al  Bol’šoj di San Pietroburgo il 23 gennaio del 1877 e arrivò alla Scala nel 1965 con i grandi Nureyev, anche coreografo, e Margot Fonteyn. Da allora rappresenta una tappa obbligata per i grandi ballerini dei maggiori teatri lirici. Si rimane ancora colpiti da quelle splendide, se pur tradizionali, scenografie di Pierluigi Samaritani e da quei lucenti e coloratissimi costumi di Yolanda Sonnabend che sono in perfetta sintonia col contesto coreografico e musicale. Le musiche del viennese Minkus (1827-1890), pur non avendo un’unità stilistica ben delineata - ci sono infatti influenze che vanno dai romantici tedeschi e russi agli Strauss viennesi-  ben si addicono alle variegate sequenze del balletto. Ispirato a una leggenda tratta dal poema indiano Sakùntala di Kalidasa, ne  La Bayadère gli accesi colori scenografici, i variegati movimenti coreografici, il rapporto tra singoli, coppie o gruppi di ballerini, collimano con la smagliante timbrica orchestrale e i pregnanti tocchi solistici del violino (bravissimo Francesco De Angelis), del violoncello o dei fiati. Valida la direzione orchestrale di  Philip Ellis e ottimo come sempre il Corpo di Ballo scaligero. Bravissima e applauditissima l’artista ospite Marianela Nuñez nel ruolo di Gamzatti, esemplare Antonino Sutera, l’ilodo d’oro e bravi tutti gli altri protagonisti. Prossime repliche il 20-28-30 (due rappr.) 31 dicembre. Da non perdere.

19 dicembre      Cesare  Guzzardella  

L’Orchestra Sinfonica della radio e televisione di Mosca al Coccia di Novara

Si è concluso giovedì 18 dicembre al Teatro Coccia l'Autunno musicale Guido Cantelli 2008, l'ormai tradizionale stagione sinfonica della città di Novara. Dopo l'appuntamento con la grande musica tedesca di lunedì 14,  il cartellone proponeva al pubblico, accorso numerosissimo ed entusiasta, due notissimi capolavori dell'altra 'vetta' della civiltà musicale europea otto-novecentesca, quella russa: il Concerto n. 2 in do magg. op. 18 per pianoforte e orchestra di Serghej Rachmaninov e la Sinfonia n. 6 in si min. op. 74 'Patetica' di Pjotr I. Ciajkovskji. L'esecuzione era affidata all'Orchestra sinfonica della radio e televisione di Mosca, un complesso nato nell'ormai lontano 1945, specializzato nel grande repertorio russo dell'otto-novecento e (fatto curioso...) nelle colonne sonore di film e documentari. Ha al suo attivo numerose tournée europee e registrazioni discografiche (32 CD con varie sigle).  Direttore il moscovita Alexej Kornjenko, attualmente direttore ospite della Filarmonica di Mosca, ma attivo anche in Europa occidentale con la direzione dell'orchestra da camera Collegium Musicum della Carinzia ed altri incarichi presso istituzioni musicali di area austro-tedesca. Al pianoforte sedeva un giovane solista già noto al pubblico novarese, Giuseppe Albanese. Albanese appartiene alla razza, purtroppo rara in Italia, degli interpreti che accompagnano ad una rigorosa preparazione musicale, 'tecnica', una solida base culturale di indirizzo umanistico: studi liceali classici, laurea in filosofia (tesi sull'estetica di Listz negli Années de pèlerinage), docenza universitaria presso l'università di Messina. Come pianista, esce  dal Conservatorio Rossini di Pesaro e dalla prestigiosa Accademia Internazionale di Imola sotto la guida di P. Rattalino. Il concerto di Rachmaninov, con il virtuosismo eccezionale e talora un po' pletorico riservato al pianoforte, costituisce il banco di prova ideale per far brillare le doti precipue di questo interprete, che sono il dominio tecnico agguerritissimo della tastiera, la diteggiatura straordinaria, l'abilità nell'assecondare le frequenti variazioni agogiche del pezzo, la netta limpidezza del suono. Un'interpretazione, la sua, che ha conquistato il pubblico, anche grazie alla direzione di Kornjenko, attento nel mantenere un buon equilibrio fra strumento solista ed orchestra, tranne forse che in alcuni passaggi del tempo centrale, in cui le parti solistiche di più abbandonato lirismo sono talvolta sembrate un po' sopraffatte dalla 'massa' orchestrale. Un appunto  critico meritano anche alcuni passaggi dell'Allegro finale, dove il clarinetto non sempre 'rispondeva' adeguatamente al pianoforte. Nel complesso, comunque, una buona esecuzione, a lungo giustamente applaudita e seguita da due bis - da Gerschwin e da Horowitz ('Scintille')- di scintillante (appunto!) virtuosismo. Qualche riserva merita l'esecuzione della 'Patetica': qui, soprattutto nel finale, è emerso il limite più serio dell'orchestra moscovita, impeccabile negli archi, ma non sempre adeguata nella sezione dei fiati, piuttosto opachi, e soprattutto negli ottoni gravi, (ah, quella tuba rantolante nel finale...!). Il folto pubblico (Coccia strapieno!), ha comunque tributato alla fine un convinto applauso, affascinato da una musica che garantisce in ogni caso un sicuro effetto sugli ascoltatori. Si chiude dunque sulle note di Ciajkovskji la prima parte della stagione musicale 2008-09 dell'Associazione Amici della musica di Novara: attendiamo con interesse l'inizio, a Gennaio, della seconda, dedicata alla musica da Camera.


18 dicembre        Bruno Busca

Kavakos e Nagy per le Serate Musicali  

E' tornato sul palco della Sala Verdi del Conservatorio milanese il violinista greco Leonidas Kavakos, accompagnato al pianoforte da Peter Nagy. Il programma presentato, di raro ascolto, prevedeva la Sonata per violino e pianoforte in la magg. D574 "Grand Duo "di F. Schubert, la Sonata per violino e pianoforte di L.Janacek e quella n.1 Sz 75 di B.Bartok. La splendida sonata che Schubert scrisse nel 1817, quella di maggiori dimensioni nei suoi quattro movimenti, è stata interpretata con evidente leggerezza e dolcezza dall'eccellente duo. Cambio di accenti e grandi contrasti nella Sonata (1914-22) di Janacek, unico duetto del compositore e in quella (1922-23) di Bartok, seconda in ordine temporale delle tre di questo genere da lui composte. In questi due  complessi lavori, ricchi di spunti tematici dal sapore popolaresco e di  timbriche con espressività spesso taglienti, gli interpreti, in perfetta sinergia, hanno evidenziato  le loro qualità musicali non comuni. Kavakos, 44 anni, vincitore del Sibelius nel 1984 e del Paganini nel 1988, uno dei piu richiesti violinisti sulla scena mondiale, ha un repertorio particolarmente vasto che trova anche nella musica del '900 profondità d'interpretazione. Il caloroso successo ottenuto al termine del concerto ne è una dimostrazione. Il talentuoso ungherese  Nagy, 48 anni, onorato nel 2001 di un importante Premio Liszt, ha sostenuto con misurato equilibrio la parte pianistica superando agevolmente le difficoltà tecniche che soprattutto la sonata di Bartok comporta. Al termine dei brani in programma abbiamo avuto il piacere di ascoltare due eccellenti bis: forse Ravel e un intenso Brahms.  

17 dicembre       Cesare Guzzardella

La Wurttembergische Philharmonie Reutlingen al Coccia di Novara  

Nell'ambito della stagione sinfonica  'Autunno musicale Guido Cantelli 2008', organizzata dall'Associazione amici della musica Vittorio Cocito, gli appassionati musicofili novaresi hanno potuto ascoltare presso il Teatro Coccia, lunedì 15 dicembre, un concerto di notevole interesse e di  alta qualità esecutiva: in cartellone la Seconda Sinfonia in Re maggiore op. 36 e il Concerto per pianoforte e orchestra in Mi bem. maggiore n. 5 op. 73 'Imperatore' di L. van Beethoven (l'ordine di esecuzione è stato poi invertito al momento del concerto). L'orchestra ospite era la Wurttembergische Philharmonie Reutlingen, eccellente complesso, fondato nel 1945, di solida tradizione tedesca, compatto e ottimamente registrato in tutti i reparti, che ha il meglio del suo repertorio, ovviamente, nella tradizione della musica tedesca dell'8oo, Beethoven, Mendelssohn e Bruckner in testa. La dirigeva, per l'occasione, il giovane (31 anni) Aleksandar Markovic (nella foto): studi a Vienna con Leopold Hager, primo premio nel 2004 al concorso internazionale per direttori d'orchestra  G.Fitelberg a Katowice, dal 2005 Primo Direttore al Tiroler Landestheater di Innsbruck, un repertorio da Beethoven a Ligeti. Nel concerto novarese ha mostrato di essere ormai più di una semplice promessa nel panorama europeo della direzione d'orchestra: autorevole ed elegante nel gesto, sicuro nello stacco dei tempi, capace di aderire, con rara intelligenza interpretativa, alle diverse pieghe espressive del testo musicale. Davvero esemplare l'esecuzione della seconda sinfonia del Maestro di Bonn, ove la direzione di Markovic ha dato il giusto rilievo al ruolo particolare che assume qui per la prima volta nella produzione sinfonica beethoveniana la sezione dei fiati, conferendole una fisionomia ben stagliata rispetto alla compatta 'massa' orchestrale. Decisamente apprezzabile, poi, la qualità esecutiva dell'ampia introduzione (che risente ancora dello stile haydniano), resa molto bene nell'abbandono alle volute melodiche disegnate dai vari strumenti, soprattutto i legni. Allo stesso livello si colloca l'interpretazione dell'allegro che segue l'introduzione, in cui il maestro è stato particolarmente bravo nel dare immediato vigore comunicativo alle energiche  pennellate, che sono il segreto della bellezza espressiva del brano (soprattutto la seconda idea, con il suo audace tono di fanfara). Nel Larghetto e nello Scherzo le movenze liriche quasi schumanniane del primo e i contrasti strumentali del secondo hanno trovato una efficace interpretazione nella bacchetta di Markovic. Nel rondò finale, si sarebbe forse desiderato un che di più morbido nell'esecuzione del meraviglioso inciso cantabile che precede l'ultimo erompere della frenetica, selvaggia ridda conclusiva. Al pianoforte, per l'Imperatore, sedeva un altro giovane (del 1979) interprete: il pianista romeno, ma ormai naturalizzato austro-tedesco, Herbert Schuh: ha studiato con Kurt Hantsch e con K. H. Kaemmerling; vincitore al Casagrande di Terni, alla London Internatinal Piano Competition, al Concorso internazionale di Vienna, ha suonato con numerose orchestre europee ( fra cui la London Philarmonic) e con presitgiosi direttori (è stato, fra l'altro, diretto da Pierre Boulez): Mozart, Beethoven e Schubert, sono attualmente i suoi autori preferiti: Nel 'suo' Imperatore abbiamo apprezzato l'eccellente padronanza tecnica della tastiera, la limpidezza del suono, la capacità di svariare sui più diversi registri espressivi, dalla celeberrima cascata di arpeggi e trilli e scale dell'inizio del primo tempo alla successiva idea in mi bemolle minore, di cui ha reso perfettamente il senso di misteriosa marcia in pianissimo, alla morbida, serena cantabilità del secondo tempo, al ritmo rimbalzante e vorticoso del tempo finale: tutto a un livello di virtuosismo dispiegato in forme già mature. Nel bis Schuch ha eseguito il primo pezzo  del Gaspar de la nuit, mettendo in luce le due qualità principali della musica raveliana: l'iridescenza dei cromatismi e la limpidezza 'cartesiana' delle linee architettoniche della composizione. Teatro quasi pieno, un pubblico, anche giovanile, che ha tributato ai due interpreti e all'orchestra, una vera ovazione: una serata di ottima musica a Novara! www.teatrococcia.it

16  dicembre       Bruno Busca

Ancora successo alla Scala per il Don Carlo  

Anche la seconda replica di ieri del Don Carlo verdiano ha rivelato un tangibile successo di pubblico. Dopo le polemiche esasperate ed eccessive seguite alla Prima, finalmente una ritrovata serenità rende il giudizio complessivo della messinscena più obiettivo e, a mio avviso, complessivamente più che accettabile. Certo il Teatro alla Scala non è un teatro qualunque e parlare di buon successo non è di certo molto. Positiva la regia e soprattutto l’essenziale, geometrica e prospettica scenografia di Stéphane Braunschweig che mette in primo piano i protagonisti accentuando l’elemento drammaturgico-musicale. Anche la simbologia dell’infanzia con i protagonisti-bambini che entrano in scena è ben riuscita. Funzionali alle scene le rilevanti luci di Marion Hewelett. Nella terza rappresentazione abbiamo trovato il cast vocale della prima ad eccezione di Ferruccio Furlanetto, Filippo II, cui è subentrato Matti Salminen. Nell’insieme un più che valido cast, con una voce chiara e incisiva per Stuart Neill (tutte le foto dall'Archivio Scala- M.Brescia), Don Carlo, con le protagoniste femminili, Fiorenza Cedolins (foto) e Dolora Zajick, Elisabetta di Valois e la Principessa d’Eboli, in evidente crescita negli ultimi atti per bellezza e robustezza timbrica, bravi Salminen, Filippo II, Dalibor Jenis, Rodrigo, e ancora meglio Anatolij Kotcherga, il Grande Inquisitore. Valida la direzione energica e dettagliata di Daniele Gatti, con quel lento e mistico finale particolarmente suggestivo. Successo di pubblico. Prossime repliche il 14-16-19-21 dicembre e il 4-8-11-15 gennaio.  

13   dicembre          Cesare  Guzzardella   

Roberto Prosseda per le Serate  Musicali  

Il pianista Roberto Prosseda ha tenuto un concerto particolarmente interessante nella Sala Puccini del Conservatorio milanese. Il programma coraggioso e soprattutto inconsueto, era incentrato su un’ampia selezione delle  celebri Romanze senza parole di F.Mendelssohn e su poche altre composizioni del tedesco intervallate da brevi composizioni di autori contemporanei quali Solbiati, Panni, Boccadoro, Fedele, Campogrande, Castaldi, Fazzari. Questa operazione  di accostamento ha anche il merito di avvicinare il pubblico alla conoscenza dei nuovi compositori. Prosseda è uno specialista di Mendelssohn ed esegue spesso rarità di questo musicista come l’Adagio e Presto agitato del 1833 recentemente scoperto. Molte di questi brani sono usciti in Cd per la  prestigiosa casa discografica Decca. La scelta dei brani recenti non è stata casuale ma fatta in perfetta sintonia con le Romanze e il risultato complessivo del concerto è  avvincente sotto ogni profilo. Interessanti i brani inframezzati, soprattutto Nachtmusik di Ivan Fedele, composto per l’occasione, Mendelssohn (2006) di Paolo Castaldi e la recentissima rielaborazione di Hans Fazzari intitolata appunto Lied ohne Worte. Prosseda ha completamente interiorizzato i brani mendelssohoniani restituendo un'interpretazione riflessiva e dettagliata che si esprime attraverso una  dilatazione delle sonorità che risultano particolarmente espressive e un uso sapiente dei pedali. Splendido il bis proposto con la Barcarola veneziana di Mendelssohn. Unica pecca è stata la mancanza di pubblico in una sala che invece meritava di essere al completo.

13  dicembre       Cesare  Guzzardella

Un Concerto Straordinario alla Scala a favore del Comitato Negri-Weizmann

Ieri sera al Teatro alla Scala si è tenuto l’annuale  Concerto Straordinario a favore del Comitato Negri-Weizmann istituzione sorta per favorire la   collaborazione scientifica tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l’Istituto Weizmann di Scienze. Il direttore d’orchestra Pietari Inkinen (nella foto) ha ottimamente diretto la Filarmonica scaligera. La Falarmonica e un trio d’importanti solisti come il violinista Vadim Repin, il violoncellista Mischa Maisky ed il pianista Itamar Golan hanno ben interpretato gli autori in programma: Rossini, Brahms, Šostakovič e Beethoven. Valida l’esecuzione del Concerto in la min. op. 102 di J Brahms e ancor più rilevante il triplo Concerto in do magg. Op.56 di L.v. Beethoven nel quale i solisti (splendido il pianista Golan) hanno mostrato un’intesa particolarmente sinergica con l’ottima direzione di Inkinen. Ricordiamo ancora che questo concerto finanzia le attività di ricerca degli istituti Negri-Weizmann che, come evidenziato nell’elegante libretto di sala, prestano particolare attenzione, oltre che alla cura dei tumori e ai trapianti di organi, alle neuroscienze e alle malattie neurodegenerative progressive come quella di Alzhaimer. Per informazioni o donazioni si può telefonare al numero 02-6775409 o consultare il sito: www.negriweizmann.org

10  dicembre       Cesare Guzzardella

Barry Douglas al Dal Verme con  I Pomeriggi musicali  

Il pianista irlandese Barry Douglas ha portato due lavori di rara frequentazione come i Concerti per pianoforte e orchestra di F. Mendelssohn  al Teatro Dal Verme, dirigendo  l'orchestra dei Pomeriggi anche nella più nota Sinfonia n.39 K.543 di W.A.Mozart. L'op.25 e l'op.40 di Mendelssohn-Bartholdy sono state interpretate con determinazione  da Douglas, pianista che nel 1986 vinse l'importante Concorso Internazionale Cajkovskij  di Mosca. Molto espressive e delineate da un timbro luminoso e poetico le parti centrali dei concerti. Questi movimenti  ci rivelano un Mendelssohn significativamente romantico e musicalmente profondo. Specie nel più maturo Concerto n.2 , un capolavoro della musica romantica purtroppo ancora poco eseguito, l'influenza di Schumann appare evidente. Dopo l'intervallo, più che valida l'interpretazione della sinfonia mozartiana. Il pubblico che gremiva il Teatro dal Verme  ha tributato a Douglas e all'Orchestra dei Pomeriggi calorosi applausi. Prossimo appuntamento il 18 e il 20 dicembre con il Concerto di Natale affidato alla bacchetta di Jader Bignamini per i Valzer di Strauss.  

8 dicembre    Cesare Guzzardella

Evgenij Kissin per la Società dei Concerti  

Serata importante quella di ieri per La Società dei Concerti e per il numeroso pubblico intervenuto che ha avuto il privilegio di ascoltare il grande pianista russo Evgenji Kissin. Al termine dello splendido concerto, per festeggiare i  vent'anni dal suo primo incontro  con questa importante Società, è stata consegnata al pianista dal Presidente della Fondazione Antonio Mormone una targa. Programma all'insegna di due grandi compositori: Prokof'ev e Chopin. Eccellente il Prokof'ev di Kissin, sia nella selezione dei brani pianistici dal Romeo e Giulietta, sia in quella  complessa e contrastata Sonata n.8 in si bem.magg op.84. La sorprendente capacità d'interiorizzazione musicale di Kissin risulta evidente nell'interpretazione di Prokof'ev. L'approccio scultoreo con sfaccettature sonore marcate nella sua meditata esecuzione, dà una forza espressiva tale da rendere unica e inimitabile la sua interpretazione. In passato troviamo interpretazioni di questo livello solo in grandi come Richter e Gilels. Dopo l'intervallo abbiamo ascoltato la Polonaise op.6, tre Mazurche e una selezione di otto Studi scelti tra l'op.10 e l'op. 25. Ottime e per alcuni Studi esemplari l'interpretazione di Kissin. Acclamato e premiato, al termine del programma ufficiale  ha concesso tre splendidi bis. Da ricordare.

4   dicembre       Cesare  Guzzardella    

È tornato Shlomo Mintz alle  Serate Musicali  

Programma variegato per il violinista Shlomo Mintz che insieme all'ottimo pianista Torleif Torgersen ha tenuto un concerto per le Serate Musicali intrepretando rarità come i 5 brevi pezzi H.193 di B.Martinu, la Sonata per violino e pianoforte op.21 di E. Dohnanyi e il recente brano di A.Skoumal denominato Djinnia. Più noti invece i brani di J.Brahms, lo Scherzo in do minore e la Sonata n.3 op.108 e quello di A. Bazzini La ridda dei folletti. Mintz, tra i maggiori violinisti presenti sulla scena mondiale ha mostrato grinta, nitore espressivo e virtuosimo esemplare. Molto incisivi i brevi brani politonali di Martinu e splendido il brano di Skoumal Djinnia  (2007). Con un esemplare Ridda dei folletti, brano dal sapore paganiniano,  Mintz ha concluso il programma concedendo al termine un lungo e raro bis:  Poème di Ernst Chausson. Grandissimo successo di pubblico. Da ricordare  

2 dicembre    Cesare Guzzardella

Nathalie Stutzmann e la Verdi all'Auditorium  

Pomeriggio ancora di successo per il contralto Nathalie Stutzmann che nella replica domenicale all'Auditorium di l.go Mahler, accompagnata dalla Sinfonica Verdi per l'occasione diretta da Ion Marin, ha interpretato in modo mirabile otto lieder di F. Schubert. Selezionati dalle più celebri raccolte del musicista viennese ( Die schöne Müllerin, Schwanengesang, Die Winterreise ecc.) e orchestrati da Webern, Britten e Offenbach, le celebri liriche ascoltate hanno trovato nella profonda, pura, equilibrata ed altamente espressiva voce della Stutzmann un'interprete ideale. Adeguata la parte orchestrale della Verdi, orchestra che aveva iniziato il concerto con l'Ouverture Coriolano di Beethoven e che nella seconda parte del concerto ha ben interpretato Mendelssohn con la Sinfonia  n.4 "Italiana" . Tra i brani eseguiti dal celebre contralto ricordiamo almeno An Sylvia, Tränenregen, Ständchen e Die Forelle. Da ricordare  

1 dicembre     Cesare Guzzardella

NOVEMBRE

Alexander Romanovsky ai Pomeriggi Musicali del Dal Verme  

Il ventiquatrenne pianista ucraino Alexander Romanovsky vincitore a soli 17 anni del Concorso Internazionale "F.Busoni" ha suonato al Dal Verme con l'orchestra de "I Pomeriggi Musicali "diretta, per l'occasione, dall'israeliano Yaniv Dinur. In programma una rarità interpretativa di Jan Ladislav Dussek (1760-1812), il Concerto per pianoforte ed orchestra in Sol min. Op. 49 e quindi la Sinfonia n.88 in Sol maggiore di F.J.Haydn. Il compositore boemo Dussek è nato qualche anno dopo  Mozart e dieci anni prima di Beethoven ed ha composto una quindicina di concerti per pianoforte ed orchestra molti dei quali in slile Biedermaier. Quello ascoltato ieri è uno degli ultimi ed è tra i più originali in quanto anticipa modi compositivi che ricordano Schumann e soprattutto Chopin per la capacità di evidenziare il canto in modo romanticamente leggero. Avvincente sotto ogni profilo l'interpretazione di Romanovski, pianista noto soprattutto per le rilevanti esecuzioni di Brahms, Schumann e Chopin. Il  tocco leggero e garbato che evidenzia la melodia in modo particolarmente espressivo ha sottolineato il carattere  del concerto di Dussek giocato su evidenti contrasti che, soprattutto nel Rondò finale, rimandano alla tradizione musicale e di folclore dell'est-Europa. Bellissimi i due bis pianistici: un prezioso e clavicembalistico brano di Rameau reso al pianoforte con maestria da Romanovski ed il profondo Notturno postumo in do dies.minore di F. Chopin. Dopo l'intervallo, valida l'esecuzione della sinfonia haydniana. Successo di pubblico.  

29 novembre     Cesare Guzzardella

L'Orchestra di Brema e Anderszewski per le Serate Musicali in ricordo di Alberto Falck  

Una delle più importanti formazioni orchestrali cameristiche, la Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, ha tenuto un bellissimo concerto in Conservatorio per le Serate Musicali. L'ottima compagine tedesca di Brema, con il suo primo violino e direttore concertatore Florian Donderer (foto in basso) ha interpretato musiche di Haydn e di Beethoven anche in sinergia con l'eccellente pianista Piotr Anderszewski (foto a lato). Dopo una splendida sinfonia haydniana, la n.54 in sol maggiore, interpretata con vigore, incisività ed espressiva partecipazione emotiva da parte di tutti gli orchestrali,  il pianista polacco-ungherese ha esguito in solitaria la Sonata n.31 in do magg. op.15 di L.v.Beethoven rivelando doti pianistiche di primo livello. Il momento culminante della splendida seratà si è avuto dopo l'intervallo con una mirabile esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in do magg. Op.15 di Beethoven. Anderszewski, nella veste anche di direttore, ci ha donato un'interpretazione particolarmente nitida, calibrata ed espressiva e  le ottime qualità della compagine orchestrale sono risultate evidenti specie nell'energico Rondò finale che ha concluso il concerto. Grandissimo successo e un bis pianistico con un breve brano di Schumann.  

