È proseguito il 34° Festival Milano Musica con un appuntamento speciale dedicato alla figura di Francesco Filidei (Pisa,1973), uno dei compositori più originali e influenti della sua generazione. Ieri alle ore 19, il suggestivo cortile di Palazzo Invernizzi – normalmente chiuso al pubblico – si è aperto eccezionalmente per ospitare Creazione e interpretazione, un incontro musicale sotto le stelle con lo stesso Filidei e il direttore d’orchestra Tito Ceccherini (Milano, 1973).
L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, si è configurato come un dialogo musicale aperto tra i due protagonisti, arricchito dalla partecipazione del Quartetto Prometeo.
Il festival, dal titolo evocativo Fiori, tempo, respiro, ha dedicato l’edizione 2025 alla produzione di Filidei, con 21 opere in programma – tra cui tre prime assolute e sei prime italiane – a testimoniare l’ampiezza e la vitalità del suo linguaggio musicale. Tra queste, il Concerto per viola, in prima esecuzione italiana, verrà presentato il 16 e il 18 maggio dall’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Ceccherini, con la partecipazione del celebre violista Antoine Tamestit. Il brano è una co-commissione di Bayerischer Rundfunk/musica viva e Milano Musica.
Durante l’incontro, il Quartetto Prometeo ha eseguito il Notturno sulle corde vuote di Filidei, un brano particolarmente riuscito, giocato sulle corde “vuote” degli strumenti ad arco – quelle corde libere da ogni pressione della mano sinistra – e interpretato con grande raffinatezza, come ha poi spiegato lo stesso compositore. È stata una rara e fortunata occasione per ascoltare la voce viva della creazione musicale, immersi nella bellezza architettonica e nella riflessione sonora, nel cuore della Milano storica. Di particolare interesse il dialogo tra Filidei, che ha spiegato le sue opere dal punto di vista di chi le crea, e il noto direttore d’orchestra, specialista del repertorio novecentesco e contemporaneo, Ceccherini, che ha sottolineato soprattutto il punto di vista dell’interprete. Il confronto, a tratti anche vivace, ha trovato una terza voce nel violoncellista Francesco Dillon, membro dell’eccellente Quartetto Prometeo, che si è posto in una posizione intermedia tra i due principali interlocutori, offrendo riflessioni sul rapporto tra composizione e interpretazione. Una sorta di lezione-concerto particolarmente riuscita, molto applaudita dal numeroso pubblico intervenuto nell’elegante cortile di Palazzo Invernizzi. Brindisi finale sotto un acquazzone violento e improvviso, che ha bloccato a lungo i fortunati presenti all’interno del palazzo, prolungando così – anche involontariamente – l’atmosfera dell’eccellente incontro.