Una domenica davvero sfolgorante di fine agosto ha reso memorabile una gita decisa all’ultimo minuto, con partenza da Milano. Colta al volo la proposta di GetYourGuide – piattaforma online di turismo gestita da una società tedesca – per un tour guidato (in inglese) con il trenino rosso del Bernina, e completata l’iscrizione al costo di 93 euro, eccomi al punto d’incontro davanti alla gigantesca “Mela Reintegrata” di Michelangelo Pistoletto, di fronte alla Stazione Centrale. Il gruppo è costituito da una quarantina di turisti di varie nazionalità. La guida è una simpatica ventottenne comasca dall’inglese e dallo spagnolo perfetti. Si giunge a Tirano, bella città valtellinese a 2 km dal confine svizzero, a 429 m di altitudine, dopo tre ore di comodo viaggio in pullman. La breve sosta è servita per rivedere quello splendido capolavoro rinascimentale che è il Santuario della Madonna di Tirano, del XVI secolo, considerato tra gli edifici religiosi più belli della Lombardia.
Ha un alto campanile e una cupola in stile bramantesco. L’interno è ricchissimo e conserva un magnifico altare barocco e un monumentale organo seicentesco.
Tirano è il capolinea della Ferrovia del Bernina: il famoso trenino rosso svizzero attraversa le Alpi Retiche, passando dalla Val Poschiavo, nel Cantone dei Grigioni, dal Passo del Bernina – il punto più alto, a 2253 m s.l.m. – per arrivare alla celebre Sankt Moritz, in Engadina. Supera quindi un dislivello di 1824 m in 22 km, con una pendenza massima del 70 per mille. Costruita nel 1910, senza trazione a cremagliera, la ferrovia Tirano – St. Moritz, lunga 61 km, fu subito di enorme importanza economica per i collegamenti e i trasporti di merci e persone in una zona montuosa e di difficile percorribilità. Le fermate sono in tutto quindici. È stata dichiarata Patrimonio culturale dell’UNESCO nel 2008.
La partenza dalla stazione di Tirano, in una carrozza riservata, è stata puntualissima, alle 13. I treni partono abitualmente quasi ogni ora, ogni giorno dell’anno, ma gli orari dipendono dalle stagioni (https://www.treninodelbernina.com/ , biglietti.treninodelbernina.com ). I finestrini sono abbassabili, il che consente ai viaggiatori di osservare il panorama e di scattare foto senza i riflessi del vetro. Inoltre si respira un’aria sempre più pura e fresca, ed è tutto un grande piacere per gli occhi e per lo spirito.
Si percorre un’opera d’ingegneria ardimentosa, il viadotto elicoidale di Brùsio, un lungo ponte in pietra: il treno passa sotto la settima arcata e riesce a superare un forte dislivello senza utilizzare gallerie. Si ammira quindi il lago di Poschiavo, che rispecchia l’azzurro del cielo, con sfumature smeraldine, in una splendida conca coperta da abetaie.
Si è già a circa 1000 m di quota. Si procede lentamente, al suono dolce e ritmico delle ruote del treno sui binari, e si arriva, superando ponti e tunnel, tra paesaggi da favola, all’Alp Grüm (2091 m), una stazione molto isolata. Sull’edificio in pietra è presente una targa con una scritta in giapponese, che ricorda il gemellaggio (1979) tra la Ferrovia Retica e quella Hakone-Tozan, in Giappone, costruita in montagna con criteri analoghi. La vista sul ghiacciaio del Palù è splendida.
Si giunge dunque al punto più alto, all’Ospizio Bernina, tra laghi e laghetti, in uno scenario d’incredibile pace e bellezza. Il ghiacciaio del Morteratsch, il più grande del massiccio del Bernina, pur avendo subìto un importante arretramento frontale nell’ultimo secolo (dal 1878 si è ritirato di circa 3 km), appare ancora imponente.
È alle fermate successive (Bernina-Lagalb e Bernina-Diavolezza) che nella stagione invernale scendono dal treno molti sciatori per affrontare le magnifiche piste, utilizzando impianti di risalita.
In estate, tutta la zona è percorsa da numerosi escursionisti. La discesa è sempre in bellezza: passando da Pontresina, si giunge infine a St.Moritz, con il suo magnifico lago solcato da barche a vela e windsurfer. (https://www.trenino-rosso-bernina.it/it/percorso/ ).
Il viaggio, assolutamente indimenticabile, è durato poco più di due ore.
Dalla stazione, passando attraverso un grande parcheggio sotterraneo e utilizzando lunghe scale mobili, si giunge in pochi minuti nel centro di St. Moritz. Ho utilizzato la sosta per raggiungere il Museo Segantini: il grande pittore Giovanni Segantini (1858-1899), nativo di Arco (Trento), si trasferì nei Grigioni nel 1886, e a Maloja, in Engadina, sei anni dopo. Il paesaggio montano, con la sua luce e i suoi colori, fu di grande ispirazione per l’artista, tra i maggiori esponenti del Divisionismo e del Simbolismo.
Nel museo, piccolo ma molto ricco, sono conservate opere fondamentali come il Trittico La Vita – La Natura – La Morte ((1896-1899), Mezzogiorno sulle Alpi (1891), Ave Maria a trasbordo (1886). ( https://segantini-museum.ch/it/homeit/ )
La visita è stata in perfetta sintonia con le bellezze appena attraversate; e anche uno squisito pasticcino nella famosa e storica Conditorei Hanselmann non poteva mancare, per chiudere in dolcezza la giornata e riprendere, a malincuore, la strada del ritorno.