28  novembre    Cesare Guzzardella

Massimo Quarta e i 24 Capricci di Paganini per le "Serate Musicali"

Il violino Stradivari “Conte De Fontana” del 1702 utilizzato da Massimo Quarta è risuonato a lungo ieri in Conservatorio nel concerto  organizzato dalle Serate Musicali. In programma i 24 Capricci op.1 per violino solo di Niccolò Paganini, summa dell’arte compositiva violinistica. Quarta, vincitore nel 1991 a Genova del più prestigioso Concorso Internazionale per violino, il “Paganini” appunto, ha sostenuto ottimamente la non facile prova eseguendo i Capricci in due parti e proponendo al termine un'altrettanto virtuosistico bis con un brano di Locatelli denominato “Labirinto armonico”. L’interpretazione, qualitativamente in crescendo, con il glorioso finale rappresentato dal celebre Capriccio n.24 in la minore è stata accolta con attenzione dal numeroso pubblico intervenuto e al termine il successo è risultato pienamente meritato. Da ricordare. Giovedì 27, le Serate  Musicali ospiteranno la Die Deutsche Kammerphilarmonie Bremen ed il pianista Piotr Anderszewski per un concerto commemorativo in memoria di Alberto Falck. Per informazioni: Serate Musicali t. 02-29409724

25  novembre    Cesare Guzzardella

Grande successo per La voix humaine della Fabbricini ai Pomeriggi Musicali  

Un programma particolarmente riuscito quello scelto dal direttore Antonello Manacorda e dall'Orchestra de I Pomeriggi Musicali al Teatro Dal Verme. Tre brani ottimamente interpretati dall'Orfeo e Uridice di C.W.Gluck hanno preceduto uno degli atti unici più riusciti del Novecento: La voix humaine di Francis Poulenc. Protagonista  l'eccellente soprano Tiziana Fabbricini che in piena sinergia con l'avvincente direzione di Manacorda è riuscita ad intepretare in modo mirabile sia musicalmente che attorialmente il non facile ruolo femminile inventato da Jean Cocteau nel 1930 ed apparso per la prima volta sulla scena musicale nel febbraio del 1959. Esempio massimo di integrazione tra arte di recitazione e musicale,  La voix humaine  prevede una scena molto scarna con un letto, un telefono e una donna che dialoga con un uomo. Ogni dettaglio del testo viene sottolineato e drammaturgicamente esasperato dalla splendida musica che Poulenc ha saputo creare riempiendo ancor più di significato il testo di Cocteau. Grandissimo il successo ottenuto dalla Fabbricini. Bravissimi Manacorda e l'Orchestra dei Pomeriggi. Da ricordare. Replica sabato, 22 novembre alle ore 17.00.  

21  novembre    Cesare Guzzardella  

Sir Neville Marriner e Monica Bacelli per il "Quartetto"  

Sir Neville Marriner ha diretto l'Orchestra della Toscana in Conservatorio impaginando un programma particolarmente classico con la Sinfonia n.35 "Haffner", ultima delle sei grandi sinfonie di Mozart, in testa, la Sinfonia n.96 "Il miracolo" di Haydn in coda e nel centro alcuni lieder di Schubert interpretati dalla bravissima mezzosoprano Monica Bacelli. Marriner dimostra come sempre di essere uno dei migliori direttori nel repertorio dei classici. Efficace soprattutto l'esecuzione della  splendida sinfonia londinese haydiniana, resa in modo mirabile dall'eccellente orchestra toscana. Avvincente la trascrizione di Anton Webern dei Quattro Lieder  dai più importanti cicli vocali di Schubert. L'ulteriore drammatizzazione dei brani,  duvuta ad una sorprendente orchestrazione che Webern ha fatto in giovane età, è stata evidenziata dal chiaro e pregnante timbro della Bacelli, una delle migliori voci liriche presenti sulla scena mondiale. Dopo una lunare Romanza di Axa da Rosamunda abbiamo ascoltato uno splendido bis: il celebre Die Forelle. Ricordiamo che la Bacelli ha un repertorio molto vasto che spazia dalla musica antica al contemporaneo e prossimamente la potremo ascoltare in un recital al Teatro alla  Scala. Grande successo di pubblico.  

19  novembre      Cesare Guzzardella  

Nicola Piovani dirige la “Verdi” all’Auditorium  

E’ tornato a Milano Nicola Piovani con la sua musica. Dopo il successo ottenuto al Teatro Strehler con la sua Suite in sette movimenti per sette strumenti "Epta"  adesso lo ascoltiamo alla direzione dell’Orchestra Sinfonica Verdi in un programma che prevede l’esecuzione dei suoi più grandi successi cinematografici: La vita è bella (premio Oscar), Pinocchio, La stanza del figlio, Ginger e Fred, Caro diario, La messa è finita, La voce della luna ecc. Pianista, compositore e direttore d'orchestra, Nicola Piovani è stato allievo del musicista greco Manos Hadjidakis ed è uno dei più affermati compositori di colonne sonore ma anche autore di musica cameristica, sinfonica e corale. Ultima replica domenica, 16 novembre alle ore 16.00www.orchestrasinfonica.milano.it/

15  novembre      C. G.

Il violinista Pavel Berman ai Pomeriggi musicali  

Sorprendente l'interpretazione che Pavel Berman ci ha donato ieri al Teatro Dal Verme. In programma la raffinata trascrizione per violino e orchestra  dei Capricci op.1 per violino solo di Niccolò Paganini. I notissimi Capricci paganiniani, esempio massimo di virtuosismo strumentale,  sono stati reinterpretati dal compositore lituano Giedrius Kuprevichius lasciando inalterata la parte solistica ma evidenziandola in modo originale attraverso gli interventi degli archi, del clavicembalo e delle percussioni.  Le  sonorità timbriche e le particolari varianti armoniche hanno portato i Capricci ad assumere di volta in volta sembianze diverse, con richiami stilistici che ricordavano il Settecento ed il  contemporaneo. Il risultato ottenuto, grazia anche all'impeccabile interpretazione di Berman - qui anche nella veste di direttore -, e ad una bravissima orchestra dei Pomeriggi, è stato splendido sotto ogni profilo. Dopo l'intervallo è stata ottimamente eseguita  la Sinfonia n.94 di Haydn denominata "Col rullo di timpani". Grande successo di pubblico. Ultima replica: sabato, 15 novembre alle ore 17.00.  www.dalverme.org/pomeriggi.php

14  novembre       Cesare  Guzzardella   

Teatro alla Scala: l’ultimo concerto di Alfred Brendel  

Serata memorabile quella di ieri sera al Teatro alla Scala, in coproduzione con la Società del Quartetto, con l’ultimo concerto italiano di Alfred Brendel. Il pianista settantasettenne ha deciso di ritirarsi dalla scena concertistica e girando per l’Europa lascia gli ultimi tangibili segni della sua arte interpretativa. Un teatro al completo ha ascoltato in assoluto silenzio il programma tutto viennese scelto dal celebre interprete: Haydn con le Variazioni in fa.min. Hob.XVII/6., Mozart con la Sonata in fa magg. K 533, Beethoven con la Sonata “quasi una fantasia” in mi bem.magg. op.27 n.1 e dopo l’intervallo l’ultima sonata di Schubert quella in si bem.magg D 960. C'è da stupirsi della decisione di Brendel di lasciare le scene quando all’ascolto dei suoi amatissimi  classici si rimane ancora estasiati per le sue integre ed eccelse qualità. Il suo stile inconfondibile presenta sempre una chiarezza espressiva unica. La bellezza canoviana di molti fraseggi mediati da un’eleganza ed una leggerezza impareggiabili sia in Haydn che in Mozart  si accosta alla profondità riflessiva di Beethoven e dell’ultimo Schubert. Finale alla grande  con interminabili standing ovation e ben quattro bis: una semplice e deliziosa Bagatella (WoO56-Andante) di Beethoven, un placido Liszt da “Annèes de pélerinage- Primo anno-Suisse"(Au Lac de Wallenstadt-andante placido), un intenso Bach e, a conclusione, l' Improvviso op.90 n.3 di Schubert. Da ricordare.  

11  novembre      Cesare  Guzzardella

La vedova allegra alla Scala  

Continuano con successo al Teatro alla Scala le repliche dell’operetta più famosa al mondo, La vedova allegra (Die Lustige Witwe). Per la prima volta sul palcoscenico del Piermarini, il più importante lavoro di Franz Lehár scritto nel 1905 su libretto di Viktor Léon e di Leo Stein, viene rappresentato senza i recitativi in tedesco e con un simpatico intervento esplicativo di Philippe Daverio che introduce le sequenze sceniche spiegando in modo garbato ed ironico la divertente vicenda. I protagonisti, nella quarta rappresentazione, sono stati ottimamente interpretati da Eva-Maria Westbroek , Hanna Glawari la ricca vedova (le foto sono di M.Brescia-Archivio Scala), Will Hartmann, il Conte Danilo, Wolfgang Bankl, il Barone Mirko Zeta, Nino Surguladze, Valencienne  moglie del Barone, Dmitry Korchakc, Camille de Rosillon e molti altri. L’ambientazione in piena cultura belle époque è stata definita dalle rilevanti regia, scenografie e costumi di Pier Luigi Pizzi e la splendida musica è stata diretta con eleganza da Asher Fisch. Avvincenti anche  le coreografie di Gheorghe Iancu per i bravissimi  Allievi della Scuola di Ballo del teatro. Prossime repliche l’8-11-16-18-19-21-23 novembre. Caloroso successo di pubblico. 

8 novembre    C.G.

Barenboim e Muraro alla Scala  

Questa sera al Teatro alla Scala ultima replica del concerto  diretto da Daniel Barenboim con la partecipazione del pianista Roger Muraro (nella foto). In programma il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Béla Bártok e la Sinfonia Fantastica op.14 di Hector Berlioz. Brillante l'interpretazione offerta da Muraro del Concerto di Bartok. Muraro, vincitore d'importanti concorsi internazionali, è noto soprattutto come interprete di Messiaen ed è specialista nel repertorio del Novecento e contemporaneo. Il Concerto n.2 dell'ungherese scritto nel 1931 è uno  dei massimi esempi di libera ed estesa creatività dettata da un linguaggio molto personale nel quale gli elementi  ritmici e percussivi sono dominanti. Splendida l'intesa Baremboin-Muraro e rilevanti i colori dei fiati e delle percussioni dell'Orchestra scaligera. Dopo l'intervallo Barenboim ci ha offerto un'ottima interpretazione del capolavoro sinfonico che Berlioz compose in prima stesura nel 1827-28 e che anticipa quelli che saranni i grandi Poemici sinfonici futuri. Grande successo di pubblico. Ultima replica questa sera alle ore 20.00.  

6  novembre    C.G.

Stephen Hough per le Sarate Musicali  

E' un pianista particolarmente versatile Stephen Hough. Il programma presentato ieri in Conservatorio per le Serate Musicali è stato costruito con intelligenza partendo da un  Bach conosciutissimo, quello della Toccata e Fuga in re minore,  una Toccata rivisitata al pianoforte prima da Cortot e poi da Hough stesso. Il nostro pianista è infatti anche un valido compositore ed anche scrittore. Dopo l'ottima interpretazione bachiana con un pianoforte che esprimeva espressività organistica, abbiamo ascoltato alcuni brani di rara esecuzione di G. Faurè come il Notturno n.6 op.63, l'Improvviso n.5 op.102 e la Barcarola n.5 op.66. Preziosità pianistiche che hanno trovato un'esecuzione raffinata. Da Faurè a C. Franck il passo è breve e il Preludio, Corale e Fuga del compositore franco-belga, che trova in Bach un riferimento certo, è stato ottimamente interpretato da Hough. Cambio di orizzonte nella seconda parte del concerto con un brano particolarmente interessante di Aaron Copland del 1930, le  Variazioni per pianoforte op.27.  Copland (1900-1990), uno dei massimi compositori statunitensi del '900, ha assorbito in pieno la cultura  classica e lo stile europeo del secolo scorso producendo queste brevi ma illuminate variazioni. Il tema prevalentemente ritmico è breve e semplice e trova varianti particolarmente efficaci espresse splendidamente da Hough. Un grande Chopin, vellutato e romanticamente interiorizzato, ha occupato l'ultima parte del concerto con un Notturno op.62 n.1 prima e la Sonata in si min.op.58 dopo. Hough ci stupisce ancora per la sua capacità di cambiare registro timbrico ed espressivo. Sala Verdi con posti liberi ma grande entusiasmo da parte di un pubblico attento ed esperto. Due i bis con Debussy e uno spagnolo...... Albéniz?  

4  novembre       Cesare Guzzardella  

OTTOBRE

Olli Mustonen per le Serate musicali 

Torna puntualmente alle Serate musicali il pianista finlandese Olli Mustonen, anche compositore e direttore d'orchestra. Le sue particolari qualitatà interpretative che uniscono alla padronanza tecnica una evidente funzionale gestualità, hanno gestito in modo avvincente il programma di ieri sera:  Le Stagioni op.37 bis , rarità esecutiva di Ciaikovskij, una sua composizione dal titolo Jehkin Iivana, dall'originale per chitarra, e i 12 Studi op.8 di Scriabin. Particolarmente espressiva nella ricchezza di contrasti l'interpretazione di Mustonen. Il suo approccio pianistico, non convenzionale ma che sottolinea sempre la bellezza del suono, rendono i suoi concerti sempre stimolanti. I dodici mesi, i brani che compongono Le Stagioni, sono stati resi in modo mirabile e nella più nota splendida Barcarola riferita al mese di giugno abbiamo rilevato ancor più la sua profonda vena melodica. Molto interessante la sua non breve composizione, di stampo bartòkiano, Jehkin Iivana dove l'essenza folcloristica dal sapore nordico è mediata dalle sue eccelse qualità virtuosistiche. Risulta evidente nei modi espressivi il suo essere pianista-compositore. Rilevanti i 12 Studi  op.8 di Scriabin che sembrano quasi suonati in modo improvvisato e che spesso utilizzano in modo particolare il pedale di risonanza. Splendido il bis di Rachmaninov. Successo di pubblico in una Sala Verdi purtroppo non piena. 

28 ottobre      Cesare Guzzardella

Grande successo per La dame aux camélias alla Scala 

Grande successo quello ottenuto da “La dame aux camélias” al Teatro alla Scala.  Nelle ultime rappresentazioni del 23  e del 24 ottobre vedremo come protagonisti Massimo Murru nel ruolo di Armand ed Emanuela Montanari in quello di Margherite (foto di M. Brescia- Teatro alla Scala) Tratto dal romanzo di Alexandre Dumas fils , il balletto  in un prologo e tre atti costruito sulle musiche di F. Chopin è stato rivisitato nel 1978 dal coreografo statunitense John Neumeier. Le scene essenziali e gli eleganti costumi di Jürgen Rose, le luci dello stesso Neumeier  e la splendida scelta operata  sulle musiche chopiniane è stata molto apprezzata anche nella Stagione 2006-2007 quando per l’ultima volta abbiamo visto sulla scena Alessandra Ferri. Tra gli altri interpreti segnaliamo: Bryan Hewison in Monsieur Duval, Simona Chiesa in Nanine, Matthew Endicott nel ruolo di Le Duc, Marta Romagna in Manon, Francesco Ventriglia in Des Grieux. La direzione dell’orchestra è affidata ad Ermanno Florio e l'importante parte solistica del pianoforte ad Andrea Padova.  

 23  ottobre     C.G.

La pianista Jin Ju per la Società dei concerti 

Ottima prestazione pianistica quella della cinese Jin Ju in Conservatorio. Il ricco programma presentato ieri con brani di difficoltà trascendentale è stato interpretato con rigore tecnico esemplare. Jin Ju, nata a Shangai e 3° premio al Concorso pianistico Internazionale Cajkovskij di Mosca, ha iniziato il concerto con una rarità quale le Variazioni su un  tema di Rode "La Ricordanza" op.33 di Carl Czerny, brano di impronta beethoveniana che ha ottimamente interpretato mostrando grande raffinatezza e nitore di colori. Bene la Sonata in fa min. Op.57 "Appassionata" di L.v.Beethoven specie nell'Allegro ma non troppo finale. Nella seconda parte del concerto dopo una valida ma non sorprendente esecuzione della Barcarola in fa diesis magg. Op.60 di F.Chopin, Jin Ju ha trovato in Liszt le migliori qualità espressive nella Parafrasi da concerto su Rigoletto, nella Danza sacre e duetto finale dall'Aida e soprattutto con una stupenda interpretazione della Rapsodia Ungherese n.2 in do diesis min. La Ju ha unito alle qualità teniche trascendentali una capacità di penetrazione espressiva di primo livello dimostrandosi interprete raffinata. Grandissimo il successo di pubblico in una Sala Verdi stracolma e al termine tre bis tra cui un ottimo valzer di Chopin ed un brano di tradizione cinese.  

23 ottobre    Cesare Guzzardella

Hélène Grimaud e la Filarmonica alla Scala

Programma particolarmente impegnativo quello ascoltato ieri al Teatro alla Scala con il Concerto n.1 in re min. op.15 per pianoforte e orchestra di J. Brahms e il Poema sinfonico op. 30 “Also sprach Zarathustra” di R. Strauss. Alla direzione della Filarmonica della Scala un giovane ma affermato direttore: Philippe Jordan (nella foto).  Il concerto brahmsiano, opera  del 1859,  come è  risaputo nelle prime esecuzioni non riscosse successo. Da molti anni invece è un lavoro eseguito e sempre più  apprezzato. Pur essendo una composizione giovanile del maestro di Amburgo, possiede una maturità stilistica sorprendente che unisce impeto e leggerezza romantica nello stesso tempo. Bravissima la pianista francese Hélène Grimaud che ha saputo cogliere le peculiarità di una composizione che richiede oltre che grandi abilità tecniche, capacità di comprensione profonda dell’estetica brahmsiana. L’interpretazione donata al pubblico  è stata valida sotto ogni profilo, sia nella direzione orchestrale che nei lunghi momenti in cui il pianoforte ha un ruolo preponderante. La delicatezza fisica e d’immagine della bella Grimaud si è espressa, specie nei passi più incisivi del Maestoso iniziale, con grinta e determinazione per definire gli infiniti contrasti dinamici e di carattere che il  capolavoro impone. E’ interessante constatare coma la concentrazione che impone l’op.15 venga risolta con apparente semplicità e in tutti i dettagli espressivi. Lunghi applausi al termine. Con il poema sinfonico “Also sprach Zarathustra” , lavoro del 1895-96 tra i più celebri, si è passati ad uno dei più rilevanti momenti di virtuosismo orchestrale. L’avvincente direzione di Philippe Jordan è stata splendidamente definita dalla compagine orchestrale e dai bravissimi solisti che in questo lungo ed efficace brano sinfonico hanno una continua  possibilità d'intervento. Cito tra gli ottimi solisti almeno l’eccellente primo violino Francesco Manara (foto). Esecuzione impeccabile. Grandissimo successo di pubblico. Ultima replica domani, martedì 21.  

20  ottobre      Cesare  Guzzardella

Le Nozze di Figaro alla Scala per Progetto Accademia

  Le nozze di Figaro con la regia di Giorgio Strehler, le scene di Enzo Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino sono un frequente appuntamento  nella  programmazione del Teatro alla Scala. Era il 1982 l’anno della prima rappresentazione scaligera del grande regista,  poi in altre sei stagioni teatrali abbiamo trovato l’ottima messinscena e questa volta, per il Progetto Accademia, con i giovani strumentisti e coristi dell’Orchestra e Coro dell’Accademia del Teatro alla Scala  per l'occasione diretta dal giovane ed energico  direttore Giovanni Antonini (foto in basso). Giovane anche l’ottimo cast vocale che nella quarta rappresentazione ha visto una delicata ed espressiva Shi Young Jung nel ruolo di Susanna, un  corposo e pregnante Simon Bailey in un deciso e convincente Figaro, Serena Farnocchia (foto a colori di M. Brescia-archivio Scala) ottima Contessa d’Almaviva, un morbido Christian Senn, Conte d’Almaviva, un’avvincente Anita Raveli, Cherubino, con chiara ed incisiva timbrica che per qualità vocali ci ricorda la stupefacente Monica Bacelli della stagione 2006. Bravi anche gli altri solisti. Ottima la direzione e convincente  l’orchestra anche se necessita di un maggior addolcimento e fusione delle timbriche. Bravissimo Vincenzo Scalera al basso continuo-cembalo e di qualità la parte corale di Alfonso Caiani. Teatro al completo, grande successo e ultime rappresentazioni per il 19 (ore 14.00), 22, 26, 28, 30 ottobre. 

18 ottobre     Cesare  Guzzardella

Oleg Maisenberg alla Scala per Milano Musica  

Milano Musica per il 17° Festival di musica del Novecento e contemporanea ha portato alla Scala Oleg Maisenberg, pianista russo non molto conosciuto in Italia, dal 1981 residente a Vienna. Il programma, più riferito al primo Novecento che al contemporaneo, ha visto nella prima parte della serata una valida interpretazione di Maurice Ravel con Miroirs e di Claude Debussy con Estampes. Dopo l’intervallo Maisenberg ha ottimamente eseguito la  Sonata op.1 di Alban Berg, due brani dai racconti fiabeschi Skazki op.26 di Nikolai Medtner, compositore russo di rara frequentazione in italia, quindi un omaggio ad Olivier Messiaen con un brano da Vingt regards sur l’enfant Jesus . A conclusione la Sonata n°2 op.19 di A.Skrjabin. Peccato che Maisenberg non abbia eseguito il brano più recente, del 1997, di Hugues Dufourt “Meeresstille”.Ci spiace rimarcare che specie nei brani coloristici di Ravel e Debussy, ben riverberati dall’uso del pedale, il suono nelle prime file centrali della platea risultava di cattiva acustica e  mancante di sonorità: questo, per un teatro come quello della Scala, è cosa assai grave che andrebbe al più presto risolta. Successo di pubblico in una platea con alcuni posti liberi.  

13 ottobre        Cesare  Guzzardella

Murray Perahia e Fazil Say in Conservatorio  

Due serate musicali importanti quelle ascoltate l’altro ieri e ieri sera in Conservatorio.  La prima per il “Quartetto” con il pianista statunitense Murray Perahia e la seconda per la “Società dei Concerti”con il più giovane pianista turco Fazil Say. Sala Verdi stracolma per entrambi i concerti e al termine un pubblico decisamente entusiasta. Perahia ha difatto anticipato l’apertura della Stagione del Quartetto - ufficialmente inizia martedì 14 ottobre  con l’Amsterdam Baroque Orchestra diretta da  Ton Koopman-  regalandoci un ottimo programma, ben impaginato, che prevedeva Bach, Mozart e Beethoven nella prima parte del concerto e tutto Chopin nella seconda. Interprete classico, legato da profonda  amicizia con Horowitz, ha mostrato una timbrica chiara e decisa suonando classicamente ma con energia la Partita n.5 in sol magg. di J.S. Bach, dando poi una prova superlativa nella Sonata in fa magg. KV332 di Mozart, autore nel quale eccelle. Molto contrastata la Sonata op.57 “Appassionata” di Beethoven  e bene Chopin specie negli Studi. Due i bis con Chopin e Schubert. Fazil Say, oramai ospite abituale per la Società dei Concerti, ha scelto un programma ancora più vario e coraggioso. Come per la maggior parte dei pianisti della sua generazione la scelta di repertorio, oltre ai classici del Settecento e dell’Ottocento, è anche orientata al Novecento e al contemporaneo. Le Sonate K.378, K.1, K.159  di Domenico Scarlatti, che hanno introdotto il concerto,  hanno dato subito la misura delle sue straordinarie qualità. L’intensa corporeità del suo approccio pianistico non è di facciata ma rappresenta un modo importante di sentire e calibrare il suo suono ricco di sfumature. Dopo lo splendido Scarlatti, abbiamo ascoltato il Beethoven della Sonata in re min. op.31 n.2 “La Tempesta” con un Allegretto finale di altissimo valore interpretativo. Da Beethoven ad Anton Webern il passo non è breve, ma le Variazioni op.27  hanno rilevato ancor più la capacità del pianista turco di penetrare il suono. Dopo l’intervallo una splendida rarità di Leós Janáček la Sonata in mi bem. Min. “1 ottobre 1905” nei due movimenti che ci sono pervenuti e quindi Prokof’ev con la Sonata n.7 in si bem. Magg. Op.83. Grandissimo successo e due bis con due sue mirabili composizioni. Splendidi concerti!  

