Di grande interesse il concerto pianistico tenuto nell’Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano, organizzato dal professor Enrico Reggiani e dal pianista Davide Cabassi. Come di consueto, Reggiani ha introdotto la serata: dopo aver ricordato l’elezione del nuovo Papa, Robert Francis Prevost, con il nome di Leone XIV, ha presentato il programma, poi eseguito dal pianista Roberto Prosseda.
L’interprete laziale, noto a livello internazionale, ha proposto un repertorio di rara esecuzione, in particolare nei brani scelti dei compositori francesi Charles Gounod (1818-1893) e Georges Bizet (1838-1875). Il terzo autore in programma, il più rilevante dal punto di vista pianistico, era Fryderyk Chopin (1810-1849), parigino d’adozione.
La selezione di Prosseda si è rivelata ben ponderata, riflettendo il suo consueto impegno nell’accostare opere accomunate da relazioni interne che contribuiscano a dare coerenza e unicità all’intero concerto. La ricerca di profondità espressiva ha legato i brani di Gounod — tra cui il Notturno Souvenance, la Barcarola La Veneziana e due Romanze senza parole, Chanson de printemps e Le lierre — a quelli di Bizet: Chants du Rhin, L’aurore, Le départ, Les rêves, La Bohémienne, Les Confidences e Le Retour.
Con i tre brani di Chopin — i Notturni op. 62 n. 1 e 2, e la Ballata n. 4 op. 52 — si è avvertito un salto qualitativo per la genialità dell’invenzione musicale, pur rimanendo intatta l’atmosfera riflessiva e lirica, resa con raffinata espressività dal Maestro di Latina.
Prosseda ha offerto interpretazioni di grande spessore, con un uso misurato della dilatazione dei tempi che ha valorizzato la resa estetica complessiva. Il pubblico ha risposto con applausi calorosi, premiati con due bis d’eccezione: prima il celebre Notturno in do diesis minore postumo di Chopin di profonda espressività; poi un’autentica rarità quale la breve ma pregnante La danza dell’orso di F. Mendelssohn. Una serata splendida.