9  ottobre        Cesare  Guzzardella  

Nicola Piovani al Teatro Strehler  

Presenta ieri al Teatro Strehler la Suite in sette movimenti per sette strumenti "Epta" dedicata alla simbologia del numero 7. Piovani, noto compositore di colonne sonore - la sua musica per "La vita è bella" ha vinto il premio Oscar- con questa Suite ben interpretata dai validi strumentisti, ha raccontato il suo mondo musicale molto legato alla tradizione popolare,  dove allo spiccato senso melodico  si accostano influenze  derivanti soprattutto dal folclore del sud america, l'argentina in primo luogo, dal jazz e da certa tradizione slava. L'elemento ritmico, ben sostenuto da tutti gli strumentisti, è evidente e l'idea di legare i sette brani (circa 10 minuti di durata  ognuno) alla lettura di alcuni testi letti da alcuni noti personaggi - Odifreddi, Cerami, Proietti, ecc.- è utile per l'unità del lavoro. Efficace l'idea di una trasformazione ritmica della celebre melodia popolare - vedi la Sinfonia n°1 di G.Mahler - Frère Jacques nei brani  L'ettagono e I sette a Tebe.  Tra gli interpreti, tutti bravi e ben in sintonia, ricordiamo almeno Eszter Nagypal al violoncello, Alessio Mancini al flauto e Fabio Ceccarelli alla fisarmonica. Successo di pubblico, eterogeneo e con molti studenti. Al  termine un bis dalla Danza dei sette veli. Questa sera raplica alle ore 20.30.  

3 ottobre    Cesare  Guzzardella  

SETTEMBRE

The Swingle Singers per il progetto Francisville "La città dei mestieri"

E' stato presentato in via Pantano all'auditorio di Assolombarda il progetto Francisville "La città dei mestieri" della Fondazione Francesca Rava-N.P.H.Italia. L'incontro, moderato da Benedetta Corbi ha visto la partecipazione di Mariolina Moioli, Andrea Mascaretti, Mariavittoria Rava, Padre Richard Frechette, Marco Galateri di Genola e il gruppo vocale The Swingle Singers. L'inizativa culminerà con il concerto benefico di domani sera presso il Teatro alla Scala con il celebre gruppo vocale The Swingle Singers. Il progetto Francisville si propone di raccogliere fondi per migliorare le condizioni di vita  dei bambini di Haiti, uno dei paesi più poveri al mondo. Ricordiamo che l'organizzazione umanitaria internazionale rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava, è presente in Haiti da 20 anni sotto la guida di  Padre Richard Frechette, americano, sacerdote e medico. Il nuovo progetto vuole realizzare la  Città dei mestieri, un luogo dove i giovani di Haiti possano realizzarsi con un'attività lavorativa. Francisville sorgerà su un terreno di 20000 mq  e formerà un complesso di piccole fabbriche, laboratori artigianali, una scuola professionale, un'area sportiva. Per donazioni si può telefonare al n. 0254122917 - versamento postale su c/p n. 17775230 intestato a Fondazione Francesca Rava - Bonifico bancario c/c Banca Profili Iban IT 94Y0302501600  

29   settembre      C.G.

Suoni dall’Europa al Teatro alla Scala

E’ stata inaugurata ieri al Teatro alla Scala la rassegna di musica contemporanea Milano Musica. Le prime composizioni ascoltate, ottimamente interpretate dalla Filarmonica della Scala e dal direttore norvegese Chistian Eggen (foto a destra), sono state quelle del rumeno-ungherese Peter Eötvös (nella foto) con  Psychokosmos per cimbalom e orchestra (1993), del norvegese Jon Oivind Ness con Schatten per orchestra da camera (1992), del francese Olivier Messiaen, Le tombeau resplendissant (1931) e dell’ungherese F. Liszt, il poema sinfonico Die Ideale (1857). Impaginazione appropriata per i brani del Novecento, forse meno per il poema di Liszt, il quale  in molti frangenti  è musicalmente ben proiettato nel tardo romanticismo ma non  trova un ruolo di evidente relazione rispetto alle altre composizioni. Molto interessante, evocativo e dalle timbriche chiare e definite il brano di Eötvös con un solista di spessore al cimbalom quale Luigi Gaggero. Valido il brano del giovane compositore Oivind Ness che unisce novità a rigore stilistico con un occhio nel passato. Ineccepibile l’interpretazione del giovanile brano di Messiaen, incredibilmente solo ora in prima esecuzione in Italia. Il linguaggio dell'allora ventitreenne Messiaen risulta già ben definito anche se in alcuni passaggi ritroviamo più marcata l’influenza di Debussy e in parte di Stravinskji. Grande successo di pubblico. Prossimo concerto mercoledì, 1 ottobre al Dal Verme con Lombardi (1945), Caprioli (1956), Solbiati(1956) e il grande Hans Werner Henze (1926) con Kammermusik 1958. www.milanomusica.org

29  settembre         Cesare  Guzzardella

Daniele Gatti e la Filarmonica della Scala

Programma tutto beethoveniano per la Filarmonica della Scala diretta dal milanese Daniele Gatti,  direttore prossimo a inaugurare la nuova Stagione scaligera con il Don Carlo. Un Beethoven particolare quello ascoltato ieri, con due rarità anticipate invece dalla nota Ouverture in do min. Op.62 "Coriolan". "Elegischer Gesang op.118 per coro e archi" e "Meeresstille und glückliche Fahrt op.112 per coro e orchestra" -  quest'ultima su poesie di Goethe - sono due brevi ma intense cantate di rara esecuzione. Scritte nel 1814 e nel 1815 hanno come protagonista il Coro. Il pianissimo iniziale dell'op.112 è in contrasto con l'intensa e voluminosa coralità dell'Allegro finale, Allegro che anticipa stilisticamente di circa dieci anni  l'apoteosi del finale dell'ultima Sinfonia del Maestro tedesco. Bravo Gatti e bravo, come sempre, Bruno Casoni. Dopo l'intervallo è stata eseguita con soave leggerezza ed impeccabile equilibrio formale la celebre Sinfonia n.6  in fa magg. op.68 "Pastorale". Splendida la resa interpretativa. Successo di pubblico.

26 settembre       Cesare  Guzzardella 

Il Festival Milano Musica inizia  alla Scala

Inizia domenica con un concerto della Filarmonica scaligera il 17° Festival di musica contemporanea “Milano Musica” quest’anno intitolato Suoni dall’Europa. Il primo appuntamento vedrà sul podio scaligero il norvegese Christian Eggen (foto grande) con un nutrito programma che vuole rappresentare autori del Novecento, alcuni ancora attivi, delle diverse aree geografiche europee. Alla Scala ascolteremo composizioni dell’ungherese Peter Eötvös, con un brano del 1933  per cimbalom e orchestra denominato “Psychokosmos”, uno del francese Olivier Messiaen del 1931, Le tombeau resplendissant, e del quarantenne norvegese Jon Oivind Ness dal titolo Schatten (1992). Al termine una rarità di Liszt “Die Ideale” su testi di Schiller. Nel brano di Eötvös al cimbalo ci sarà Luigi Gaggero (foto). La rassegna prevede un totale di 11 concerti integrati da conferenze e incontri con alcuni compositori che presentano le loro opere. Per ulteriori informazioni: www.milanomusica.org

25  settembre    C.G.

George Benjamin e la Junge Deutshe Philharmonie per il MiTo

Programma vario ma coerente quello predisposto dal compositore e direttore d’orchestra inglese George Benjamin. Nato nel ’60 in inghilterra e affermato musicista internazionale, Benjamin ieri sera al Teatro Dal Verme  alla guida di una splendida Junge Deutsche Philharmonie, ha impaginato un programma che prevedeva in testa e in coda Richard Wagner con due brani: il preludio dal 1° atto dal Parsifal e  la Marcia funebre e il Finale da Il crepuscolo degli dei. Nella parte centrale del concerto un brano del 1959 di Olivier Messiaen, “Chronochromie” ed una composizione dello stesso Benjamin del 2002 intitolata “Palimpsests” . Luminosa, dettagliata e avvincente sotto ogni profilo la direzione di Benjamin, che è riuscito a donarci un Wagner e un Messiaen timbricamente solari. Allievo di Messiaen e della scuola di Boulez, Benjamin ha ereditato da questi due grandi una indiscutibile capacità di chiarezza formale ed espressiva che trova in una perfetta divisione del tempo e nella accentuata visione coloristica i suoi punti di forza. Anche il suo complesso brano Palimpsests, ricco di contrasti dinamici e di ritmiche vicine ai modi orientali, è risultato valido. Ne  Il crepuscolo degli dei  la voce straordinaria di Elizabeth Connell ha reso la serata memorabile. Grandissimo successo. Da ricordare.

23  settembre      Cesare  Guzzardella

Due artisti nordici per “La Verdi” all’Auditorium

Il concerto d’inaugurazione della Stagione Sinfonica 2008-2009 della “Verdi” è stato un omaggio alla  Russia di Sergej Rachmaninov e  Igor Stravinskij. Due artisti nordici, il direttore finladese Pietari Inkinen ed il pianista norvegese Leif Ove Andsnes (nella foto), hanno ottimamente interpretato il più romantico dei concerti di  Rachmaninov, il n.2 op. 18. Leif Ove Andsnes è un pianista internazionalmente riconosciuto tra i migliori della sua generazione per le sue qualità tecniche ed espressive e nell’ultima replica di domenica le ha pienamente evidenziate. Il pubblico milanese aveva già ascoltato lo scorso anno il pianista in uno splendido recital in Conservatorio e dopo questa ultima ottima performance ci aspettiamo di ritrovarlo prossimamente come solista con un variegato programma che includa anche gli autori nordici a lui cari. Con sorprendente disinvoltura e naturalezza ha affrontato i passaggi più difficili del concerto. Al termine prolungati applausi e un appassionato bis pianistico. Nella seconda parte è stata ottima la direzione di Inkinen nella celebre composizione di Stravinskij Le sacre du printemps. Prossimo concerto il 25-26-28 settembre con il direttore Juraj Valchua. Per informazioni: www.laverdi.org

21  settembre   Cesare Guzzardella

Musiche di Stockhausen e Messiaen per il MiTo

A Milano per SettembreMusica due splendidi concerti si sono succeduti in tre giorni dedicati a due grandi della musica del secondo Novecento: il tedesco Karlheinz Stockhausen, purtroppo mancato lo scorso anno, ed il francese Olivier Messiaen (1908-1992) al quale il MiTo, per il centenario dalla nascita, dedica numerosi concerti. Il 17 settembre all’Auditorium abbiamo ascoltato due importanti composizioni  del tedesco:  Klavierstüke 10 (1962) nell’ottima interpretazione di Frank Gutschmidt e l’ultimo lavoro orchestrale di Stockhausen, Tierkreis (Zodiaco). La formazione orchestrale bolognese “Orchestra Mozart” diretta da uno specialista del repertorio contemporaneo quale Oliver Knussen (anche stimato compositore), ha eseguito in modo eccellente i brani, purtroppo solo dieci, non avendo potuto il Maestro tedesco portare a termine il suo ciclo zodiacale. Chiara e dettagliata l’interpretazione  dei dieci movimenti, dalla Vergine ai Gemelli. Questi brani  hanno segnato una svolta “classica” nella poliedrica  attività di Stockhausen ed il contrasto con l’asprezza e l’aleatorietà del brano pianistico è risultato evidente.  Grandissimo successo di pubblico e come bis ripetizione di “Gemelli”. Ieri, nella Sala Verdi del Conservatorio, la più prestigiosa formazione orchestrale nel campo della musica contemporanea, l’Ensemble intercontemporain, ci ha offerto uno dei brani più rilevanti di Messiaen: Des Canyons aux étoiles…Sul podio una donna, Susanna Mälkki (nella foto) e nelle fondamentali parti solistiche uno strepitoso Dimitri Vassilakis al pianoforte, Jens McManama al corno in la, Samuel Favre alla xilomarimba e Michel Cerutti al glockenspiel. Interpretazione prestigiosa con una chiarezza coloristica e ritmica ad altissimo livello. Il concerto è stato introdotto dalle parole di Gillo Dorfles.  Grandissimo successo in una sala purtroppo non al completo.  www.mitosettembremusica.it/ 

20  settembre   Cesare Guzzardella

Al via la Stagione sinfonica 2008-2009 della Verdi 

Giovedì 18 settembre alle ore 20.30, venerdì 19 settembre alle ore 20.00 e domenica 21 settembre alle ore 16.00 si terrà presso l’Auditorium di l.go Mahler  il concerto di apertura della Stagione Sinfonica 2008-2009 della “Verdi”. In programma di  Sergej Rachmaninov il Concerto n.2 in Do minore per pianoforte e orchestra op. 18 e di Igor Stravinskij  La sagra della primavera. L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi sarà diretta da Pietari Inkinen. Al pianoforte Leif Ove Andsnes. Tel. 02.83389.401/2/3  prezzi Euro 13,00/25,50/33,00/40,00.

18  settembre    la redazione

Per il MiTo un’opera di Luca Francesconi al Parenti  

E’stato rappresentato ieri al Teatro Parenti l’atto unico del milanese Luca Francesconi, su testo di Vittorio Sermonti, dal titolo “Gesualdo considered as a Murderer”. L’efficace messinscena, per la regia di Francesco Micheli (solo omonimo del responsabile del MiTo), con le originali scene di Matteo Martini e  i costumi di Lubna  Balazova, racconta la poco nota ma documentata vicenda del geniale musicista Carlo Gesualdo (1561-1613)  che nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 1590  uccide, aiutato dai suoi sgherri, la moglie Maria d’Avalos in flagrante adulterio con il duca Fabrizio Carafa. Il grande autore di madrigali polifonici Gesualdo è stato reinterpretato anche musicalmente da Francesconi, il quale, nel costruire la sua complessa e pregnante opera, ha utilizzato un linguaggio eterogeneo nel quale la polifonia vocale e strumentale ha un ruolo determinante. Punto di forza del lavoro di Francesconi-Micheli è la ricchezza di teatralità che viene dispensata dall’ottimo cast vocale, impegnato anche in importati e decisivi momenti di recitazione. Tutto l’atto unico è una sorta di preparazione alla scena finale, quella dell’adulterio, solo abbozzata  nell’immagine conclusiva che chiude il lavoro.  Il continuo musicale, ricco di tensioni favorite anche da una certa amplificazione sonora delle voci dei protagonisti e dei coristi, non ha mai cedimenti di tensione e rappresenta  il tormento del protagonista Gesualdo, consapevole del gesto estremo da lui perpetrato. Questi è stato ottimamente interpretato dal baritono Maurizio Leoni. Bravissima, anche attorialmente, il soprano Alda Caiello (nella foto)nel ruolo di Silvia, la serva di Maria, e ottimo anche il tenore Leonardo De Lisi, il nano Prevetuccio. Di qualità la direzione di Sandro Gorli e il suo Divertimento Ensemble. Grande successo di pubblico con la presenza di numerosi critici, intellettuali e musicisti. Replica questa sera alle ore 21.00.  

17  settembre      Cesare   Guzzardella

Peter Hill interpreta Olivier Messiaen per il MiTo  

In concomitanza con l’uscita del libro su Olivier Messiaen, Peter Hill, saggista, pianista ed esperto conoscitore del musicista francese oltre che curatore del libro stesso,  ha tenuto ieri uno splendido concerto al Teatro San Babila per il MiTo. In programma alcune composizioni pianistiche di Messiaen: brani come La Colombe e Cloches d’angoisse et larmes d’adieu dai Préludes, Morceau de lecture à vue, Pièce pour le tombeau de Paul Dukas e La chouette hulotte da Catalogue d’oiseaux. Al termine di questi la celebre Vision de l’Amen,  per due pianoforti e in sette parti, eseguita insieme all’eccellente Bejamin Frith. Splendidi colori e suoni particolarmente nitidi e sapientemente pesati per un’interpretazione di rilevanza espressiva che penetra in profondità nell’estetica di Messiaen. Interpretazione che ha reso omaggio all’artista francese di cui quest’anno si celebra il centenario dalla nascita. Per l'occasione il MiTo ha in programma ancora parecchi concerti con sue composizioni. Grande successo di pubblico.   www.mitosettembremusica.it/ 

16 settembre   Cesare  Guzzardella

SERATA PETIT alla Scala  

“…uno dei più bei teatri del mondo mi tendeva le braccia…” scrive Roland Petit quando ricorda la prima volta che vide la Scala , nel 1963, accompagnato nella visita dall’allora direttore Antonio Ghiringhelli. E in questi giorni, dal 6 al 17 settembre, vengono celebrati i quarantacinque anni di rapporto felice e ininterrotto tra il celeberrimo coreografo (foto dall'archivio del Teatro alla Scala) parigino e lo storico teatro milanese, con un “trittico” di balletti (“trois de mes ballets preferés”, conferma Petit) che emozionano e coinvolgono gli spettatori: L’Arlésienne, Le Jeune homme et la Mort ,  Carmen. Lo sfondo del primo balletto è un dipinto che ricorda un campo di grano dipinto da Van Gogh, e richiama il paesaggio provenzale in cui si svolge il dramma. Il bel Frederi non sposerà Vivette, perché il fantasma della fanciulla amata in passato – l’Arlésienne, assente sulla scena ma evocata e immaginata – agita la sua mente e lo porta alla follia, fino al tragico volo suicida. La musica di Bizet segna le fasi della crescente disperazione dei due giovani, i cui movimenti si fanno, a tratti, sgraziati e meccanici, come se fossero burattini nelle mani del destino. Molto applauditi, nella rappresentazione pomeridiana dell’11, Mick Zeni (Frederi) e Marta Romagna (Vivette). Le Jeune homme et la Mort , il breve balletto centrale, è il gioiello del trittico, nato nel 1946 dall’incontro tra un giovanissimo Petit, allora ventiduenne, e il quasi sessantenne poeta e scrittore Jean Cocteau: in una squallida soffitta parigina, dove un giovane si tormenta nell’attesa dell’amata, si intrecciano i temi eterni dell’amore e della morte. La soffitta diventa, sulle note di Bach, orchestrate da Ottorino Respighi, una sorta di luogo mistico, dove  ci si chiede il significato dell’esistenza. Un leggerissimo Antonino Sutera ha danzato in modo sublime, quasi sollevandosi in volo, insieme ad una magnifica Gilda Gelati. L’ultima scena è un quadro inquietante: nella notte illuminata dai colori delle luci al neon, il giovane, che si è impiccato, segue sui tetti la Morte , che si è tolta la maschera-teschio rivelandosi come la donna desiderata, che l’ha spinto al suicidio. Infine, si è nuovamente avvolti dall’atmosfera seducente della musica di Bizet per il balletto Carmen, tratto da un racconto di Mérimée, la cui trama fu rivisitata da Petit tanto da far gridare i critici allo scandalo, quando fu rappresentato nel 1949.  Nella coreografia di Petit, il ruolo di don Josè è accentuato e consente di rimarcare  le forme maschili, così come viene mostrata, con un realismo inconsueto nei balletti, la passione e l’attrazione fisica che legano i corpi dei due amanti. Travolgente la tragica danza dell’ultima scena, dove il suono ossessivo dei tamburi porta lo spettatore quasi a partecipare, con crescente eccitazione, alla lotta selvaggia tra Carmen e don Josè, che mimano una sorta di corrida, fino al sacrificio finale. Applauditissimi, con vere ovazioni del pubblico, Sabrina Brazzo (Carmen) e Andrea Volpintesta (don Josè). Ottimo David Garforth, che ha diretto l’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala.  Prossime repliche il 13-15-17 settembre www.teatroallascala.org/it/index.html

Milano, 12 settembre 2008            Anna Busca  

A MILANO LA XXII  EDIZIONE DEL FESTIVAL MILANOLTRE

La ventiduesima edizione di MilanOltre si svolgerà a Milano dal 23 settembre al 12 ottobre al Teatro dell’Elfo, al Teatro degli Arcimboldi, al Teatro I, al Frida. Il direttore artistico del  Festival, Luca Scarlini, giunto al suo quinto mandato, ha selezionato otto appuntamenti, che, attraverso diversi linguaggi destinati alla scena e allo schermo, raccontano un mondo attraverso la musica. Ad aprire MilanOltre 2008 è un progetto creato appositamente per il festival: Cantami o diva, in cui cinque grandi interpreti della vocalità propongono la loro personale idea di una moderna forma di teatro musicale. Il 23 e il 24 settembre al Teatro dell’Elfo Antonella Ruggiero elabora una sua sinfonia, Monica Benvenuti recupera un’opera incantevole del dimenticato e grandissimo Gino Negri, Giorno di nozze, perfetto esempio del linguaggio disinibito e brillante del compositore lombardo, sempre sospeso tra cabaret e invenzioni contemporanee, mentre Francesca Breschi canta in Anghelos, l’angelo della sconfitta, a partire da una suggestione di Heiner Müller. Il 26 e il 27 settembre Fatima Miranda, compositrice per la voce, in bilico tra Oriente e Occidente, porta dalla Spagna al Teatro dell’Elfo una sequenza di suoni al limite dell’impossibile e Nico Note propone una sua personalissima Rhapsody, sequenza di alfabeti sognati, a partire da suggestioni letterarie diverse, in collaborazione con il compositore Mikael Plunian. Torna a MilanOltre Hofesch Schechter, israeliano di nascita, ma da tempo inglese di adozione, e propone il doppio Uprising, che ha riscosso grande successo di critica e pubblico nella scorsa edizione, e In your rooms, ultima creazione acclamatissima alla Royal Festival Hall di Londra nell’autunno 2007, di cui firma anche le musiche. Una presentazione il 2 ottobre al Teatro degli Arcimboldi, che fornirà un’occasione importante per conoscere uno dei maggiori artisti della danza di oggi, in prima italiana. Dal Belgio giunge poi al Teatro dell’Elfo il 4 e 5 ottobre Neruda. Quanti anni ha novembre?, un corpo a corpo con il mondo di Pablo Neruda (e in particolare al suo ultimo Libro delle domande), con le musiche del compositore e violoncellista fiammingo Jan Kuijken, tra presenze mute e realtà in cartoon. Sempre dallo stesso paese arriva anche Merlin Spie, una tra le presenze più vivide nel mondo della performance art; nello spazio del Teatro I il 6 e il 7 ottobre propone La petite musette casquèe, visione del desiderio che diviene percettibile nella manipolazione di una materia vischiosa, che ingloba quasi completamente l’interprete. Il caffè Frida, non nuovo a stagioni di performance e a interazioni di teatro e cocktail, ospita il gruppo inglese Rotozaza, che propone dal 3 al 10 ottobre uno spettacolo senza orpelli, anzi addirittura senza niente, visto che il pubblico stesso produrrà la rappresentazione ai tavoli del caffè, a gruppi di due, seguendo le istruzioni comunicate da una cuffia, e rappresentando in estrema sintesi temi da Casa di bambola. Dal Québec giunge l’8, il 9 e il 10 ottobre al Teatro dell’Elfo Wajdi Mouawad, tra i maggiori drammaturghi di lingua francese oggi, che arriva per la prima volta con una sua pièce in produzione originale, Assoiffés, cronaca con musica di un’adolescenza sinistrata dal desiderio dell’impossibile, in uno spettacolo tesissimo per un pubblico di tutte le età. Gran finale l’11 e il 12 ottobre al Teatro dell’Elfo con Sylvano Bussotti, tra i maggiori musicisti del secondo Novecento, che commenta, una sera al pianoforte e l’altra per tramite dei suoi fidati interpreti alle prese con un suo nuovo lavoro,  il suo strepitoso documento d’epoca Rara Film, da poco recuperato all’attenzione dal Festival GenderBender, in cui sfilano tutti i protagonisti della vita culturale alla fine degli Anni ’60, da Laura Betti a Carlo Cecchi, da Franca Valeri al Living Theater.  www.milanoltre.org/milanoltre/

12  settembre      la redazione

Concerto straordinario alla Scala per la “Verdi”  

Ieri sera al Teatro alla Scala l’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi ha tenuto un concerto straordinario che ha anticipato la nuova stagione concertistica dell’Auditorium. Il programma ha previsto brani di Gershwin e Bernstein e sul podio scaligero uno specialista di questo repertorio quale l’inglese Wayn Marshall, direttore e pianista noto a tutto il pubblico della Verdi. Dopo l’Ouverture da Girl Crazy, sempre di Gershwin abbiamo ascoltato un elegante Concerto in Fa per pianoforte e orchestra, lavoro del 1930 che Marshall ha interpretato con disinvoltura anche in veste solistica. La seconda parte della serata prevedeva le celebri Danze Sinfoniche da West Side Story di Leonard Bernstein eseguite con misurato equilibrio coloristico, e al termine una impeccabile e più energica Ouverture da Candide. Successo pienamente meritato in un teatro al completo e un bis con melodie di  Gershwin.  www.orchestrasinfonica.milano.it/

8  settembre     Cesare  Guzzardella

Grande musica contemporanea in Conservatorio per il MiTo  

Programma  particolarmente rilevante quello offerto ieri dal MiTo in Conservatorio con una Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai sempre in splendida forma nel repertorio contemporaneo, e che repertorio!  Un recente brano di Elliott Carter del 2007 - il compositore compirà 100 anni a dicembre! - il Concerto per corno e orchestra; un ancora più recente brano di Luca Francesconi (nella foto in basso) per tromba solista e grande orchestra dal titolo Hard Pace (2008) che trova ispirazione dal grande trombettista jazz Miles Davis, e al termine un poco meno recente brano in cinque parti del novantaduenne Henri Dutilleux: The Shadows of Time  per orchestra e tre voci infantili (1995-97). La direzione sicura, dettagliata e impeccabile di Peter Rundel ha avuto un valido appoggio con due solisti di fama quali il cornista James Sommerville (foto)  che ha messo bene in risalto l'avvincente brano di Carter e il trombettista svedese Hakan Hardenberger (foto) che ha rivelato qualità timbriche eccellenti nel delineare il fantasioso e originale lavoro di Francesconi. Quest'ultimo si rivela  ancora una volta uno dei migliori compositori nel costruire architetture complesse ma coerentemente espressive. Nel suo non facile brano oltre che a Davis, riconoscibile soprattutto nella colorata parte solistica, si sentono grandi del Novecento, Varèse prima di tutti. L'ultimo brano, quello di Dutilleux è un'altra sapiente composizione che trova un equilibrio espressivo rilevante e suggestivo dal sapore molto francese e orchestralmente impeccabile; ricorda spesso i colori di Messiaen. Splendido. Grande successo in una sala a metà pubblico, ma per la musica contemporanea è già un ottimo successo. www.mitosettembremusica.it/  

6 settembre   Cesare Guzzardella

L’Orchestra Filarmonica di Helsinki in Conservatorio  

Importante appuntamento quello di ieri in Conservatorio per il MiTo: la prestigiosa Orchestra Filarmonica di Helsinki diretta da Jukka-Pekka Saraste ha sostenuto uno splendido concerto sinfonico interpretando composizioni di Musorgskij, Rachmaninov, Bartók e Ravel. Esteticamente impeccabile la presenza scenica della grande orchestra finlandese ma soprattutto rilevante  le qualità timbrico-coloristiche delle sezioni orchestrali che nell'accurata e trasparente direzione di Pekka-Saraste hanno reso in modo intensamente espressivo i brani in programma: dall’Ouverture “L’alba sulla Moscova” da La chovaščina di Musorgskij, alle preziosità  del Concerto n°2 in do min. op.18 di Rachmaninov rese in modo stupefacente dal pianista russo Nikolai Lugansky, ai meno noti ma rilevanti brani di Bartók tratti da Il principe di legno, per arrivare al lungo movimento circolare rappresentato da La valse di Ravel. Il numeroso pubblico che gremiva la Sala Verdi al termine ha tributato fragorosi e meritati applausi. www.mitosettembremusica.it/ 

3 settembre    Cesare  Guzzardella

La Verdi e Marshall al Teatro alla Scala 

Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento della Verdi in collaborazione con il Teatro alla Scala: domenica 7 settembre alle ore 20.00 il direttore, pianista e organista inglese Wayne Marshall guiderà la Verdi in un brillante concerto con musiche di Gershwin e Bernstein. Marshall torna con la Verdi alla Scala, dopo il suo debutto nel 2001, con un programma americano: l’ouverture dal musical Girl Crazy di George Gershwin, e, dello stesso autore, il Concerto in Fa per pianoforte e orchestra, brano ricco di echi di Ravel e Stravinskij; a seguire, l’ouverture da Candide e le Symphonic Dances da West Side Story, entrambe composizioni di Leonard Bernstein. La collaborazione tra la Verdi e il Teatro alla Scala si è andata consolidando nel corso di questi ultimi anni, con il primo concerto sinfonico della Verdi nel settembre del 2006 e due produzioni ballettistiche al Teatro degli Arcimboldi nel maggio del 2007 (La Fille du Pharaon e Il limpido ruscello), con il Corpo di Ballo del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Teatro alla Scala. Già nel 1996 la Verdi era stata impegnata in alcune produzioni ballettistiche (Coppelia e Il Gattopardo),  accompagnando il corpo di ballo del prestigioso teatro milanese, e, sotto la direzione di Paul Connelly, in una produzione de La vedova allegra.  

1 settembre    la redazione

Lugansky e Jukka-Pekka Saraste per il MiTo in Conservatorio

Continua anche nella seconda giornata del Festival MITO la sfilata delle grandi orchestre sinfoniche internazionali, con la rarissima presenza dell’Orchestra Filarmonica di Helsinki, guidata da Jukka-Pekka Saraste, attualmente Direttore musicale della Oslo Symphony Orchestra, che ha al suo attivo collaborazioni con alcune delle più importanti orchestre europee e internazionali.Il nord Europa è sempre più presente sui palcoscenici di tutto il mondo: direttori, solisti, cantanti e cori si sono conquistati dei riconoscimenti importanti all’interno del panorama artistico internazionale. Meno presenti sono invece le orchestre sinfoniche del nord, e l’occasione di ascoltare e scoprire l’interpretazione che ci offre l’Orchestra di Helsinki di un programma musicale di stampo europeo-orientale, con musiche di Musorgskij, Rachmaninov, Bartók e Ravel, può essere di grande interesse, anche per il legame che ha storicamente la Finlandia con la cultura russa. Cuore del concerto è sicuramente il Concerto n. 2 in do minore di Sergej Rachmaninov, interpretato dal pianista di fama internazionale Nikolaï Lugansky. Martedì 2 settembre alle ore 21.00 in Sala Verdi del Conservaterio. www.mitosettembremusica.it/ 

Non ha bisogno di presentazioni l’ensemble ospite del Festival MITO martedì 2 settembre alle ore 19 nella Basilica di Santa Maria della Passione a Milano. Il Giardino Armonico, specializzato nella pratica musicale su strumenti antichi, è divenuta la formazione italiana di musica antica e barocca più conosciuta e apprezzata anche all’estero. Il programma il cui titolo Il pianto di Maria prende spunto dall’omonima composizione di Giovanni Battista Ferrandini, presenta musiche del repertorio del XVII e XVIII secolo, e il direttore Giovanni Antonini, tra i fondatori del complesso, ha scelto con il mezzosoprano Barbara Fink una delle voci più acclamate nel paesaggio internazionale della musica barocca: il concerto si prospetta, anche per il contesto suggestivo in cui è inserito – la bellissima Basilica di Santa Maria della Passione – come uno dei momenti più belli del Festival MITO. Ingresso libero. www.mitosettembremusica.it/ 

1 settembre      la redazione

LUGLIO

La Bohème di Puccini -Zeffirelli alla Scala  

Sono passati 45 anni dalla prima edizione  firmata per la regia e le scene da Franco Zeffirelli de La bohème di Giacomo Puccini, una delle opere più rappresentate al mondo. Da quel lontano 31 gennaio del 1963, quando sul podio scaligero dominava la bacchetta di Herbert von Karajan, in venti diverse stagioni è stata rappresentata per un totale di quasi duecento repliche.  Gustavo Dudamel (foto dall'Archivio della Scala) ha diretto con entusiasmo e con accentuati contrasti orchestrali l’edizione di questo luglio e nella replica di ieri una coppia di voci ben sintonizzate, Svetla Vassileva nel ruolo di Mimì e Andrej Dunaev in Rodolfo, ha emozionato il pubblico che occupava completamente la Sala del Piermarini. L’opera in crescendo dal punto di vista musicale ed espressivo dal primo quadro al quarto, ha trovato una compagine vocale complessivamente valida con Luca Salsi in Marcello, Massimo Cavalletti in Schaunard, Giorgio Giuseppini in Colline, Domenico Colaianni in Benoît e una bravissima ed efficace Ainhoa Arteta in Musetta. La regia e le scene  non si discutono e la parte corale di Casoni-Caiani è stata decisamente all’altezza. Ultima replica questa sera con Fabio Sartori in Rodolfo e Alexia Voulgaridou in Mimì. www.teatroallascala.org

23  luglio   C.G.    

Grandi opere nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco  

 Dal sito del Comune di Milano -Ricco cartellone di opere celebri e, il 21 luglio, un gran galà dedicato pucciniano. L'assessore Orsatti: "Un invito per tutti i milanesi a vivere le emozioni del bel canto in una delle cornici storiche più suggestive della città". Dopo il successo di pubblico fatto registrare la scorsa edizione, torna ampliata nei giorni e nel cartellone, la rassegna di opere liriche in programma nel Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, manifestazione fortemente voluta dall’Assessore al Turismo, Marketing Territoriale, Identità Massimiliano Orsatti e realizzata in collaborazione con l’Associazione “Teatro dell’Opera di Milano”, AILC e Compagnia Teatrale Meneghina. Ricco il cartellone proposto che prevede oltre la messa in scena di tre opere: Tosca 18, 19, 20 luglio, La Traviata 25, 26, 27 luglio e Rigoletto  il 1, 2 e 3 agosto, anche una serie di tre concerti dedicati alle più famose arie del bel canto e dell'operette. Primo appuntamento con il meglio di Puccini, il 21 luglio, con Lirica sotto le stelle, un gran galà dedicato ai 150 anni della nascita del compositore di Lucca. Poi sarà la volta del Gran Galà dell’Operetta, in programma il 28 luglio, mentre il 4 agosto sarà la volta di “Eroine Pucciniane” un omaggio musicale al grande compositore e alle sue celebri figure femminili. “Opere dal respiro popolare, le cui arie sono nel patrimonio culturale di tutti noi, anche di chi certamente non è un assiduo loggionista. Una rassegna estiva che rappresenta un concreto invito rivolto a tutti milanesi a scoprire e vivere il fascino del melodramma e le emozioni del teatro, immersi in una delle cornici storiche più suggestive che Milano possa offrire, il Castello. ” Così commenta l’Assessore Orsatti. “Il successo riscosso dalla passata edizione - continua Orsatti - a giudicare dai biglietti esauriti sin dal primo giorno, sono certo che confermeranno ancora una volta l’apprezzamento da parte dei milanesi per tutte quelle attività che sanno coniugare qualità e divertimento. Un connubio che caratterizza tutte le manifestazioni realizzate dall’Assessorato in occasione della Bella Estate di Milano.” La regia delle tre le opere liriche è affidata a Mario Migliara che ha realizzato una messa in scena capace di valorizzare la scrittura musicale e rappresentare un’ armonica sintesi con le partiture e i libretti dei grandi autori proposti. Ogni Opera Lirica è costruita per svelare i significati originari e i valori più intensi sia della storia che della musica. La regia proposta da Migliara esplora un rinnovato modo di vivere e proporre il teatro, delineando innovativi territori di fruizione dello spettacolo, avvicinando la lirica anche ad un pubblico non esperto. Gli interpreti impegnati nella manifestazione sono per la maggior parte voci nuove del panorama concertistico italiano affiancati da consolidati professionisti provenienti dai migliori conservatori di tutto il mondo. Ad accompagnare musicalmente le vicende narrate dalle tre opere sarà l’Orchestra Filarmonica di Milano, nata nel 2002 e composta da neo-diplomati del Conservatorio G.Verdi di Milano e dell’Accademia di alto perfezionamento per professori d’Orchestra del Teatro alla Scala. A dirigere i giovani musicisti, la Corale Ambrosiana e i cantanti saranno i maestri: Pierangelo Gelmini per “Tosca”, Vito Lo Re per “La Traviata” e Roberto Gianola per “Rigoletto”. Il concerto “Lirica sotto le stelle” del 21 luglio è realizzato sotto la direzione artistica della cantante giapponese Emiko Kubota, fondatrice dell’Associazione Internazionale Lirico Concertistica da anni impegnata nella promozione dell’opera lirica. I concerti “Gran Galà dell’Operetta” in programma 28 luglio e “Eroine Pucciniane del 4 agosto sono proposti dalla Compagnia Teatrale Meneghina, che dal 1924 propone spettacoli all’insegna del divertimento della conoscenza e della cultura. Tutte le opere sono gratuite e avranno inizio alle ore 21,00. Per dare la possibilità a tutti milanesi di assistere alle opere, i 500 biglietti disponibili per ciascuna data in programma saranno distribuiti presso l’Assessorato al Turismo, Marketing Territoriale, Identità di Via Bagutta 12, il lunedì antecedente la data in cartellone dalle ore 10.00 alle 17.00, tranne per Tosca i cui tagliandi erano disponibili da lunedì 14 luglio ma ad oggi tutti esauriti (Infoline  02/795892  ).  

Luglio    2008      la redazione

GIUGNO

Ultime Sonate di Beethoven per Barenboim alla Scala  

Con l'ottavo concerto Daniel Barenboim ha concluso il ciclo della 32 Sonate pianistiche di L.v.Beethoven. Le ultime quattro, eseguite ieri al Teatro alla Scala, coprono un ampio periodo compositivo che va dal 1794 dell' Op.7 al 1822 dell' Op.111, l'ultima composta dal Maestro tedesco. Barenboim ha iniziato la serata con la Sonata in mi magg. Op. 14 n.1 (1799), rivelando un tocco morbido, pieno di grazia che ha ben sottolineato gli aspetti  luminosi della composizione. La Sonata in mi bem. magg. Op.7 (1794-95)  con la quale ha terminato la prima parte del concerto, è più complessa e di maggiori dimensioni. La leggerezza iniziale nel primo movimento, Allegro molto e con brio, anticipa un modo più contrastato di comporre musica tipico di Beethoven. Barenboim ha ben evidenziato i contrasti e ha trovato  un equilibrio complessivo sempre coerente. Nel Largo del secondo movimento ancora una volta il pianista argentino ha rivelato un modo interpretativo riflessivo e molto interiore per il suo Beethoven; grande scioltezza nell'Allegro e neł Rondò finale. La seconda parte della serata è iniziata con la più breve Sonata in fa magg. op. 54 (1804) in soli due movimenti. Ottima l'interpretazione ascoltata. Con la Sonata in do min. Op. 111 (1821-22) ci troviamo di fronte ad uno dei massimi capolavori sonatistici. Dopo l'energico e suggestivo Maestoso e l' Allegro con brio e appassionato della prima parte, sottolineati da Barenboim con una decisa, intensa e voluminosa resa timbrica, con l'Adagio molto semplice e cantabile del finale, a coronamento del ciclo, il pianista ha raggiunto una vetta interpretativa stupefacente che dimostra un grado assoluto d'interiorizzazione dell'estetica beethoveniana. La conclusione del concerto è stata evidenziata dai fragorosi e interminabili applausi del numeroso pubblico presente. Memorabile.  

30 giugno     Cesare  Guzzardella

Al via la terza edizione del Milano Festival Barocco “Pietre sonore”  

Dal 30 giugno al 5 luglio alle ore 21.00 presso la Basilica milanese di San Simpliciano si terrà la terza edizione del Festival Barocco “Pietre sonore”. Il programma prevede 4 appuntamenti.  Il biglietto per i concerti del 1 luglio e del 5 luglio comprende la visita guidata del complesso monastico. Per informazioni e prenotazioni: Milano Festival Barocco 334 8206265 lunedì – venerdì ore 10.00 - 19.00. info@milanofestivalbarocco.it www.milanofestivalbarocco.it Call Center Vivaticket, 899.666805 o www.vivaticket.it  Il 30 giugno primo appuntamento con il gruppo cameristico Concerto Köln che eseguirà musiche di Händel, Telemann, Vivaldi, Bach e Sammartini. Pubblichiamo una presentazione del direttore artistico M.tro Gianluca Capuano.  

Nel 2006, quasi per una sfida, con copiosa ricchezza di idee ma speculare povertà di mezzi, è nata la prima edizione di “Pietre sonore” nella splendida cornice dei Chiostri di San Simpliciano. Il titolo allude a  un celebre libro di un grande etnomusicologo, Marius Schneider, che sviluppava una affascinante e persuasiva analisi simbolica dei capitelli del chiostro catalano di Sant Cougat: le corrispondenze fra pietre, suoni e simboli cosmologici e zodiacali si imponevano con un’evidenza stupefacente al lettore ammirato da tanta sapienza delle cose nascoste. La suggestione provocata dall’idea che le pietre possano, nel loro millenario silenzio, cantare, rimane fortissima in ogni spazio pensato secoli orsono dai monaci per la preghiera e la meditazione. Non immuni da questa ispirazione, e stupefatti dalla perfezione acustica certamente non casuale del chiostro quattrocentesco annesso a San Simpliciano, sembrava del tutto naturale pensare a un Festival musicale che potesse far risuonare con la musica “alta” questo luogo troppo poco noto ai più. La vicinanza organica con la Basilica di San Simpliciano, certamente una delle sedi più conosciute a Milano per i concerti di musica antica, fra le cui mura risuona uno strumento – l’organo Ahrend – che tutta l’Europa ci invidia, rende l’intero complesso monastico un punto d’elezione per la fruizione della musica da parte del pubblico appassionato. La sfida iniziale è nel frattempo divenuto un appuntamento atteso e auspicato da chi ha scoperto quest’oasi di pace nel pieno centro di Milano anche grazie alle visite guidate che sempre fanno da cornice ai concerti. Il 2008 segna una svolta nella breve storia del Festival, che, grazie alla presa in carico dell’organizzazione da parte dell’agenzia Aliopera, si espande nel numero e qualità degli appuntamenti e si rinnova nella veste grafica e nel nome: Milano Festival Barocco che dice in sintesi tutto quello che “Pietre sonore” vuole essere, ovvero un Festival legato alla città di Milano e dedicato in modo elettivo, sebbene non esclusivo, al Barocco musicale europeo. La proposta musicale di quest’anno è arricchita dalla presenza di Concerto Köln, uno dei gruppi europei più blasonati nel panorama della musica eseguita con criteri filologici, che propone un programma eclettico con alcuni dei compositori di punta del Barocco europeo; un altro gruppo più giovane ma non meno interessante, La Divina Armonia diretta da Lorenzo Ghielmi, uno dei massimi organisti nel panorama della musica barocca, ci preparerà alla celebrazione, l’anno prossimo, dell’anniversario di due grandi compositori: G. F. Haendel e F. J. Haydn. Un gruppo italiano di brillanti virtuosi, Icarus, ci fa sentire il suono poco frequentato del consort di flauti dolci in una serie di mirabolanti e difficilissime trascrizioni di opere originariamente per archi di A. Vivaldi e J. S. Bach. Infine l’attenzione sarà focalizzata su una delle prassi più in uso nel passato della musica occidentale: l’improvvisazione. L’organista di Stoccarda Juergen Essl, ottimo depositario di questa antica destrezza, geniale improvvisatore in una moltitudine e varietà di stili, si cimenterà sull’organo Ahrend in improvvisazioni sugli Inni di Sant’Ambrogio, il nucleo più antico della musica milanese, proposti per l’occasione da “ambrosiani doc” quali i cantori della Cappella Musicale Ambrosiana diretta da un profondo conoscitore di questa musica, Giovanni Scomparin.  Come è stato in passato, come sarà in futuro, Milano Festival Barocco non è solo occasione di ascolto musicale, ma anche di incontro e parola. Il 5 luglio alle 18 ci sarà la presentazione del libro di Davide Sparti “Il corpo sonoro” (ed. Il Mulino) sul concetto di improvvisazione, fortemente connesso a quello di oralità, con particolare riferimento alla musica jazz.  

Gianlica Capuano   Direttore artistico  

28  giugno   la redazione

"Il giocatore" di Prokof'ev alla Scala  

Ultime repliche al Teatro alla Scala per l'opera di Sergej Prokof'ev  "Il giocatore" (Igrok'). L'adattamento scenico in quattro atti e sei quadri dal romanzo di Dostoevskij venne composto dal musicista russo a  venticinque anni tra il 1915 e il 1917 ma bisogna attendere sino al '29 per la prima messinscena avvenuta a Bruxelles in versione francese con il titolo "Le joueur". Solo dopo la morte del musicista l'opera ottenne un discreto successo con rappresentazioni prima in Europa occidentale e poi in Russia. La Scala, in coproduzione con la Staatsoper Unter den Linden di Berlino ha riproposto Il giocatore - nel 1996 l'aveva diretta Gergiev- con l'eccellente direzione di Daniel Barenboim questa volta alla testa dell'orchestra scaligera. Il giudizio complessivo dell'allestimento è ottimo. Le sonorità del giovane Prokof'ev, per l'epoca decisamente all'avanguardia pur utilizzando modalità compositive tonali, anticipano le pruduzioni posteriori sinfoniche e cameristiche e l'uso del testo come supporto costruttivo della musica trova in questa splendida opera un ruolo estremamente significante  per un'espressione artistica altamente teatrale. La scelta moderna e attuale del regista, scenografo e costumista Dmitri Tcherniakov è decisamente valida. La scena principale è ambientata nella hall di un grande albergo-casinò e lo scorrere in orizzontale dei sei quadri che descrivono l'opera con modalità quasi fotografiche dove il colore azzurro è preponderante, rende ancora più attuale il testo di Dostoevskij. Barenboim ha ben plasmato la duttile Orchestra della Scala restituendoci un Prokof'ev musicalmente molto russo e ha messo in risalto l'ottimo e numeroso cast vocale che trova i punti di forza nel bellissimo timbro dell'attraente Kristine Opolais (foto di M. Brescia- archivio Scala) nel ruolo di Polina, nell'incisivo anche scenicamente Misha Didyk, Aleksej, nel pregnante Vladimir Ognovenko, il Generale. Bravissimi anche teatralmente tutti gli altri. Ottima la parte corale preparata da Casoni. Al termine pubblico entusiasta ma nella quinta rappresentazione risultano  incomprensibili i numerosi posti liberi in platea e nei palchi. Ultime repliche il 28 e il 30 giugno. Da non perdere.  Per informazioni:  www.teatroallascala.org

27  giugno        Cesare Guzzardella

La Traviata della Cavani è tornata  alla Scala  

E' ripresa al Teatro alla Scala "La Traviata", opera verdiana tra le più rappresentate al mondo. Ritroviamo la fortunata regia di Liliana Cavani , le sfarzose scene di Dante Ferretti con i costumi di Gabriella Pescucci  e le coreografie di Micha Van Hoecke. Nella settima rappresentazione ritorna il cast principale con una splendida per nitore ed intensità espressiva  Mariella Devia, Violetta Valéry, un limpido José Bros, Alfredo Germont, un ottimo Filippo Bettoschi, Barone Douphol e nel ruolo di Germont padre, un esemplare Renato Bruson; bravi tutti gli altri. L'allestimento, alla Scala dal 1990, è nella tradizione con ambientazione ottocentesca molto appariscente nel primo atto e nella seconda scena del secondo. Alla direzione dell'orchestra scaligera il bravo Carlo Montanaro è molto rispettoso degli interventi solistici. Ottimo come sempre il coro di Bruno Casoni. Sala del Piermarini al completo. Grande successo. Ultime repliche il 23, 25 e 27 giugno.   www.teatroallascala.org

21  giugno  C.G.

Nuovo appuntamento con Barenboim per l'integrale pianistica di Beethoven  

Quattro le Sonate di Beethoven proposte ieri da Daniel Barenboim al Teatro alla Scala nel terz'ultimo appuntamento dell'integrale pianistica: l'op.27 n.1 in mi bem. magg. "Sonata quasi una fantasia", la Sonata in re magg. Op.10 n.3, quella in mi min. Op.90 ed infine la "Waldstein" in do magg op.53. La prima, di rara esecuzione, e la seconda  hanno rivelato un Barenboim molto introspettivo con andamenti più lenti di quelli cui siamo soliti ascoltare. Il Largo e mesto dell'op.10 n.3 è stato straordinariamente analitico e riflessivo con timbrica ricca di contrasti che ne hanno accentuato l'espressività. Nella seconda parte del concerto l' op.90 è in soli due movimenti particolarmente contrastanti tra loro. L'interpretazione del pianista argentino è stata esemplare specie nel movimento in maggiore espresso con grande dolcezza. Il concerto è terminato con la celebre "Waldstein", sonata particolarmente virtuosistica ricca di contrasti dinamici e dalle forti sonorità. Splendida l'interpretazione di Barenboim. Grandissimo successo di pubblico.  Prossimo appuntamento per il 22 giugno.  www.teatroallascala.org

19  giugno     Cesare Guzzardella

In San Simpliciano il Festival Barocco

La magnifica Basilica di San Simpliciano a Milano, con i suoi splendidi chiostri, da due anni ospita il Festival “Pietre sonore”, che quest’anno si modifica in Milano Festival Barocco. Il Festival si svolge tra la fine di giugno e la prima settimana di luglio, quando l’offerta musicale in città è più carente, essendo terminate le principali stagioni concertistiche. Le prime due edizioni hanno riscosso un incoraggiante successo. Il programma e gli interpreti hanno attirato un pubblico competente e vario, con una rilevante presenza di giovani. L’edizione 2008 del Festival prosegue in questa direzione e propone artisti di caratura internazionale accanto a giovani rivelazioni. Incastonati nella suggestione del luogo prezioso e antico, il Festival Pietre sonore presenta quattro concerti più un incontro che fa da cornice. La proposta musicale  è un percorso che attraversa alcuni momenti fondamentali della storia musicale europea. Ci si immerge nel pieno dell’età barocca, con i primi trionfi degli archi moderni, con l’imporsi del violino e la nascita della sonata interamente strumentale, fino all’affermarsi nel Settecento del concerto per soli strumenti in competizione tra loro.  E si lambisce la seconda metà del Settecento, quando l’influenza degli stili italiano, francese e tedesco si stempera in un linguaggio sopranazionale.  La Basilica di San Simpliciano è una delle chiese più antiche di Milano. La Basilica è il luogo sacro noto ai milanesi per la musica di qualità e ha ospitato tra l’altro buona parte del progetto decennale dell’esecuzione integrale delle Cantate di Bach. Può ospitare fino a 700 persone ed è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di musica barocca. Il suo organo Ahrend - prestigioso strumento restaurato qualche anno fa grazie alla sensibilità del Comune di Milano - è l’unico esempio in Italia di organo tedesco, ideale per l’esecuzione del repertorio barocco.Lunedì 30 giugno alle oer 21.00 si terrà il primo concerto  con l'ensemble Concerto Köln (nella foto). La Direzione artistica del Festival è di Gianluca Capuano. Per ulteriori informazioni:  Milano Festival Barocco 334 8206265 lunedì – venerdì ore 10.00 - 19.00. info@milanofestivalbarocco.it  www.milanofestivalbarocco.itCall Center Vivaticket, 899.666805 o www.vivaticket.it

17  giugno    la redazione  

Daniel Barenboim  interpreta Beethoven alla Scala  

E' tornato alla Scala con il suo Beethoven Daniel Barenboim per la seconda parte dell'integrale delle Sonate pianistiche che viene completata con i quattro concerti di giugno. E' un Beethoven profondamente poetico quello ascoltato ieri sera da Barenboim (foto Archivio Teatro alla Scala) che dimostra profondità di pensiero e totale immersione nel carattere del grande tedesco. I movimenti lenti e più introspettivi come l'Adagio molto della Sonata in do min.op.10 n.1 e l'Adagio con molta espressione della Sonata in si bem.magg.op.22, ascoltati nella prima parte dello splendido concerto, sono dolci e riflessivi. Barenboim ha  ricreato un misurato equilibrio tra i piani sonori mettendo sempre in risalto l'elemento melodico. La seconda parte della serata è iniziata con due delizie musicali definite da pura e semplicità cantabilità che solo i grandi interpreti possono evidenziare valorizzandone i contenuti: le Sonate op.49 n.1 e n.2. I due brevi capolavori, in soli due movimenti, sono in apparenza semplici ma  richidono suono leggero, scorrevole, ricco di sfumature e ben pesato ed il pianista argentino li ha fatti risaltare nel loro splendore. Gran finale con la celebre Sonata in fa min. Op.57 "Appassionata". Ricca di suggestivi contrasti chiaroscurali e ritmici e tecnicamente più complessa, ha trovato in Barenboim un sapiente interprete capace  d'incantarci con la sua timbrica «orchestrale» e appassionante. Grandissimo successo di pubblico in una serata da ricordare. Prossimo appuntamento  con le sonate beethoveniane per mercoledì 18, mentre questa sera Barenboim dirige Prokof'ev con la prima de "Il giocatore".  

16 giugno      Cesare Guzzardella

Un grande Buchbinder per la  Società dei Concerti  

Ieri sera per la Società dei Concerti è tornato in Conservatorio in una stipata Sala Verdi il pianista austriaco Rudolf Buchbinder interpretando un programma interamente beethoveniano con ben quattro Sonate del grande tedesco: la prima, l'Op. 31 n.2 "Tempesta" e l'ultima eseguita, l'Op. 53 "Waldstein" tra le più note ed interpretate, e al centro le più rare nelle sale da concerto Op. 31 n.3 e Op.10 n.2. Buchbinder, interprete completo con vastissimo repertorio, ha in Beethoven impeccabile sintonia di carattere. L'eccellente pianista ha mostrato ancora una volta di avere completamente interiorizzato le peculiari caratteristiche del compositore tedesco restituendoci una musica esemplare per pregnanza espressiva con timbrica robusta ma anche delicata ed elegante, come evidenziato nelle  sonate centrali. Il bravissimo virtuoso rimane uno dei pochi riferimenti certi nella scena pianistica internazionale  per quanto concerne la produzione sonatistica beethoveniana. Pubblico entusiasta al termine e splendido il bis con il movimento finale della celebre "Patetica". Da ricordare.  

12 giugno     Cesare  Guzzardella

György Kurtág ospite d’onore per la chiusura della stagione Rondò    

György Kurtág è stato ospite d’onore per la chiusura della stagione Rondò  del Divertimento Ensemble in Sala Puccini al Conservatorio milanese. Il concerto è stato preceduto da  un interessante incontro del compositore rumeno- ungherese con Alessandro Solbiati. Quindi  una prima parte  della serata è stata dedicata alla musica solistica di Kurtág : dalle Trascrizioni per pianoforte a quattro mani da Machaut a Bach sono stati eseguiti brani di J.S. Bach trascritti  per pianoforte a quattro mani quindi l’Hommage a R. Schumann, brevi brani di  Kurtág per trio di clarinetto,  viola e pianoforte  ispirati dal compositore tedesco. Dopo l’intervallo il soprano Adrienne Csengery e il Divertimento Ensemble hanno eseguito una delle composizioni più note di Kurtág, Poslanija pokojnoj R. V. Trusovoj (1976-80) (Messaggi della defunta signorina R.V. Trussova, op. 17). La Csengery era stata l’interprete della prima esecuzione di questo significativo lavoro nel 1981 e con l’eccellente ensemble (nella foto), ha mostrato qualità interpretative di primo ordine. Grandissimo successo e calorosi applausi anche a György Kurtág.  

6 giugno     C.G.

La Gewandhausorchester di Lipsia alla Scala  

E’ tornato a dirigere alla Scala il direttore milanese Riccardo Chailly e questa volta con la sua orchestra, il Gewandhaus, una tra le  formazioni più antiche della storia. Fondata a Lipsia nel 1743,  ebbe tra i più celebri direttori Felix  Mendelsshon Bartoldy, Artur Nikisch, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter, Kurt Masur e Herbert Blomstedt. La Sala del Piermarini al completo ha rivelato un pubblico entusiasta al termine del lungo concerto che ha visto nella prima parte  il noto Concerto in re magg. Op.77  per violino e orchestra di Brahms, dopo l’intervallo il brano Cantus in memoriam Benjamin Britten di Arvo Pärt e poi la Sinfonia n.4 in fa min. op.36 di Čajkovskij. Solista nel concerto il violinista greco Leonidas Kavakos (nella foto) il quale ha interpretato con nitore espressivo il brano brahmsiano secondo modalità direttoriali che prevedevano un Allegro non troppo particolarmente analitico privo di slanci virtuosistici e un Adagio particolarmente meditato, mentre l’avvincente Allegro giocoso finale ha trovato momenti di scintillante virtuosismo solistico ed orchestrale. Il brano dell’estone Arvo Pärt è stato scritto nel 1977 per onorare la scomparsa dell’inglese Benjamin Britten mancato nel dicembre del 1976. E’un breve capolavoro di semplici sonorità definite dall’orchestra d’archi nello svolgere poche note di una scala discendente con melodia ripetuta a canone, intervallate da un La ripetuto ad intervalli diversi da una campana solitaria.  Splendida l’ascetica interpretazione. L’ultimo brano in programma, la Quarta Sinfonia di Čajkovskij, ha ritrovato un’orchestra scintillante e una direzione piena di energia e vitalità. L’orchestra di Lipsia in ogni settore ha mostrato qualità interpretative eccellenti; notevole la ridondante ed efficace sezione degli ottoni, grandi protagonisti della sinfonia. Al termine due entusiasmanti bis: l’intermezzo del terzo atto della Manon di Puccini, capolavoro  d’orchestrazione  dell’italiano, e quindi un brano di grande impatto sonoro, la scena della battaglia dal Romeo e Giulietta di Prokofiev. Da ricordare.  

2  giugno       Cesare Guzzardella

MAGGIO

Presentazione del libro su Karajan alla Rizzoli  

Presso la libreria Rizzoli, Galleria Vittorio Emanuele, 79 di Milano, mercoledì 4 giugno 2008 alle ore 17.00 verrà presentato il libro Herbert Von Karajan- Il musico perpetuo di Alessandro Zignani per la Zecchini Edizioni. Presenterà il libro  Mauro della Porta Raffo insieme all’autore. Ricordiamo i cento anni dalla nascita di Herbert von Karajan con la prima biografia italiana dedicata al Maestro. Da questo libro, firmato da Alessandro Zignani, nascono rivelazioni importanti. Ingresso libero. www.zecchini.com

30 maggio   la redazione

Il Don Carlo aprirà la Stagione 2008-2009 del Teatro alla Scala

E' stata presentata la Stagione scaligera 2008-2009. Il Don Carlo di Verdi diretto da Daniele Gatti per la regia di Stefan Braunschweig aprira' il 7 dicembre la nuova stagione. Il calendario presentato dal sovrintendente Stephane Lissner (nella foto), dal sindaco Letizia Moratti e dal vicepresidente Bruno Ermolli prevede tra le opere proposte  anche tre che hanno inaugurato le ultime stagioni del teatro milanese: 'Il Tristano e Isotta', la Aida e l'Idomeneo. "In programma 14 opere: una del Seicento, una del Settecento, quattro del Novecento, le altre otto dell’Ottocento. Sette sono gli autori italiani dei vari secoli. Gli altri sono un ceco, un inglese, un austriaco, un tedesco, un tedesco divenuto inglese ma che scrisse in italiano, un italiano divenuto francese, un russo divenuto americano. Sei sono i titoli italiani su 14, considerando l’Onegin del Bolshoi. Quattro le  nuove produzioni, tutte italiane (Don Carlo, Assassinio nella cattedrale, Orfeo, Convenienze e inconvenienze teatrali); Quattro le riprese che rispettano la storia lontana e recente della Scala (Viaggio a Reims, Idomeneo, Tristano, Aida); Tre  gli spettacoli che hanno inaugurato le ultime tre stagioni: Aida, Tristano, Idomeneo; Tre  le prime italiane di grandi spettacoli stranieri (The Rake’s Progress di Robertson-Lepage, A Midsummer Night’s Dream di Davis-Carsen e Alcina di Antonini-Carsen); Tre i periodi storici della musica italiana: la nascita dell’Opera con Monteverdi; il periodo d’oro del primo e secondo Ottocento con Rossini, Donizetti e Verdi; il Novecento inoltrato di Pizzetti. Insomma, in apparenza c’è disordine. Verdi sarà contento. E  lo sarà di più perché a lui abbiamo lasciato la ‘prima’. Ma la varietà non è davvero tale senza una logica, un rigore, un progetto". Per informazioni: www.teatroallascala.org/it/stagioni/2008_2009/presentazione_2008_2009.html

28  maggio    dalla  redazione

Il Prigioniero e Barbablù con Harding e Stein alla Scala  

Continuano le repliche al Teatro alla Scala dei due atti unici di Dallapiccola e Bartók per la direzione di Daniel Harding. Il Prigioniero è opera di Luigi Dallapiccola su suo libretto ed è stato concepito intorno al 1942, mentre Il Castello del duca Barbablù del 1911, su libretto di Béla Balász è tratto dal celebre racconto di Charles Perrault. L'Espressionismo della Scuola di Vienna  e l’Impressionismo-simbolismo di Debussy sono rispettivamente i principali riferimenti stilistici. L’abbinamento dei due brevi ma intensi drammi in musica voluti in dittico da Harding e dal regista Peter Stein è risultato avvincente sia per la qualità interpretativa del direttore inglese, dell’Orchestra e del Coro scaligero e dell’ottimo cast vocale, sia per l’efficace regia che ha unificato le due oscure vicende con scelte  di recitazione e di ambientazione adeguati. Molto interessanti le sobrie ed evidenziate scene di Wögerbauer per Il Prigioniero (le foto sono di M.Brescia dall'Archivio Scala) e di Gianni Dessì per Barbablù, i costumi di Anna Maria Heinreich e le rilevanti e spesso determinanti luci di Japhy Weideman. Nella prima opera l'intensa voce e la chiara timbrica di Paoletta Marrocu hanno messo in risalto la figura della Madre, e il timbro caldo ed espressivo di Vito Priante  ha ben definito il Prigioniero, ma molto bravo anche Kim Begley, il carceriere-inquisitore. Nella seconda opera i due protagonisti, Gabor Bretz, il duca Barbablù e Elena Zhidkova, Judit, hanno impeccabilmente rivestito il loro ambiguo e simbolico ruolo. La risoluta e impeccabile direzione di Harding che ha saputo ben adattare la duttile timbrica orchestrale alle due diverse partiture e la qualità complessiva della messinscena hanno meritato l'entusiastico successo di pubblico ottenuto. Prossime repliche il 27 e il 30 maggio. Da non perdere. 

26  maggio     Cesare  Guzzardella

Una grande Elisso Virsaladze per le Serate musicali  

La pianista russa Elisso Virsaladze torna puntualmente a Milano e ci rivela ogni volta la sua stupenda arte interpretativa. Nata a Tblisi in Georgia ha ricevuto un'educazione musicale di primissimo livello, a Mosca anche  con il celeberrimo Heinrich Neuhaus. La classe di una grande interprete si sente, eccome! Nella Sala Verdi del Conservatorioha impaginato un programma alternando Mozart a Schubert. Del grande salisburghese la Fantasia in do min. K475 eseguita come primo movimento della Sonata in do min. K457 e dopo l'intervallo la Sonata in si bem. magg. K333  . E' un Mozart altamente raffinato quello della Virsaladze, misurato nella Fantasia e ricco di sfumature. Ma anche Schubert è al top con una Fantasia in do magg. "Wanderer" D760 interpretata con rigore virtuosistico e grande sensibilità. Notevoli anche i Tre Klavierstüke.   Al termine due sorprendenti bis tra i quali un impeccabile Schubert-Liszt dalle Soirées de Vienne degno di Horowitz . Grandissimo successo per il numeroso pubblico presente in una Sala che per l'occasione non avrebbe dovuto avere un solo posto libero. Da ricordare.  

20  maggio      Cesare Guzzardella

Fazil Say per la Società dei Concerti  

Lo statunitense John Axelrod ha diretto l'Orchestra Sinfonica di Lucerna in Conservatorio per la Società dei Concerti. Culmine della splendida serata è stata la presenza del pianista turco Fazil Say, affermato interprete ma anche valido compositore che dopo la frizzante Ouverture di Mozart da "Il Ratto dal Serraglio", ottimamente diretta da Axelrod, ha mostrato la sua immensa musicalità eseguendo il Concerto in sol magg. di Maurice Ravel. Il brano in tre parti scritto da Ravel tra il 1929 e il 1931 presenta un tessuto musicale particolarmente ritmico e virtuosistico con momenti di intenso lirismo nell'Adagio assai  e trova soprattutto in  G. Gershwin ma anche in Stravinsky un'evidente influenza stilistica. Say coadiuvato dall'ottima direzione di Axelrod e dalla timbrica luminosa dell'Orchestra di Lucerna è riuscito a produrre un'interpretazione di elevato rigore tecnico ed espressivo con una partecipazione emotiva estremamente visibile.  Al termine il pianista ha concesso tre bis: per primo una sua composizione dedicata al celebre soprano Leyla Gencer, sua connazionale recentemente scomparsa; quindi il movimento finale della Sonata di Beethoven «la Tempesta» ed infine ancora una sua  particolarmente e toccante composizione. Nella seconda parte della serata Axelrod  ha interpretato  brillantemente e con rilevante energia la Sinfonia n. 4 di L.v.Beethoven. Questo direttore, assistente in passato del grande Leonard Bernstein aveva diretto  lo scorso anno alla Scala un'avvincente  Candide. Grandissimo il successo tributato in una Sala Verdi stipata di pubblico e un grazioso bis conclusivo con un movimento della Sinfonia Classica di S. Prokof'ev. Da ricordare.  

15 maggio     Cesare  Guzzardella

Yevgeny Sudbin per le Serate Musicali  

Il ventott'enne pianista russo Yevgeny Sudbin è poco noto in Italia ma aveva già suonato in Conservatorio per le Serate Musicali. Ieri ha impaginato un bel programma in Sala Verdi che ha rivelato le sue ottime qualità d'interprete che meriterebbe una maggiore attenzione da parte della critica musicale. La sua preparazione solida unitamente alle notevoli qualità espressive hanno delineato prima uno Scarlatti classico, limpido ed espressivamente rallentato con la Sonata K466 e poi un Haydn altrettanto nitido e ben marcato con la Sonata in si min. Hob.XVI n.32 e quindi una serie di Mazurche prima di Chopin con l'op.33 n. 2 e 4 e poi di Scriabin con una scelta dall'op.3 eseguite con calibrata e giovanile sensibilità. Ma è con il Ravel di Gaspard de la Nuit che Sudbin ha mostrato il suo grande virtuosismo e il notevole spessore interpretativo con una esecuzione avvincente sotto ogni profilo. Successo di pubblico e un bis di Chopin. Bravissimo.  

13  maggio    Cesare  Guzzardella

La scomparsa di Leyla Gencer  

E’deceduta  ieri a Milano il soprano turco di Istanbul Leyla Gencer. La sua voce intensamente espressiva e il suo declamato da grande attrice si erano imposti alla Scala dal gennaio del 1957 con Les Dialogues des Carmelites di Poulenc e da allora la sua voce è stata protagonista in partiture di grande repertorio con Verdi, Puccini, Bellini, Donizetti, ma anche del Novecento con Prokof’ev, Poulanc, Britten, Pizzetti, Castiglioni e Nono. Una nota del Teatro alla Scala la ricorda come “voce tra le più emozionanti di ogni tempo”.  Recentemente per le edizioni del Teatro alla Scala era uscito uno splendido libro che ricorda i suoi 50 anni alla Scala e all’interno del quale il Sovrintendente e Direttore artistico Lissner rammentava: “...in Duomo, per i funerali di Toscanini, tra i solisti della Messa da Requiem di Verdi c’era anche lei. Per venticinque anni quella donna dalla voce magnetica come i suoi occhi ha cantato alla Scala ogni stagione, fino al 1983, in 19 ruoli diversi; consegnando alla storia le sue Leonora, Elisabetta di Valois, Lady Macbeth, Norma, Aida, Ottavia.…a lei Donizetti deve molto della sua fortuna critica, grazie a certi Roberto Devereux, Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Maria Stuarda, Poliuto e Caterina Cornaro…Ancora oggi è difficile guardare quel volto che incenerisce senza sentirsi piccoli. L‘Accademia di canto di questo Teatro vive di lei…”. Un’altra presenza unica e irripetibile non c’è più! www.teatroallascala.org/it/stagioni/2007_2008/addio_a_leyla_gencer.html

11  maggio   C.G.

1984: l’opera di Maazel alla Scala  

Meritato successo di pubblico alla Scala per l'opera di Lorin Maazel  "1984" dal celebre ed ultimo romanzo di George Orwell scritto nel 1948. Il lavoro in tre atti su libretto di McClatchy e Meehan trova il suo punto di forza nell'efficace  teatralità della messinscena che prevede l'ottima regia di Robert Lepage, le scene, varie e movimentate di Carl Fillion valorizzate dalla produzione luminosa di Michel Beaulieu e gli adeguati costumi di Yasmina Giguére. L'eterogenea musica composta di recente da Maazel risulta ben funzionale al prodotto teatrale ma, pur evidenziando spunti molto interessanti che dimostrano qualità indubbie di sapiente orchestrazione ed elevata conoscenza  della  timbrica orchestrale, non trova un'unità di linguaggio. I riferimenti musicali, da Hindemit a Britten, dall'espressionismo viennese a  Bernstein o il jazz, non portano ad una sintesi estetica personale e nuova. La musica del  terzo atto è forse quella più riuscita e molto bella è la parte corale. Valida la compagine dei cantanti con ottime prestazioni nella quarta rappresentazione per Ian  Greenlaw nel ruolo di Winston  (tutte le foto sono di M.Brescia-archivio Scala), Nancy Gustafson, Julia, Jeremy White, Parsons, Peter Tantsits, Syme, Richard Margison, O’Brien, Silvia Vazquez, Gym Instructress, e gli altri. Prossime repliche il 10-14 e 17 maggio.  

9 maggio    Cesar Guzzardella

Uno straordinario Schiff per la “Società del Quartetto”  

Torna puntualmente a Milano in Conservatorio il pianista ungherese András Schiff riempiendo la Sala Verdi di un pubblico appassionato che lo segue nelle sue scelte monografiche alle quali siamo oramai abituati. Tutto Bach ieri sera per il “Quartetto” con le Sei Suites francesi nella prima parte, circa un’ora e mezza di musica ininterrotta, e l’Ouverture in stile francese BWV 831 dopo l’intervallo per terminare con un bis ancora bachiano dedicato all’Italia, il Concerto Italiano. Piace, piace molto al pubblico lo stile lucente e nitido di Schiff che con una memoria prodigiosa esegue Bach senza partitura (e non tocca i pedali del pianoforte!) al contrario della maggior parte dei suoi colleghi che hanno lo spartito di fronte. E come lo esegue, senza minime imperfezioni e con una coloriturà ricca di chiaro-scuri. Il pubblico ascolta in religioso silenzio e si sente raramente, cosa inconsueta, un moderato colpo di tosse. Splendida anche l’Ouverture dal sapore più clavicembalistico. Il solito straordinario Schiff.  

 7 maggio     Cesare  Guzzardella

Accardo e Canino alle Serate Musicali  

Salvatore Accardo con un nutrito gruppo di strumentisti ha tenuto un concerto in Conservatorio per le "Serate musicali" impaginando un programma di due composizioni: di Ernest Chausson un raro Concerto in re magg. Op.21 per violino, pianoforte e quartetto d'archi,  e di Felix Mendelssohn l'Ottetto in mi bem. magg.  Op.20 per 4 violini, 2 viole e 2 violoncelli. Il poco conosciuto ma interessantissimo concerto del francese Chausson, composto nel 1889, è caratterizzato da grande ricchezza d’inventiva a da una timbrica che gioca sul ruolo primario del pianoforte, un eccellente Bruno Canino, e del violino solista di Accardo. L'influsso della scuola francese ed in particolare di Frank risulta evidente in una composizione che meriterebbe una costante frequentazione. L'Ottetto di Mendelssohn scritto a sedici anni è un lavoro già molto caratterizzante della produzione del tedesco. Nell’ottimo gruppo d’archi oltre ad Accardo, Laura Gorna e Rocco Filippini troviamo anche due giovanissime e valide violiniste: Laura Marzadori e Francesca Dego. Grandissimo successo di pubblico in una Sala Verdi colma di appassionati.  

6  maggio      Cesare  Guzzardella

APRILE

Un’opera di Filippo Del Corno sulla tragedia di Aldo Moro  

Non guardate al domani è il titolo dell'opera lirica di Filippo Del Corno (nella foto) su testi di Angelo Miotto presentata in prima assoluta al Teatro dell'Elfo milanese per la stagione di musica contemporanea 2008. Costruita sulla drammatica vicenda che ha sconvolto l'Italia dal marzo del 1978, , l'uccisione della scorta, il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, il dramma in quattro blocchi  utilizza testi quali le lettere indirizzate da Moro ai politici o ai famigliari durante la prigionia, i comunicati delle BR, gli atti dei processi, articoli di giornali ecc. Gli scritti sono stati selezionati e riordinati da Miotto e costituiscono l'ossatura portante dell'opera. Sul palco dell'Elfo l'ottimo gruppo dei Sentieri Selvaggi , specializzato in repertori di musica contemporanea e diretto egregiamente da Carlo Boccadoro e otto voci soliste hanno dato vita ad una rappresentazione in forma di oratorio. I testi declamati e cantati dai protagonisti sono stati complessivamente ben interpretati: un Aldo Moro nella nitida ed appassionata interpretazione di Roberto Abbondanza, due brigatisti, i bravi Mirko Guadagnini e Valentina Coladonato, il politico, Enrico Bava, il giornalista, Luigi Petroni, l'agente segreto, Filippo Tuccimei, l'osservatore, Annamaria Calciolari ed infine il Papa ottimamente interpretato da Giuseppe Maletto. La musica di Del Corno è legata molto al testo e ha come elementi stilistici  riferimenti musicali eterogenei, da alcune timbriche che si riferiscono alle asperienze jazz-rock anni '70 soprattutto inglesi - nell'ensemble sono infatti presenti anche una batteria, un basso e una chitarra elettrica- al minimalismo o a modalità più recenti. La musica non trova una sua unitaria e completa caratterizzazione stilistica ma risulta essere particolarmente significativa nell'ultima parte del lavoro con momenti d'intenso lirismo sull'ultima lettera di Moro dalla prigionia. Sullo sfondo la proiezione video di documenti ed estratti filmici d'epoca ha completato il dramma musicale che rimane estremamente valido nel significato complessivo. L'esecuzione dell'opera è stata anticipata da una breve ma importante testimonianaza di Agnese Moro, figlia dello statista. Radio 3 trasmetterà  l'opera registrata venerdì 9 maggio alle ore 20.30. Successo di pubblico in una sala al completo con molti giornalisti e musicisti. Per ulteriori informazioni: www.sentieriselvaggi.org 

29 aprile     Cesare  Guzzardella

Uno straordinario Chopin per  Grigory Sokolov in Conservatorio  

Torna spesso a Milano per la stagione della  “Società dei Concerti” Grigory Sokolov, il grande pianista russo vincitore a sedici anni del Concorso Tchaikovsky di Mosca e come sempre ci stupisce per le sue sorprendenti qualità interpretative. Nel concerto di ieri in Conservatorio, alla presenza di un pubblico che gremiva la Sala Verdi, Sokolov ha eseguito prima Mozart e poi Chopin. Del grande austriaco la Sonata in fa magg. KV280 e quindi senza soluzione di continuità, la Sonata in fa magg. KV332, mentre del polacco il ciclo dei 24 Preludi op.28. Sokolov è un grande virtuoso con tecnica particolare  giocata su una forza evidente di mani e un’articolazione delle dita accentuata anche da movimenti di braccia. Un Mozart particolarmente vellutato e ricco di sfumature ha anticipato l’interpretazione stupefacente dei 24 preludi chopiniani. Il sapiente controllo dinamico , la capacità di sfumare  il colore  con percettibili differenze cromatiche e l’intensità di spessore interpretativo ci faranno ricordare  per parecchi anni la meravigliosa esecuzione di Sokolov che al termine del concerto e dopo interminabili e fragorosi applausi di un pubblico entusiasta, ha concesso ben sei bis tra i quali ancora tre gioielli di Chopin. Memorabile.

24  aprile       Cesare  Guzzardella

La Soai Orchestra di Osaka in Conservatorio  

Sabato 26 aprile 2008, alle ore 21.00  presso la Sala Verdi in Conservatorio ad ingresso libero si terrà un concerto sinfonico in occasione dell’inaugurazione ufficiale della partnership tra l’Università di Osaka e il Conservatorio di Milano. Due giovani soliste del Conservatorio, Arianna Dotto e Darija Kozlitina saranno presenti per la Sinfonia Concertante di Mozart con la Soai Orchestra di Osaka. Il Conservatorio “G. Verdi” di Milano presenta quindi al pubblico una nuova collaborazione a livello internazionale che si inserisce nel progetto di scambio cultural-musicale che l’istituzione prosegue da anni con altri istituti formativi.  L’accordo di scambio tra il Conservatorio e l’Università Soai di Osaka, una delle istituzioni d’eccellenza del Giappone, è stato stipulato nel 2005 e diventa ora operativo con la visita dell’orchestra dell’università giapponese, considerata una delle migliori orchestre studentesche del suo paese, che si esibisce sabato 26 aprile alle ore 21.00 in sala Verdi del Conservatorio. L’ingresso è gratuito. Per informazioni al pubblico: Tel 02-762110.221/214 www.consmilano.it .  

24  aprile    la redazione

Il virtuoso Gringolts per le Serate Musicali  

Intesa perfetta tra i due interpreti del concerto tenuto ieri in Conservatorio per le “Serate Musicali”. Il violinista Ilya Gringolts, vincitore a soli sedici anni del Concorso Internazionale “Paganini” nel 1998 ed il pianista  Peter Laul, primo premio al Concorso Scriabin di Mosca nel 2000, hanno impaginato un bel programma che prevedeva prima Stravinski con il Duo Concertante per violino e pianoforte e un raro Carl P. Emanuel Bach con la Sonata in si min. per violino e pianoforte e quindi, dopo l’intervallo, i romantici R.Schumann con la Sonata n°3 in la min. e C. Franck con l’arcinota Sonata in la maggiore. La sicura, dettagliata ed energica interpretazione di Gringolts è stata ben coadiuvata dalla lettura pianistica precisa, rigorosa e disinvolta di Laul. Particolarmente interessante il brano di Bach figlio, punto di riferimento a cavallo tra il barocco ed il classico ed avvincenti i brani romantici di Schumann e Franck . Successo di pubblico e splendido il bis di Antonín Dvořák.

22  aprile   C.G.

Presentazione del progetto DDCINEMA  per la lirica in diretta al cinema  

Presso il cinema Apollo di Milano è stato presentato da Dynamic SRL ed in collaborazione con QUBO SRL e la società belga XDC un progetto che prevede la visione delle migliori  produzioni operistiche dei teatri lirici italiani ed europei in diretta via satellite nelle sale cinematografiche. Negli Stati Uniti è oramai cosa consolidata. Attualmente il Metropolitan di New York trasmette nei cinema  e per un pubblico vastissimo il meglio della sua produzione lirica e secondo l’idea dei promotori ma anche con la convinzione dei numerosi giornalisti presenti al cinema Apollo, questa opportunità, se ben pubblicizzata, potrebbe avere in Italia altrettanto successo. Il vedere ed ascoltare la lirica  attraverso le sofisticate tecniche dell’alta definizione negli schermi dei cinema italiani e a prezzi decisamente minori di quelli praticati in teatro potrebbe in un prossimo futuro diventare una consuetudine per tutti gli amanti dell'opera. Ricordiamo che già il 23 aprile è in programma una diretta live via satellite dal Teatro la Fenice dell’opera rossiniana “Il barbiere di Siviglia” con la direzione di Antonino Fogliani. Numerose sale cinematografiche italiane trasmetteranno l’opera a prezzi decisamente vantaggiosi.  Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.ddcinema.net  

19  aprile     Cesare  Guzzardella

Paul Badura-Skoda per la “Società dei Concerti  

Il viennese Paul Badura-Skoda, classe 1927 e allievo di Edwin Fischer, uno dei grandi interpreti della scuola classica, ha tenuto un concerto per la Società dei Concerti impaginando un programma vario ed intelligente. Partendo da J.S.Bach con il Concerto in stile italiano in fa magg.,  cui ha fatto seguito J.Haydn con la Sonata in do min. Hob XVI/20, per arrivare a L.v.Beethoven con la Sonata n°31 in la bem.magg. e dopo l’intervallo, gli Studi Sinfonici op.13 di R. Schumann. Quello che rimane all’ascolto di questo grande del pianoforte è la peculiarità coloristica del timbro pianistico con una luminosità evidente inquadrata in una struttura interpretativa chiara e riflessiva. La classicità dell’interprete si rileva anche nel difficile Schumann degli Studi Sinfonici. Badura-Skoda ne dà un’interpretazione non virtuosistica ma all’insegna della chiarezza espressiva e del perfetto equilibrio complessivo. Il tocco delle prime note ed il bellissimo fraseggio ci fa subito dimenticare alcuni perdonabili errori che un grande interprete, non più giovane, può anche permettersi. Due i bis: Träumerei di Schumann e un insuperabile Notturno postumo di Chopin. Bravissimo! Grande successo di pubblico.  

17  aprile   Cesare Guzzardella

Il Macbeth di Kazushi Ono alla Scala  

Il Macbeth verdiano con la regia di Graham Vick, le scene e i costumi di Maria Björnson e le luci di Matthew Richardson inaugurò la stagione scaligera del 1997 con la direzione di Riccardo Muti. Ora nella medesima messinscena troviamo sul podio Kazushi Ono, valido direttore sinfonico e artefice di quella meravigliosa Lady Macbeth di Šostakovič che abbiamo visto alla Scala la scorsa stagione. La collaudata regia e soprattutto la riuscita invenzione scenica sono cosa acquisita ed il cast vocale si avvale dell’apporto della splendida voce di Violeta Urmana, una Lady Macbeth dalle caratteristiche timbriche non abbastanza drammatiche per il ruolo preposto e  da  un Leo Nucci, Macbeth, in splendida forma. Bravissimi gli altri interpreti: Ildar Abdrazakov, Banco, Walter Fraccaro, Macduff, con quella splendida aria del quarto atto e tutti gli altri. La ricca parte corale curata da Bruno Casoni è impeccabile, meno la parte coreografica di Ron Howell nel terzo atto. Si rimane questa volta perplessi per la direzione poco verdiana del Maestro Ono, una direzione che ha una sua unità stilistica corale e particolarmente sinfonica ma che non esprime la poetica ottocentesca del Verdi che conosciamo, con tutte quelle caratteristiche mediate da accenti, ritmi ben marcati e coloriture che rimandano al folclore popolare del periodo storico del Maestro. Una lettura senza storia che può soddisfare pienamente solo chi non conosce le grandi interpretazioni, soprattutto italiane, di questo capolavoro. Moderato successo di pubblico in una Scala al completo. Repliche il 16-18(Marrocu-Inverardi)-20 e 24 aprile.  

14  aprile      Cesare Guzzardella

Uno straordinario Radu Lupu a sostegno di Casa Vidas  

Concerto importante quello tenuto ieri all’Auditorium in ricordo di Alberto Falck per due ragioni: il sostegno a Casa Vidas,  hospice in funzione da luglio 2006, e la presenza di uno dei massimi pianisti viventi, il rumeno Radu Lupu. Considerato unanimemente come il maggiore interprete vivente di Franz Schubert, pochissimi lo seguono, ha impaginato un programma tutto schubertiano nei quali ha dato sfoggio delle sue assolute qualità musicali. Dalle 18 Danze tedesche op.33 D783 ai quattro Improvvisi op.90 D899 alla Sonata in re magg. Op.53 D850 interpretata dopo l’intervallo unitamente a due splendidi bis. Non ci sono aggettivi sufficienti per elogiare il suo spessore interpretativo.  Ascoltando Lupu si intuisce come il ruolo di un esecutore possa diventare unico. L’interprete diviene l’anima del compositore e può fare rivivere in modo anche potenziato i sentimenti creati da chi ha inventato la musica. L’interiorizzazione del materiale sonoro schubertiano è in Lupu totale e la sua restituzione, al suo orecchio e a quello del pubblico, avviene in modo estremamente poetico. Ogni difficoltà tecnica è risolta e ridotta a pura semplicità. Uno splendido e profondo gioco di fraseggi, di accenti, di volumi sonori e di trasparenza timbrica viene evidenziato da modi espressivi personali ed inarrivabili. Memorabile. Chi volesse sostenere la nobile e importante causa della Vidas è pregato di donare il 5 per mille nelle dichiarazioni irpef (Codice Fiscale Vidas 970 193 501 52)   o per donazioni telefonare al n°02 72511203-245-258 della Vidas.   www.vidas.it  

10  aprile       Cesare  Guzzardella  

Il norvegese Andsnes per il “Quartetto  

Non è molto conosciuto in Italia ma è un eccellente pianista il trentott’enne norvegese  Leif Ove Andsnes che ieri ha suonato per la “Società del Quartetto” impaginando un variegato, inconsueto ma interessante programma. Dalla Toccata in mi min. BWV 914 di J.S. Bach alla Sonata quasi una fantasia op.27 n°1 di L.v. Beethoven, da quattro rari e preziosi brani di J. Sibelius ad una Ballade in sol min. di E. Grieg. Dopo l’intervallo anche undici brani di C.Debussy dal primo e secondo libro dei Preludi. Andsnes è un pianista dalle ottime qualità tecniche ed espressive che trova nella ricerca dell’equilibrio timbrico e del giusto peso delle sonorità il suo punto di forza. Dopo una impeccabile interpretazione della Toccata bachiana, ha reso con rigore dinamico e ritmico la Sonata di Beethoven. Nei brani nordici, soprattutto nella raffinata e corposa ballata di Grieg  Andsnes ha dato ancora di più ma anche i preludi di Debussy sono stati ben interpretati. Il pubblico presente ha mostrato di apprezzare lo spessore interpretativo del pianista il quale al termine dei brani in programma ha concesso due stupefacenti bis: due Sonate di Domenico Scarlatti. Da ricordare.  

2  aprile     Cesare  Guzzardella

Bruno Leonardo Gelber alle Serate Musicali  

E' da ventitrè anni che il pianista argentino Bruno Leonardo  Gelber torna puntualmente a Milano per le Serate Musicali. Ieri in una Sala Verdi molto affollata ha  eseguito un programma tutto beethoveniano con ben quattro sonate, le  celebri  Clair de lune, Waldstein, Patetica e Appassionata.  Gelber è stato allievo da bambino del noto Vincenzo Scaramuzza, insegnante anche della Argerich e da questi ha ereditato una sicurezza di stile che lo rende un rilevante interprete. Decisamente apprezzabili le sonate Waldstein e la Patetica con uno splendido Adagio cantabile centrale. Prossimo appuntamento lunedì 7 aprile con la pianista Polina Leschenko.  

1 aprile   Cesare Guzzardella

MARZO

"Mediterranea" per la Scala al Teatro degli Arcimboldi

Questa sera ultima replica al Teatro degli Arcimboldi  per la Stagione di balletto scaligera di “Mediterranea”,  riuscita coreografia di Mauro Bigonzetti (foto di M.Brescia- archivio Scala). Nata nel 1993 e  presentata allora in luglio per la rassegna “Torino Danza”, Mediterranea si presentava su di un palcoscenico all’aperto con un ridotto numero di ballerini rispetto a quelli attuali. Nella versione scaligera odierna il numero di danzatori è più che raddoppiato e il bel palcoscenico degli Arcimboldi, splendido teatro che andrebbe ancora più sfruttato in rappresentazioni di qualità come questa, è stato messo in risalto dalle eccellenti luci di Carlo Cerri e dalle essenziali, discrete e funzionali  scenografie di Roberto Tirelli. Mediterranea è sapientemente costruito da Mauro Bigonzetti sfuttando al massimo la fisicità-sensualità di ogni  ballerino. Utilizza un mix di musiche che hanno al centro brani provvenienti da culture mediterranee, soprattutto tunisine,  turche e spagnole, in alternanza ad altri di G.P.da Palestrina, Ligeti e Mozart. La coreografia, molto dinamica, gioca su un'alternanza tra momenti di coppia, con numerosi passi a due, e momenti in cui entrano in scena circa trenta ballerini. L’effetto dinamico, con le entrate e le uscite velocissime degli interpreti, è potenziato soprattutto dalla ritmica molto accentuata dei brani prescelti. Unico punto debole, per chi considera la musica centrale e un tutt'uno con la danza, è la sovrapposizione dei brani durante il missaggio dei medesimi, ottenibili solo con una riproduzione registrata (i balletti con un’orchestra live sono un'altra cosa!) con un cambio di valenza estetica non sempre in sintonia con i movimenti coreografici (alcuni brevi sequenze della fortunatamente completa Alla Turca di Mozart sono poco in sintonia con le movenze). Tutti bravissimi in scena e segnaliamo in modo particolare nella replica di ieri, la coppia formata da Massimo Murru (nella foto di Brescia), uomo di terra e Antonino Sutera, uomo di mare, il più applaudito, e alcune splendide ballerine come  Francesca Podini, Antonella Albano, Beatrice Carbone e Monica Vaglietti. Grande successo. Ultima replica questa sera alle ore 20.30  

30  marzo        Cesare  Guzzardella

L’EUYO diretta da Ashkenazy per le Serate Musicali  

Si è tenuto in Conservatorio un concerto straordinario organizzato dalle Serate Musicali  con l’European Union Youth Orchestra diretta da Vladimir Ashkenazy per celebrare i trent’anni dalla fondazione di questa meravigliosa orchestra che è formata da oltre 110 giovani provenienti dai ventisette stati Membri dell’Unione Europea e di età compresa tra i quattordici e i ventiquattro anni. In passato l’orchestra ha avuto direttori responsabili quali Abbado e  Haitink. Sul palco abbiamo ascoltato anche una talentuosa violinista quale la tedesca Arabella Steinbacher. Il programma ottimamente impaginato prevedeva la Suite n°1 op.46 dal Peer Gynt di Edward Grieg, il Concerto per violino e orchestra in re min. op.47 di Jan Sibelius e dopo l’intervallo, la Sinfonia Domestica op.53 di Richard Strauss. Ashkenazy con la sua direzione nitida, garbata e trasparente nei diversi piani sonori, è riuscito ad esprimere in modo avvincente le specificità delle composizioni in programma. Dopo la splendida Suite di Grieg è scesa in campo la giovane violinista di Monaco che ha interpretato in modo impeccabile il difficile e tardo romantico concerto violinistico di Sibelius. L’op.47, che il finlandese compose nel 1903, è un esempio di grande ed equilibrata scrittura sia violinistica che orchestrale, con momenti di alto virtuosismo che la Steinbacher è riuscita a delineare con una profonda musicalità coadiuvata da una direzione equilibrata e molto rispettosa dell’importante parte solistica. Splendido il bis solistico concesso di Fritz Kreisler. Impeccabile e matura, per un orchestra così giovane, l’interpretazione della Sinfonia di Strauss.  Grandissimo successo di pubblico in un splendida serata da ricordare.  

29  giugno      Cesare  Guzzardella

Olga Kern per “La Società dei Concerti”  

Torna ogni anno puntualmente in Conservatorio la bella e brava pianista Olga Kern per la Società dei Concerti. L’ottima interprete moscovita, medaglia d’oro nel 2001al prestigioso Concorso Pianistico Van Cliburn, dopo un’acclamata tournée che l’ha vista impegnata in 35 città statunitensi nella primavera del 2007 è ora appena tornata dal Brasile. Ieri è riuscita ad entusiasmare il  numeroso pubblico presente in Sala Verdi impaginando un programma vario e non facile. Abbiamo ascoltato come introduzione una equilibrata Sonata  in do magg. Hob XVI/50 di F.J. Haydn per poi arrivare al top di virtuosismo con le splendide Variazioni su un tema di Paganini op.35 di J. Brahms nelle quali la Kern ha mostrato sicurezza ed energia nei momenti più virtuosi e controllata pacatezza in quelli più delicati. Dopo l’intervallo, una lucida interpretazione della Sonata n°3 in si min. op 58 di F. Chopin ha entusiasmato il pubblico e la Kern ha gentilmente concesso ben cinque bis tra i quali due splendidi classici di Moszkowski e Rachmaninov. Prossimo appuntamento il 16 aprile con un grande, il viennese Paul Badura Skoda.

27  marzo     Cesare  Guzzardella

Nikolai Lugansky per le Serate  Musicali  

Il pianista moscovita Nikolai Lugansky, vincitore di prestigiosi concorsi internazionali come il Cajkovskij nel 1994, ha impaginato un programma particolarmente vario e nel quale gli elementi di virtuosismo tecnico hanno rappresentato l'ossatura portante di importanti brani quali il Carnevale di  Vienna  op.26 di Robert Schumann, 7 brani dal  Romeo e Giulietta di Serghej Prokof'ev e dopo l'intervallo, brani o studi tra i piú noti di Franz Liszt come Sposalizio o Jeux d'eau à la ville d'Este. La notevole capacità di superare senza difficoltà gli elementi di virtuosismo presenti specie in Liszt e la riflessiva qualità interpretativa nella quale la bellezza del tocco, il giusto peso timbrico e le accurate evidenziazioni melodiche sono caratterizzanti delle eccellenti qualità interpretative di Lugansky. L'eleganza di alcuni fraseggi del Carnevale, il granitico e deciso timbro di alcuni passi di Romeo e Giulietta, la corretta e riconoscibile sovrapposizione dei complessi piani sonori e l’accurato preziosismo in Liszt, fanno di questo pianista un degno continuatore della scuola russa. Al termine due bis: un luminoso preludio di Rachmaninov e una stratosferica  Campanella di Paganini-Liszt. Grandissimo successo.  

17  marzo     Cesare Guzzardella 

Il Trittico di Puccini alla Scala  

Al Teatro alla Scala continuano le repliche del Trittico, i tre atti unici che Puccini iniziò a comporre nel 1913 e dei quali si ebbe la prima rappresentazione nel dicembre del 1918 a New York. L’originalità dei lavori e la varietà della trattazione sia dei soggetti che della musica è tale da rendere Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi un caso unico nella storia dell’opera lirica. Spesso in scena insieme, il Trittico (le foto di M.Brescia- archivio del Teatro alla Scala) mancava dalla Scala dal 1983, allora con la direzione di Gianandrea Gavazzeni e la regia, le scene e i costumi di Sylvano Bussotti, adesso, in questa nuova produzione scaligera in coproduzione col Teatro Real di Madrid, troviamo la direzione orchestrale  di Riccardo Chailly, la regia di Luca Ronconi, le scene di Margherita Palli e i costumi di Silvia Aymonino. Il successo in crescendo che si è riscontrato nel corso delle repliche è derivato sostanzialmente da un valore certo che è rappresentato dalla precisa, dettagliata e musicalmente ineccepibile direzione di Chailly, il quale ha trovato soprattutto in Suor Angelica con quelle chiaroscurali timbriche in perfetta sintonia con le luminose luci di Marco Filibek, la maggiore epressività musicale. Molto bravi e determinanti al successo anche tutti i cantanti con Juan Pons, Antonello Palombi (in sostituzione di Dvorsky nella quarta replica) e Paoletta Marrocu in ottima forma nel Tabarro; bravissima  Barbara Frittoli, splendida Suor Angelica, teatralmente valida ma sottotono la voce di Mariana Lipovsek, la zia principessa; un consolidato e splendido Gianni Schicchi quello di Leo Nucci e bravissimo Vittorio Grigolo, un incisivo Rinuccio. Di rilevanza la regia coreografica di Ronconi per Gianni Schicchi, mentre Margherita Palli è riuscita a costruire situazioni sceniche diversificate che, da quelle più tradizionali del Tabarro, si spingono ad un maggior modernismo in Suor Angelica con quell’ enorme scultura di donna in orizzontale, parte integrante della scena. Un caso a parte è la scenografia utilizzata per Gianni Schicchi: dopo un primo impatto quasi sconcertante dovuto al totale velluto rosso della scena, questa diviene poi particolarmente interessante grazie ad una scelta prospettica originale che con piani obliqui contestualizza e dà particolarmente risalto agli  elementi volumetrici presenti.  Ottima la trovata della proiezione visiva della città di Firenze e l’ingresso in scena di Schicchi, l’unico in costume Duecentesco. I costumi moderni dei protagonisti scelti dalla Aymonino, Schicchi a parte, sono in sintonia con gli elementi scenici presenti e con l’armonia dei movimenti. Successo pienamente meritato di pubblico. Prossime repliche il 20-25-28 marzo e 2 aprile.  

17  marzo     Cesare Guzzardella  

La pianista Juana Zayas a Palazzo Reale per le “Serate Musicali”  

 Nella "Sala delle Otto Colonne" di Palazzo Reale abbiamo assistito ieri, purtroppo non in molti, ad uno splendido concerto di Juana Zayas, organizzato da “Serate Musicali” in collaborazione con il Comune di Milano e l’Assessorato alla Cultura nell’ambito della mostra, parte integrante del concerto, “L’Arte delle Donne”. La pianista cubana, dalle altissime qualità interpretative, è da qualche anno ospite delle Serate Musicali ma rimane ancora un’artista poco conosciuta in Italia. Peccato, perché tra le interpreti presenti sulla scena mondiale è senza ombra di dubbio tra le migliori, e parliamo di poche unità. Il programma incredibilmente intenso prevedeva una prevalenza di brani di F.Chopin tra i quali i Quattro Scherzi, l’Andante spianato e Grande Polacca Brillante op.22 e una pregevole e originale elaborazione di Hans Fazzari di Wiosna, dai Canti Polacchi. Aggiungiamo pure due Studi eseguiti al termine come bis. Il modo d’interpretare Chopin della Zayas è mirabile per rigore formale, equilibrio complessivo e spessore interpretativo. Rilevanti pure i due Improvvisi op.90 (quelli in sol bem, magg e in la bem.magg.) di F.Schubert ascoltati e anche An die Musik nella trascrizione di Fazzari. Si rimane attoniti nel vedere con quale facilità e con quale qualità espressiva affronti brani di difficoltà trascendentale quale la bedllissima rielaborazione di F.Liszt del Valzer da “Faust “di Gounod. Bellissimo anche il terzo bis di Bach- Busoni. Peccatto che la mediocre acustica del luogo preposto al recital pianistico, una sala piena di riverbero, non abbia reso giustizia alla bellezza dell’interpretazione (assessore Sgarbi, si potrebbe porre rimedio?). Al termine la Zayas ha ricevuto  la Medaglia di Palazzo Reale da un rappresentante dell’Assessorato alla Cultura essendo Vittorio Sgarbi assente giustificato.  

15  marzo      Cesare  Guzzardella

La Argerich e Goerner con la “Verdi” commemorano Scaramuzza

Non molti sanno che il crotonese Vincenzo Scaramuzza, ventiduenne insegnante  di pianoforte al   Conservatorio di Napoli ed emigrato poi in Argentina nel 1907, ha fondato una scuola di pianoforte alla quale si sono formati innumerevoli grandi interpreti tra i quali gli argentini Martha Argerich, sua allieva in giovane età, ed il trentottenne  Nelson Goerner, allievo di Jeorge Garruba a sua volta allievo di Scaramuzza. Dopo il recente e splendido concerto tenuto in Conservatorio, ieri abbiamo ritrovato i due virtuosi all’Auditorium con una smagliante Orchestra Sinfonica Verdi  ottimamente diretta da Pedro Ignacio Calderòn -  importante direttore dell'America Latina allievo di Scaramuzza e Ginastera-  per commemorare il grande didatta.  In programma prima un raro ma significativo Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in si.bem.min. op 66 del napoletano Giuseppe Martucci con Goerner solista e quindi il noto Concerto n.3 in do magg. Op.26 di Sergej Prokof’ev con una insuperabile Argerich. Martucci (Capua 1856-Napoli 1909), pianista apprezzato da Rubinstein e da Liszt e soprattutto prolifico autore di musica strumentale, sinfonica e da camera, ha scritto concerti per pianoforte di egregia fattura con uno stile architettonicamente molto articolato di derivazione tedesca, soprattutto brahmsiana. Il difficile Concerto n.2, ricco di contrasti dinamici e di arditezze costruttive, è stato interpretato da Goerner impeccabilmente con grande precisione, equilibrio formale e soprattutto rilevanza espressiva. Al termine un bellissimo bis di S. Rachmaninov ci ha dato ancora un’idea delle sue superbe qualità artistiche. Lo attendiamo ansiosamente  in un recital solistico. Le qualità superlative  della Argherich in Prokof’ev, sottolineate da una direzione di Calderòn ancora più significativa rispetto al brano precedente, non hanno bisogno di commenti. La facilità con la quale il mito Argerich affronta le difficili difficoltà tecniche che il brano impone è in simbiosi con un’interpretazione nella quale la bellezza dei fraseggi si fondono con i luminosi colori di questa composizione. Il Concerto n.3, dalle caratteristiche particolarmente sinfoniche, riversa anche sull’orchestra un ruolo primario e la Verdi è stata all’altezza della situazione, ed esserlo con una Argerich è una grandissimo merito. Successo di pubblico con ripetuti e incontenibili applausi in una sala colma sino all’ultimo posto. Tre ottimi bis a quattro mani dalla meravigliosa coppia di artisti.

8 marzo    Cesare  Guzzardella

Il pianoforte di Roberto Prosseda per le Serate musicali   

Particolare e valida la scelta fatta dall'ottimo pianista Prosseda di alternare brani di Chopin ad altri di Mendelssohn. Prevalenza di Notturni, con un preludio, un valzer e una ballata (n.4), per il polacco,  e Lied ohne Worte - Romanze senza parole -  per il tedesco. La successione ininterrotta nella maggior parte dei brani ha dato una impressione di continuità e di sovrapposizione stilistica giustificata dai modi interpretattivi del pianista laziale. I tempi particolarmente dilatati, soprattutto in Chopin, sostenuti da una lettura analitica e riflessiva, hanno accentuato la componente melodica del polacco e sono una peculiarità dell’interprete. Rilevante la scelta d'inserire al centro dei brani un frammento del 1840-42 di Mendelssohn, Allegro con fuoco, ricostruito in modo egregio da Gabrio Taglietti nel 2006 ed in prima esecuzione a Milano. Il brano, particolarmente applaudito in Sala Verdi insieme allo stesso autore che è salito sul palco, meriterebbe di entrare in repertorio. Particolarmente riuscita la trascrizione-rivisitazione operata da Hans Fazzari dell’op.19 n.6 di Mendelssohn. Un concerto che anche per l'originalità dell'impaginato meritava una sala colma di pubblico.   

5 marzo     Cesare  Guzzardella    

Giovani talenti in Concerto: Rene Conti alla chitarra 

Nell’ambito della seconda edizione “Giovani talenti in concerto” , si è svolto domenica 2 marzo presso l’Auditorium del Laboratorio Musicale di Locate Triulzi un appassionante concerto del chitarrista  Rene Conti, 18 anni compiuti da qualche giorno. Il repertorio affrontato è stato indubbiamente impegnativo e la sua esecuzione ha rivelato interessanti “idee”  musicali dell’interprete. Conti si è cimentato subito con due brani di notevole impegno virtuosistico, la Grande Ouverture di Mauro Giuliani e “La Catedràl” di Barrios, la quale ha incluso anche il Preludio  Saudade e l’Andante religioso non sempre eseguiti insieme all’ Allegro solenne. Bene eseguiti anche il Preludio e la Sarabanda dalla Suite n.1 BWV 1007 (originale per violoncello)   che hanno chiuso la prima parte del concerto. Una serie di brani di grande fascino  per la chitarra classica ha caratterizzato la seconda parte del concerto: dal Carillon di Benvenuto Terzi, al malinconico  Un dia de novembre” di Leo Brower , al famoso “Capricho arabe” di Tàrrega fino al conclusivo “Tango en Skai” di Roland Dyens,  sono stati interpretati con equilibrio di suono e fraseggio, sempre molto curati. Aggiungiamo che Rene Conti si è già affermato in vari concorsi nazionali ed internazionali;  ci sono tutti gli ingredienti per una promettente carriera.

 4 marzo     Alberto Cipriani

Il violino di Daniel Hope e l’Orchestra Sinfonica Verdi all’Auditorium

Un altro eccellente violinista, l’inglese Daniel Hope ha portato splendida musica a Milano, questa volta all’Auditorium con l’Orchestra  Sinfonica Verdi diretta dal russo Vladimir Fedoseyev. Nella replica domenicale in programma il Concerto n.1 in la min. per violino e orchestra op.77 di Dmitrij Šostakovič  e, dopo l’intervallo, la Sinfonia n.4 in fa min op.36 di Čajkovskij. Nel panorama violinistico di oggi il giovane Hope è  tra i migliori interpreti, fra i più eclettici anche per la scelta  di repertorio che spesso privilegia la musica del Novecento e contemporanea. Recentemente il violinista ha vinto alcuni prestigiosi premi per le sue interpretazioni dei concerti di Berg e di Britten. Particolarmente espressivo è stato Hope nel rendere quel concerto che Šostakovič  scrisse  nel 1947 e che vide la prima esecuzione a Leningrado nel ’55 con David Ojstrach solista. La melodia melanconica  del Notturno iniziale è stata definita con profondità emotiva dal bel vibrato di Hope che ha anche mostrato un'intesa impeccabile con l’ottima direzione di Fedoseyev e con la Verdi. Molto bella anche la Passacaglia con quella lunghissima cadenza finale del violino solista resa con nitore e plasticità  dall’inglese. Brillantemente delineati i movimenti rapidi e più ritmici del concerto. Grande successo in un sala con molto pubblico e bellissimo il raro e virtuosistico bis: una trascrizione del grande Yehudi Menuhin da un Raga indiano per sitar di Ravi Shankar. Nella seconda parte valida l’interpretazione della Sinfonia di Cajkovskij.

3  marzo     Cesare Guzzardella

Piotr Anderszewski alle “Serate Musicali”

Viene spesso il pianista polacco Piotr Anderszewski alle Serate Musicali in Conservatorio e sempre il pubblico rimane molto soddisfatto per le sue qualità interpretative. Nel programma di ieri Anderszewski ha incominciato e terminato con il sommo J.S.Bach: all’inizio la Partita n.2 in do min. BWV 826 e al termine del concerto la Partita n.1 BWV 825; nella parte centrale, prima dell’intervallo, un autore polacco poco eseguito ma  di qualità come Karol Szymanowski (1882-1937) con il brano in tre parti Masques op.34 (1916) e subito dopo la Grande Humoresque in si bem. magg. Op.20 di Robert Schumann. E’ bravo Anderszewski, un eccellente pianista che trova nell’equilibrio interpretativo, anche su autori molto diversi come quelli in programma, il suo punto di forza. Anche in Schumann il controllo di testa è sempre presente. Rare le sbavature e ottima l’interpretazioni sia di Bach – ma quanti bravissimi giovani eseguono Bach!- sia del non facile e interessantissimo brano del connazionale  Szymanowski, con evidenti  riferimenti che vanno dall’impressionismo di Debussy e Ravel  sino a Skrjabin e Bartòk. Ma anche la Grande Humorsque eseguita con cura minuziosa dei dettagli e con tempi a volte dilatati, soddisfa pienamente. Bis con Beethoven. Prossimo concerto: lunedì, 3 marzo il pianista Roberto Prosseda alternerà Chopin a Mendelssohn, con una sorpresa di Fazzari.  

1 marzo       Cesare   Guzzardella    

Comunicato stampa della "Verdi"

Milano, 29 febbraio 2008 - Il Presidente del Consiglio di Amministrazione Gianni Cervetti ha illustrato le decisioni dellassemblea dei soci e lelezione dei nuovi organismi dirigenti e gestionali della Fondazione: Consiglio Generale , alla cui presidenza è stato eletto Cesare Romiti, il nuovo Consiglio di Amministrazione, di cui è Presidente Gianni Cervetti, e la carica di Direttore Generale a cui è stato riconfermato Luigi Corbani. Cervetti ha ringraziato il Ministro Rutelli per limpegno profuso ad ottenere i contributi pubblici per la Verdi, che ha visto un significativo passo in avanti con lapprovazione di un emendamento per un finanziamento di 5 milioni di euro. Ha ringraziato anche deputati e senatori di tutti gli schieramenti che hanno approvato tale emendamento, il Presidente della Commissione Bilancio della Camera e del Senato Lino Duilio ed Enrico Morando, ed i senatori Paolo Amato e Carlo Fontana. A questo punto ci auguriamo che gli Enti Locali provvedano, come già richiesto con la lettera del 2007 del Ministro Rutelli, ai loro impegni a sostegno dellattività della Verdi. Infatti, il Ministro Rutelli aveva manifestato la volontà di sostenere lattività della Verdi con un contributo annuo ordinario di 1,5 milioni di euro e un contributo straordinario di 3 milioni di euro, chiedendo agli Enti Locali un analogo impegno per 1,5 milioni di euro come contributo allattività. Daltra parte il bilancio 2007 della Verdi (anno in cui non ha ricevuto alcun contributo pubblico) con limpegno di 3 milioni di euro chiuderebbe in pareggio o, addirittura, con un attivo. I conti della Verdi sono assolutamente trasparenti e, unica istituzione milanese, pubblicati sul sito internet a disposizione di tutti i cittadini. Si tratta di contributi per unattività che la Verdi continua a svolgere come servizio pubblico ai cittadini milanesi e lombardi nellanno 2007 (nel 2007 la Verdi ha realizzato 216 concerti in Auditorium, in Lombardia, in Italia, nei teatri, nelle scuole, negli ospedali e nelle carceri per oltre 200.000 spettatori). A tal proposito, come dichiarato dal Presidente Formigoni, ci auguriamo che entro una settimana la Regione assuma le necessarie determinazioni e che il Comune e la Provincia facciano la loro parte per sostenere unattività che ha un così largo consenso di spettatori e cittadini.Un ringraziamento speciale va a tutti gli abbonati e spettatori della Verdi, che sono la ragione principale di esistenza dellistituzione, alla Banca  Popolare di Milano e alla Fondazione Cariplo, in particolare a Roberto Mazzotta e Giuseppe Guzzetti, per la loro attenzione e solidarietà dimostrata in questi anni. Come già sottolineato il debito pregresso sarà risolto secondo le normative di legge vigenti e recentemente approvate dal Parlamento, che consentiranno la rateizzazione di un debito che, come è noto, è dovuto non certo ad una superficiale gestione, ma alla cronica mancanza di contributi pubblici. Si è ribadito che con le decisioni del Ministro Rutelli finalmente è possibile vedere la luce in fondo al tunnel e guardare con maggiore serenità e tranquillità alla programmazione della Verdi. Un importante riconoscimento del valore artistico della Verdi è testimoniato dal prossimo appuntamento del 24 aprile alla Sala Nervi (7000 posti) in Vaticano, in occasione del concerto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano offrirà a S.S. Benedetto XVI per il terzo anniversario del suo Pontificato. Infine il nuovo Consiglio di Amministrazione, oltre a rinnovare linvito a cittadini e imprese a diventare soci della Verdi, ha deciso anche di costituire gli Amici della Verdi, che raccoglierà le adesioni di personalità che appoggiano il progetto culturale e civile che sta alla base della nostra Fondazione.

1 marzo     la  redazione  

FEBBRAIO 

Janine Jansen per la "Società del Quartetto"  

La violinista olandese Janine Jansen ha tenuto uno splendido concerto cameristico insieme al violista ucraino Maxim Rysanov e al violoncellista svedese Torleif Thedéen improntato su Bach, ma anche con un brano di notevole fattura per trio d'archi, "String Trio", del compositore russo Alfred Schnittke. Nel brano più atteso, la  Partita n.2 in re min. per violino solo BWV 1004  di J.S.Bach, che comprende la famosissimo Ciaccona, la bellissima Jansen ha rivelato tutte le sue eccellenti qualità d’interprete. La limpidezza del suo suono tondo, senza sbavature o forzature, è accompagnata da un modo particolarmente grintoso e sicuro d’intendere la musica. Al termine del brano il numeroso pubblico ha più volte richiamato l'artista sul palco della Sala Verdi. Le due serie di trascrizioni da strumenti a tastiera di Bach, le 15 Invenzioni a due voci (violino e viola) e le 15 Sinfonie a tre voci (trio d'archi), sono state  eseguite in duo o in trio con un' intesa perfetta. Molto interessante ed estremamente positivo l'inserimento del Trio di Schnittke, compositore mancato alcuni anni or sono, che ha avuto nella sua musica, definita post-moderna, un occhio di riguardo per il passato. La particolare forza espressiva del suo tagliente e scultoreo Trio è stata ben espressa dagli interpreti e soprattutto dalla Jansen che ha mostrato una concentrazione e una carica di energia evidente. Grandissimo  successo. Prossimo concerto per il "Quartetto" martedì 4 marzo con Lucchesini, Brunello, Rizzi, Allegrini e Widmann.  

27  febbraio     Cesare Guzzardella

Un Wozzeck doc alla Scala  

Con il Wozzeck di Alban Berg in scena al Teatro alla Scala in questi giorni, ci troviamo di fronte ad un capolavoro di drammaturgia in musica che esige qualità attoriali e vocali di primo livello. L'importanza dell'unità dei linguaggi nell'esprimere un autentico teatro in musica è stata capita per primo dai tedeschi con Wagner, R.Strauss fino ad arrivare alla Seconda Scuola di Vienna che trova in Berg, soprattutto nel teatro, il suo massimo rappresentante. Tedesco è anche Jürgen Flimm che ha firmato la splendida regia in un’unica scena minimale e povera, quella di Erich Wonder,  che riassume tutti e quindici i momenti scenici che compongono l'opera. Tedeschi sono anche molti dei protagonisti dell'eccellente cast vocale ma soprattutto essi sono sorprendenti attori. Italiano, milanese è invece Daniele Gatti, un direttore che nelle interpretazioni tardo-romantiche ed espressioniste, come nel Wozzeck, trova la sua maggiore qualità artistica. Splendida, intensamente lirica e rispettosissima degli attori in scena la sua direzione. Ricordiamo che Gatti debutterà quest'estate a Bayreuth, tempio della musica wagneriana. Nella terza rappresentazione, nel ruolo di Wozzeck abbiamo ascoltato un convincente Thomas J. Mayer, con voce corposa e chiara ed abilissimo attore nell’impersonare la “follia” del protagonista. Superlativa nella voce  e scenicamente perfetta il soprano Evelyn Herlitzius (le foto sono di M. Brescia dall'archivio della Scala) nel ruolo di Marie. Un plauso anche ai bravissimi Markus Marquardt, Wolfgang Ablinger-Sperrhacke, Ute Doring, Marlin Miller e a tutti gli altri. Considerando che questa è una delle migliori messinscene tra quelle viste in Stagione, non si comprende la presenza in teatro di numerosi posti liberi sia in platea che nei palchi. Ciò dovrebbe indurre l’organizzazione a ripensare ad una nuova politica di prezzo nella vendita dei biglietti, almeno nelle rappresentazioni in cui si prevede un’affluenza di pubblico inferiore. Ciò non può che giovare all’immagine del teatro oltre che a dare un’opportunità di ascolto in più agli amanti del repertorio novecentesco. E  sono molti!  Prossime repliche il 26-28 febbraio e il 5-9 marzo.

25  febbraio         Cesare   Guzzardella

Richard Goode per la  "Società del Quartetto"  

Il pianista statunitense Richard Goode ha tenuto un concerto dedicato a Chopin per la Società del Quartetto. Il programma comprendeva in prevalenza brani del grande polacco ma introdotti ed intervallati da altri compositori quali Bach, Mozart, Debussy. L'inizio con due Preludi e fughe dal  Clavicembalo ben temperato del sommo Bach ci ha dato subito l'idea dello spessore interpretativo di Goode: un fraseggio morbido, contenuto con timbriche luminose che hanno ben evidenziato le singole voci polifoniche dei brani. Si sente che Goode appartiene ad una scuola pianistica di primo livello, quella molto classica di Serkin e Horszowski. La bellezza del suono, armonicamente contenuta, si è rivelata anche nelle prime quattro mazurche chopiniane interpretate cui ha fatto seguito l'Improvviso op.36. Quindi abbiamo ascoltato un impeccabile Mozart, quello del Rondó KV 511 e ancora Chopin con lo Sherzo op.54. Nella seconda parte dopo un valido Debussy, forse troppo in contrasto con il resto del programma, siamo tornati a Chopin con due Notturni, op.48 n.1 e 64 n.1, e una avvincente Polonaise op.44 suonata con grande equilibrio dinamico. Al termine due bis: ancora Chopin e Bach. Splendido concerto.  

20  febbraio      Cesare Guzzardella

La Argerich e i suoi amici alle "Serate Musicali"

Martha Argerich oltre ad essere quella splendida pianista che conosciamo ha il merito di essere un'importante organizzatrice di musica. Da alcuni anni si mostra in pubblico accompagnata da validi colleghi strumentisti, impaginando programmi diversificati dove l'elemento di novità è sempre presente. Nell'entusiasmante concerto di domenica organizzato dalle "Serate musicali" in omaggio a Vincenzo Scaramuzza (importante pianista, didatta e compositore di Crotone), oltre alla grande solista abbiamo ascoltato anche e contemporaneamente due validissimi colleghi pianisti: gli argentini Nelson Goerner e Eduardo Hubert (nelle foto). Brani per pianoforte a quattro mani, a sei mani, per due pianoforti, con musiche di Mozart, di Debussy, di Rachmaninov, di Piazzola e di Copland, sono stati interpretati dai tre strumentisti in una Sala Verdi al completo. Rimarchiamo almeno alcune rarità interpretative come la toccante Romance pour six mains di Serghei Rachmaninov, la squisita Petite Suite a quattro mani di Claude Debussy interpretata con leggera soavità da Goerner e Hubert, quindi un omaggio dei connazionali al grande compositore argentino Astor Piazzola con tre brani ottimamente trascritti da Hubart tra i quali il notissimo Libertango ed eseguiti con incisività espressiva dal medesimo e dalla Argerich ed infine le Danze sinfoniche  di Rachmaninov nella versione per due  pianoforti interpretate splendidamente dalla Argerich e da un magnifico Goerner. Da ricordare.

18 febbraio     Cesare Guzzardella

Maria Grazia Bellocchio alla Palazzina Liberty per la Stagione “Rondò”

E' molto brava la pianista Maria Grazia Bellocchio ed anche coraggiosa nell’impaginare un programma di brani per pianoforte dove come meno recente troviamo il Klavierstücke n°7 di Karlheinz Stockhausen del 1954-55 mentre quello più fresco di stampa è una composizione del 2006 del tedesco Philipp Maintz (nella foto) dal titolo “gelände/zeichnung“. Per la rassegna di musica contemporanea "Rondó" ideata da Sandro Gorli, abbiamo ascoltato la pianista alla Palazzina Liberty milanese insieme ad un pubblico molto interessato alla musica dei nostri giorni ma purtroppo poco numeroso. Quattro dei noti e oramai classici Klavierstücke di Stockhausen, il grande musicista recentemente scomparso, e precisamente i numeri 7-9-14-16, sono stati preceduti da due brani di due giovani ma affermati campositori: il primo dal titolo On a clair day (2004) di Matthias Pintscher (1971) per pianoforte solo e il secondo, sopra citato, per pianoforte ed elettronica. Semplici e minimali le limpide strutture compositive di On a clair day, più interessanti nella loro complessità quelle del lavoro di Maintz che trovano nelle registrazioni elettroniche in perfetta "simbiosi" con la parte pianistica un motivo di grande interesse. Ricordiamo che le composizioni di Maintz, classe 1977, sono state eseguite da  importanti interpreti come l'Arditti Quartet, l’Ensemble InterContemporain, la Kammerensemble Neue Musik Berlin, la RSO-Stoccarda diretta da Lothar Zagrosek e la BBC Symphony Orchestra ecc. Il brano, presentato dal compositore stesso prima del concerto, prevede un'integrazione sonora tra le non facili parti pianistiche ottimamente eseguite dalla Bellocchio, e quelle pre-registrate o che nascono da una trasformazione timbrica live ottenuta attraverso l'uso di un quarto pedale. Molto interessante e suggestivo l'effetto timbrico complessivo ottenuto che fa emergere una maggiore definizione spaziale del suono ed un potenziamento delle dinamiche. Il riferimento alle esperienze di Stockhausen, specie degli ultimi Klavierstücke ascoltati, risulta evidente. Bravissima la Bellocchio anche nella precisa e persuasiva interpretazione delle pagine pianistiche di Stockhausen. Il concerto è stato sponsorizzato da Goethe-Institut di Milano. Prossimo appuntamento in Palazzina Liberty per domenica 17 febbraio con il Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli

16 febbraio         Cesare Guzzardella

Appuntamenti

Martha Argerich per le Serate Musicali

Domenica 17 febbraio alle ore 21.00 Martha Argerich terrà un concerto per le Serate Musicali insieme ai pianisti E.Hubert e  N. Goerner. In programma musiche di Mozart, Debussy, Rachmaninov e Piazzolla. Da non perdere. 

Maria Grazia Bellocchio alla Palazzina Liberty suona Stockhausen

Concerto “tedesco” della pianista Maria Grazia Bellocchio – sul programma musiche di Maintz, Pintscher, Stockhausen. Due prime italiane per il concerto in collaborazione con il Goethe Institut Mailand. Per la prima volta il Divertimento Ensemble ha inserito nella stagione di concerti di musica contemporanea RONDO’, a Milano e Monza, anche concerti solistici, e il concerto del 15 febbraio a Palazzina Liberty di Milano, con la pianista MARIA GRAZIA BELLOCCHIO e con un programma rigorosamente tedesco realizzato in collaborazione con il Goethe-Institut, è il primo di questi appuntamenti. Il concerto, che si tiene alle ore 21, è preceduto alle ore 20.00 dall’incontro aperto al pubblico con il giovane compositore tedesco Philipp Maintz, che presenta il lavoro eseguito nel concerto. Il concerto si chiude con un omaggio al compositore Karlheinz Stockhausen, recentemente scomparso, al quale è dedicata anche gran parte del programma dei concerti del 16 e 17 febbraio, a Monza e Milano.Milano, venerdì 15 febbraio 2008 – ore 20.00/21.00 – Palazzina Liberty ore 20.00 – incontro con Philipp Maintzor e 21.00 – concerto: Philipp Maintz –Gelände-Zeichnung, per pianoforte ed elettronica (del 2006; prima esecuzione italiana). Matthias Pintscher – On a clair day (del 2004; prima esecuzione italiana). Karlheinz Stockhausen – Klavierstücke n. 7, 9, 14, 16. Maria Grazia Belocchio, pianoforte. In collaborazione con il Goethe Institut Mailand Ingresso: Intero Euro 12/ridotto Euro 8

15 febbraio    la redazione

Cyprien Katsaris per la "Società dei Concerti"

La “Società dei Concerti” ha il merito di portare in Conservatorio formazioni orchestrali anche di ampie dimensioni e solisti di prima qualità. Nell'avvincente concerto di ieri, la Südwestdeutsches Kammerorchester ottimamente diretta da Sebastian Tewinkel (f.a destra) ha avuto come protagonista un talento di intenso spessore artistico quale il pianista franco-cipriota Cyprien Katsaris (foto). Dopo una pacata introduzione orchestrale con la breve e giovanile sinfonia mozartiana in Sol magg. K 74, si è seduto al pianoforte Katsaris per interpretare uno dei concerti per solista e orchestra tra i più noti di J.S.Bach, quello in Re min. BWV 1052. Nell’esecuzione improntata al massimo classicismo Katsaris ha ben evidenziato ogni sfumatura dinamica e ritmica mettendo in rilievo quella eleganza particolarmente raffinata che si riscontra dall’Allegro iniziale. Nella seconda parte della serata Tewinkel ha mostrato le sue indubbie qualità direttoriali in un avvincente interpretazione della Suite per archi di Leós Janácek; quindi al termine un impeccabile Concerto in re magg. Hob XVIII di J.Haydn con Katsaris al pianoforte che con una classe esecutiva evidente ha reso alla perfezione lo stile haydniano, stile che  anticipa i grandi concerti pianistici di Mozart. Splendidi i due bis: il primo dal sapore jazzistico di un autore americano dal titolo Banjo nel quale il pianista ha dato sfoggio di chiaro e sfumato virtuosismo e poi ancora un pacato Bach da uno dei sui migliori concerti. Grande successo di pubblico in una Sala Verdi colma. Da ricordare.

14  febbraio     Cesare  Guzzardella

"Romea e Giulietta" di Kenneth MacMillan torna alla Scala

E’ dal luglio del 1995 che al Teatro alla Scala viene rappresentato il balletto "Romeo e Giulietta" costruito sulle celebri musiche di Sergej Prokof’ev per la coreografia di Kenneth MacMillan, le scene di Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino. Con le dodici recite in programma per la ripresa coreografica di Julie Lincoln ci troviamo quindi di fronte ad uno spettacolo collaudato, di impianto tradizionale che ha il merito di riscuotere sempre un caloroso successo. La presenza dello statuario Roberto Bolle (foto archivio Scala), Romeo, non può che favorire questo successo. La novità è data dalla presenza di due nuove protagoniste nel ruolo di Giulietta, la romena di Bucarest, Alina Cojocaru, vista nella rappresentazione di domenica, e in alternanza, la statunitense Julie Kent che danzerà in alcune delle molte repliche (20-23 febbraio). La Cojocaru (nella foto) si è formata a Kiev per sette anni prima di entrare alla Royal Ballet School di Londra. Dalla scuola russa ha ereditato una meravigliosa presenza scenica ricca di grazia e di leggerezza. Avvincente sotto ogni profilo la sua Giulietta. Sempre in forma il Corpo di Ballo scaligero: tra i ballerini segnaliamo un eccellente Antonino Sutera nel ruolo di Mercuzio. Valida la direzione orchestrale di Paul Connelly. Prossime repliche il 20-21-23 febbraio e il 7 (due rapp.), il 12 (due rapp.) e il 14-18-21 marzo.

11  febbraio    C.G. 

Concerto Straordinario per la LILT della Filarmonica alla Scala

La Filarmonica della Scala diretta dal Maestro e Solista Alexander Lonquich ha celebrato i 60 anni di attività della sezione provinciale di Milano della LILT ( Lega italiana per la  lotta contro i tumori ) con un Concerto Straordinario nel quale sono state eseguite musiche di Mozart, Prokof’ev e Beethoven. Il concerto ha visto la partecipazione delle massime autorità cittadine e dei delegati dei paesi BIE giunti a Milano per il Forum Expo Milano 2015. Lonquinch, noto soprattutto come pianista, ha ottimamente diretto la Filarmonica scaligera e dato il meglio nel Concerto n°12 in La magg. K 414 di W.A.Mozart, partitura particolarmente serena scritta dal salisburghese in una età relativamente giovane e resa ottimamente dalle sonorità molto morbide del pianista tedesco. Bravissimo anche alla direzione della nota Sinfonia “Classica” op.25 di Prokof’ev. Terminiamo ricordiamo che la LILT offre alla popolazione servizi nell’ambito della prevenzione, della diagnosi precoce, dell’assistenza e sovvenzionando la ricerca ai problemi dei tumori grazie anche all’aiuto di circa 780 volontari appositamente formati. Per donazioni preghiamo di contattare la LILT al numero telefonico 02-2662771 o consultare il sito www.legatumori.mi.it/

5  febbraio      Cesare Guzzardella

Il pianista Rafal Blechacze, un grande Chopin

Capita raramente di assistere ad un concerto pianistico e di riconoscere nell’interprete, soprattutto quando è giovane e poco noto, un sicuro talento nel quale si riscontrano fin dalle prime note qualità tali da soddisfare pienamente l’ascolto. E’ quello che è successo all’Auditorium di l.go Mahler ieri, domenica, nell’ultima replica pomeridiana, ascoltando un pianista polacco di nome Rafal Blechacz. In programma l’arcinoto Concerto n°1 in Mi min. per pianoforte e orchestra op.11 di Fryderyk Chopin. Blechacz non ha ancora ventitre anni -ne dimostra meno- e a vent’anni, nell’ottobre del 2005, ha vinto con giudizio unanime della giuria, il concorso pianistico forse più prestigioso, il Chopin di Varsavia. Accompagnato dignitosamente dall’Orchestra Sinfonica Verdi diretta da Oleg Caetani, Blechacz ha rivelato le sue doti pianistiche presentando un tocco sicuro, preciso, senza minime sbavature e soprattutto un colore nel suono, e nella musica di Chopin è elemento essenziale, luminoso, tondo e intensamente poetico. Abbiamo in mente le interpretazioni di Pollini, di Zimerman e in passato di Rubinstein, solo per citare i massimi interpreti e trovare qualcuno che possa avvicinarsi a questi grandissimi non capita spesso…..ma forse ci siamo, perché le qualità ci sono tutte. Splendidi anche i due bis, nel primo ancora Chopin e il secondo, stratosferico, di Moritz Moszkowski: Etincelles op.36 n°6. Nella seconda parte del concerto ottima l’interpretazione di Caetani e della Verdi nella Sinfonia Manfred op.58 di Schumann. Grandissimo successo in una sala stracolma.

4 febbraio     Cesare Guzzardella

Cyrano de Bergerac con Placido Domingo alla Scala

Franco Alfano (nella foto), classe 1875, pianista e soprattutto compositore, era napoletano di nascita ma legato in modo particolare alla cultura francese, anche per via della madre francese. Musicista prolifico e particolarmente noto ed eseguito sino alla morte avvenuta nel 1954, è stato dimenticato - ed è in buona compagnia! - negli ultimi cinquant’anni: viene sempre menzionato per aver terminato la pucciniana Turandot. In realtà rimane un artista di grande valore con uno stile musicale composito ma efficace. I riferimenti stilistici riscontrabili tipici del verismo, del simbolismo francese e in parte del neoclassicismo, rivelano una qualità estetica rilevante mediata da evidenti capacità di orchestrazione e da un’accurata ricerca timbrica. A questi si aggiunge una particolare abilità nel tradurre in musica quello che il testo dice. Il capolavoro riconosciuto è maturato nel periodo 1914-21, La leggenda di Sakùntala , mentre l’opera di scena in questi giorni nella sala del Piermarini,Cyrano de Bergerac, è del 1934-35. Cyrano, commedia eroica da Edmond Rostand su libretto in lingua francese di Henri Cain, ebbe successo soprattutto in Francia e venne rappresentata al Teatro alla Scala unicamente nel 1954. Dopo i grandi consensi ottenuti al Metropolitan di New York e al Covent Garden di Londra, la Scala ha pensato bene di portare l’opera a Milano. Il sorprendente successo di pubblico di questi giorni è più che meritato e lo si deve a molteplici fattori, primo fra tutti la presenza di un tenore di riferimento quale Placido Domingo (foto di M. Brescia- archivio Scala), Cyrano, capace ancora di sfruttare artisticamente  le sue potenzialità di cantante e di attore. Valido il cast vocale con una bravissima Sondra Radvanovsky, Roxane, dal timbro chiaro, tondo e voluminoso. Ottima la sicura e dettagliata direzione orchestrale di Patrick Fournillier. Buona la regia di Francesca Zambello ed avvincenti le tradizionali, ricche e prospettiche scene di Peter J. Davison e i bellissimi costumi di Anita Y. Yavich. Da non perdere. Prossime repliche il 5-9-12-15 febbraio.

2 febbraio        Cesare Guzzardella

GENNAIO

Un bel temperamento la Hewitt in Conservatorio

Nel panorama musicale interpretativo di composizioni pianistiche, troviamo oramai da molti anni un vivo interesse per la musica di J.S.Bach. Moltissimi giovani eseguono, con eccellenti risultati esecutivi, le Suites, le Partite, le Invenzioni, le Goldberg, ecc. Questo è dovuto anche alla flessibilità della musica di Bach che da la possibilità, grazie alla sua geniale costruzione architettettonico-matematica, di infinite interpretazioni anche su strumenti diversi, a tastiera e non. Un'interprete che ha fatto di Bach il suo principale e forse esclusivo riferimento, è la pianista canadese Angela Hewitt. Cinquantanni ottimamente portati, ha dedicato la maggior parte dei suoi studi alla conoscenza del grande tedesco di Eisenach (nella foto),  approffondendo ogni aspetto inerente la tecnica d'esecuzione e producendo una serie di incisioni discografiche completate nel 2005. Nel bellissimo concerto bachiano organizzato dalle "Serate musicali" in Conservatorio, la Hewitt ha eseguito il primo libro del Clavicembalo ben temperato, quasi due ore di intensa musica per i 24 preludi e le relative fughe che compongono la prima parte dell'opera. L'approccio pianistico della canadese è sostenuto da una tecnica impeccabile che trova una concentrazione evidente, suona tutto a memoria, utile al raggiungimento di livelli interpretativi di spessore. Le sonorità molto controllate ci mostrano un Bach classico ricco di sfumature, rese con efficacia dalla timbrica del pianoforte scelto, un Fazioli con timbri asciutti molto ben delineati nei toni bassi. Grande successo per una pianista tra le migliori interpreti bachiane. 

30 gennaio     Cesare Guzzardella

Ancora al completo la Scala per l’integrale di Barenboim

Siamo arrivati al terzo concerto di Daniel Barenboim (foto dall'archivio della Scala) al Teatro alla Scala per l’integrale delle Sonate di L.v. Beethoven. Il programma di domenica pomeriggio vedeva il grande direttore-pianista alle prese con la Sonata in do min. op.13 “Grande Sonata Patetica”, la Sonata in la bem.magg. Op.26 “Marcia funebre”, la Sonata in sol magg. Op.79 e la Sonata in la magg. Op.101. L’esecuzione ascoltata ci mostra ancora una volta l’altissimo livello musicale di Barenboim, quello di un interprete che prima di ogni altra cosa si rivela un musicista dalle qualità indiscutibili. Nei momenti più pacati, dove le note si fanno più rade, Barenboim sembra penetrare ancora di più l’anima del grande tedesco, con uno spessore artistico che raggiunge traguardi unici. Non per nulla le sue interpretazioni in genere hanno andamenti più lenti e riflessivi. Barenboim appartiene a quella categoria di pianisti che antepongono il pensiero musicale e la riflessione sull’evento sonoro al virtuosismo tout court. Il suo essere anche direttore d’orchestra , e che direttore!, lo si sente in ogni frase musicale, soprattutto quando interpreta autori che oltre ad essere pianisti erano grandi sinfonisti, come Beethoven, Liszt o Wagner, il lirico più sinfonico. Meravigliosi la Patetica e quell’ampio fugato nell’Allegro finale dell’Op.101. Al termine, grandissimo successo in una teatro ancora una volta al completo. Evento da ricordare. Prossimo concerto per il ciclo beethoveniano il 13 febbraio, quindi nel mese di giugno.

28 gennaio 2008     Cesare Guzzardella

Devia-Antonacci per la “Maria Stuarda” alla Scala 

E’ tornata dopo 37 anni nella sala del Piermarini Maria Stuarda, l’opera di Gaetano Donizetti che nel 1971 - nel lontano 1835 avvenne la prima rappresentazione scaligera -  vedeva come protagoniste la coppia Caballè-Verrett nei ruoli di Maria ed Elisabetta. Ora sul palcoscenico troviamo le voci di Mariella Devia e di Anna Caterina Antonacci. La regia, le scene e i costumi sono di Pier Luigi Pizzi e la direzione orchestrale di Antonino Fogliani. Il cast vocale nel complesso non ha di certo sbalordito: la Devia( foto M. Brescia), Stuarda, anche se non al meglio, ha avuto momenti di intensa espressività con timbro vocale inconfondibile ed è stata la vera protagonista, unica e sola acclamata dal pubblico; la Antonacci, Elisabetta, ha mostrato valida presenza scenica ma la voce, voluminosa ma con timbrica imperfetta, non convince pienamente; Francesco Meli, Leicester, ha buon timbro ma è carente nella recitazione;  valida la prestazione di Simone Alberghini, Talbot, senza volume Piero Terranova, Cecil, bene Paola Gardina, Anna. La scenografia di Pizzi, una enorme struttura metallica a gabbia (foto di M.Brescia dall'archivio del Teatro alla Scala), collegata con pedane poste a più livelli, che vuole rappresentare il palazzo di Westminster ma anche il castello di Fortheringay, è molto statica e accentua una visione statuaria dei personaggi (soldati, cortigiani, ecc) presenti in scena. Tutto questo enorme complesso scenografico risulta spesso eccessivo in un'opera dove i protagonisti sono quasi sempre in primo piano con la loro voce. Non convince pienamente, ed è certamente più adatta allo Sferisterio. Ai minimi accettabili, ma non per una Scala, la direzione di Antonino Fogliani, corretta ma priva di colori e contrasti. Bene le parti corali di Casoni. Repliche il 20,22,26,30 e il 3 e il 7 febbraio.

19 gennaio     Cesare Guzzardella

Concerto di chitarra di Emanuele Segre

E’ stata un’appassionante serata quella di martedì 15 gennaio organizzata dalla Fondazione UECO , presso la sala “Verdi” del Conservatorio di Milano, che ha visto protagonista Emanuele Segre (nella foto) con la sua chitarra. E’ riuscito a trasmettere entusiasmo con la sua interpretazione di brani di compositori del ‘700 e dell’800, con un programma che partendo da Giuliani, attraverso Domenico Scarlatti, Paganini e Boccherini, tornava a Giuliani, con la brillante “Rossiniana” n° 1. Molto interessante è stato il Concerto in Re maggiore G. 479 di Boccherini, per chitarra e quintetto di archi, con un’accurata ricerca timbrica di grande effetto. Le Sonate di D. Scarlatti, in origine per clavicembalo, tecnicamente complesse, sono risultate piacevoli all’ascolto. Segre ha eseguito bene anche la Grande Sonata MS 3 di Paganini: l’unica osservazione si può fare relativamente alla cadenza del secondo tempo “Romance”, un po’ “frettolosa” per arrivare subito all’arpeggio in Do maggiore della parte centrale, mentre poteva essere ulteriormente sviluppata. Di diverso genere è stato il bis, nel quale Segre ha suonato “Canto de Ossahna” di Baden Powell, un chitarrista brasiliano scomparso qualche anno fa, uno dei maestri della bossa nova, trasportandoci nei suggestivi ritmi della musica brasiliana. Un’ultima osservazione si può fare invece sull’impianto di amplificazione (microfono e due piccoli altoparlanti ai lati dell’esecutore): a partire da Boccherini, hanno cominciato a dare dei problemi, distorcendo il suono dei bassi nelle dinamiche forti, soprattutto negli accordi e nei rasgueado, creando a volte un senso di disagio in chi ascoltava. Si ripropone al solito la questione della sonorità della chitarra nelle grandi sale da concerto, che si cerca di superare con un’amplificazione più o meno “invasiva”, ma non sempre adeguata ad esprimere la ricchezza timbrica della chitarra. www.ueco.it/

17 gennaio       Alberto Cipriani

Freddy Kempf in Conservatorio per le “Serate Musicali”

E’ tornato nella Sala Verdi del Conservatorio milanese il trentenne pianista londinese Freddy Kempf. Kempf rappresenta una non recente importante scoperta delle “Serate musicali” e tutti gli anni torna con un recital pianistico nel quale mette in evidenza le sue eccellenti qualità d’interprete. L’impaginato, particolarmente eterogeneo, prevedeva due Partite di J.S.Bach, la n°4 in re magg. e la n°6 in mi min., due brani delle “Soirèe de Vienne” di Schubert-Liszt e precisamente la n°4 e la più nota n°6, la Sonata L.415 (k119) di Domenico Scarlatti ed infine la celebre trascrizione dell’inno statunitense “Stars and Stripes forever”di Sousa fatta da V. Horowitz (nella foto a destra). L’omaggio al grande pianista russo era evidente. Kempf è un virtuoso con tecnica trascendentale che alterna momenti di altissima espressività musicale e di personale interpretazione, come nelle splendide partite bachiane eseguite con tocco morbido, vellutato e pesato nei giusti momenti, ad altri in cui le indubbie e sicure qualità tecnico-musicali non sono compensate da uno stile personale riconoscibile, come nei riferimenti horowitziani, specie la Soirèe n°6 e l’Inno di Sousa, nei quali a volte si è voluto imitare lo stile inimitabile del celeberrimo interprete.  Un concerto splendido, in una sala che doveva essere al completo, terminato con due bis, uno di Liszt e l’altro di Chopin.

15 gennaio    Cesare Guzzardella

Antonio Pappano, una novità per le “Serate Musicali

Le “Serate Musicali”, oltre al merito di avere una programmazione musicale particolarmente ricca, con interpreti di prima qualità, hanno anche la necessità di novità, e nello splendido concerto ascoltato l’altra sera l’elemento nuovo è rappresentato dal celebre direttore italo-inglese Antonio Pappano, per la prima volta a Milano nella veste di pianista. Con lui un eccellente Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’interessante programma del duo pianoforte-violoncello prevedeva musiche di Schumann, Adagio e Allegro in la bem. magg. op.70, Brahms, Sonata n°1 in mi min. op.38, Rachmaninov, Vocalise op.34 n°14 (nella trascrizione per cello) e Shostakovich, Sonata in re min. op. 40. Ottima e di spessore l’interpretazione complessiva con una voce solista, quella di Piovano, intensa per nitore espressivo e di particolare bellezza timbrica e un ruolo pianistico, quello di Pappano, che dimostra come l’incontestabili qualità del grande direttore d’orchestra e il suo profondo pensiero musicale siano anche rilevabili nel pianoforte. Grande entusiasmo del numeroso pubblico presente nella Sala Verdi in Conservatorio ed eccellente il bis con una lirica di Brahms.

12 gennaio Cesare Guzzardella

L’Orchestra e il Coro del Bolscioi alla Scala

E’ la prima volta che a Milano abbiamo l’occasione di ascoltare l’Orchestra del Bolscioi, nota soprattutto per i balletti e le opere, in un programma interamente sinfonico. Nelle tre serate scaligere (l’ultima questa sera) all’insegna di uno straordinario successo di pubblico, il programma risulta essere tra i migliori con tre grandi russi, Ciaikovskij, Rachmaninov e Prokofiev che si alternano sotto la bacchetta del maestro Alexander Vedernikov. Prima i colori cupi della Fantasia sinfonicaFrancesca da Rimini” , poi quel calibrato virtuosismo, mai invadente, rappresentato dalla “paganiniana” Rapsodia op.43 ed infine il grande affresco sonoro, ricco di suggestive timbriche strumentali e vocali, della cantata Aleksandr Nevskij. I modi interpretativi tipici della scuola russa emergono dalle prime note di Ciaikovskij e la direzione di Vedernikov offre una qualità direttoriale adeguata che privilegia il giusto equilibrio delle sezioni orchestrali che, specie negli archi, risultano di elevato nitore espressivo. Il volume sonoro complessivo è sempre contenuto anche nei momenti più appariscenti dello spettacolare Aleksandr Nevskij. Impeccabile ed essenziale il virtuosismo del pianista moscovita Nikolai Lugansky (nella foto), che nella Rapsodia sopra un tema di Paganini ha mostrato di cogliere ogni peculiarità della poetica di Rachmaninov. Avvincente l’orchestra, molto rispettosa delle sonorità pianistiche. Bis di Schumann per Lugansky, bello ma non in sintonia con il programma. Grande successo finale al termine, con intensi applausi. Ultima replica questa sera.

9 gennaio         Cesare Guzzardella