venerdì, Maggio 30, 2025
HomeMusicaUN ECCELLENTE DUO PIANISTICO CHIUDE LA PRIMA PARTE DEL FESTIVAL PIANOVARA

UN ECCELLENTE DUO PIANISTICO CHIUDE LA PRIMA PARTE DEL FESTIVAL PIANOVARA

Un duo pianistico a due pianoforti, di gran classe, ha chiuso in bellezza ieri, Mercoledì 28/05, la parte ‘primaverile’ del Festival Pianovara, che riprenderà ai primi di settembre a deliziare gli amanti novaresi della musica ‘classica’. Parliamo di due Maestri di alto livello quali Mario Coppola e Giuseppe Miséferi, che il Conservatorio di Novara G. Cantelli ha la fortuna e l’onore di annoverare tra i propri docenti di pianoforte. Abbiamo già avuto precedenti occasioni di presentarli entrambi. Di Coppola basterà qui ricordare, perché davvero è il caso, che è stato allievo di due dei più grandi pianisti della ‘scuola napoletana’ dello scorso secolo, Paolo Denza (allievo a sua volta di F. Busoni) e Sergio Fiorentino. Per Miséferi ci permettiamo di rimandare chi eventualmente leggesse queste note all’articolo pubblicato su questo giornale lo scorso 5 aprile. L’impaginato del recital, come sempre ospitato dall’Auditorium del Conservatorio G. Cantelli di Novara, proponeva due pezzi per due pianoforti: il Preludio, Fuga e Variazione op.18 di Cesar Franck, capolavoro della produzione organistica del compositore francese, che ne curò anche la versione per pianoforte solo, oggi la più eseguita, qui in versione bipianistica, il cui autore non ci è riuscito di appurare. La seguiva, a concludere il recital, la Sonata per due pianoforti in Fa minore op. 34 bis di J. Brahms, concepita inizialmente come Quintetto per archi, successivamente trasformata a sua volta dallo stesso Brahms nel
Quintetto per archi e pianoforte op.34 (o 34a). È ovvio che il problema principale che si trova ad affrontare un duo per due pianoforti è la sonorità monocolore dei due strumenti, e dunque la necessità d’illuminarla con una valida varietà di contrasti timbrici e di molteplici sfumature espressive, caricando di una significativa valenza emotiva il carattere concertistico del pezzo. Questo obiettivo è stato perfettamente centrato dai due talentuosi solisti, che hanno saputo creare un’ottima interazione musicale, di calibrata fluidità, di finissimo controllo delle sfumature del suono, con un tocco sempre elegante, preciso e coinvolgente: la sonorità pura e trasparente di Miséferi s’integrava meravigliosamente con la particolare finezza del fraseggio che già il grande P. Badura Skoda identificava come la qualità principe di Coppola (come riferisce il programma di sala). Ecco dunque sgorgare, da queste virtù unite nel duo, un’op.18 di Franck indimenticabile per la dolce chiarezza del Preludio, di una musicalità di tenerezza quasi commovente, appena velata di malinconia e una Fuga luminosa, alla Bach, in cui il suono dei due pianoforti rende in tutta la sua trasparenza e bellezza lo stupendo soggetto, per poi inseguirne con leggerezza e limpidezza i vari intrecci contrappuntistici e in particolare i ritorni nelle varie tonalità del soggetto e della risposta. La Sonata 34b di J. Brahms, con la sua storia faticosa di cui abbiamo detto, presenta una scrittura pianistica robusta, tuttavia aperta a diverse possibilità strumentali, con le più ricche e varie sfumature timbriche, che evadono decisamente dalla sonorità monocolore dei due strumenti.  Insomma questa Sonata op.34b porta già in grembo il Quintetto op.34 in cui poi si trasformerà: pane per i denti di Coppola e Miséferi. All’ascolto si nota facilmente come l’andamento melodico sia prevalentemente affidato al pianoforte di sinistra (Coppola): questo comporta che al secondo pianoforte di destra (Miséferi),cui pure toccano non infrequenti interventi melodici, tocchi soprattutto un lavoro di approfondimento, per così dire di ‘scavo’, nelle pieghe del suono, della ricchezza armonica e timbrica della partitura. Questa interazione riesce, inutile dirlo, benissimo ai due Maestri, che danno vita con grande finezza stilistico-espressiva alla incessante varietà ritmica e agogica dell’Allegro iniziale, donano col loro tocco e il loro fraseggio un’intensità espressiva senza pari  alla densa polifonia e alla cangiante tavolozza timbrica dell’Andante, sanno essere coinvolgenti, ma con misurata eleganza, nel dar voce alla tensione ansiosa che pervade gran parte dello Scherzo, esaltano infine il mondo sonoro del finale , con la sua pirotecnica ricchezza d’invenzioni, esempio mirabile di quella tecnica tipicamente brahmsiana, ma derivata dal tardo Beethoven, della ‘variazione in sviluppo’.  Un Brahms bellissimo, tra Romanticismo alla sua massima temperatura e controllo razionale di un denso contrappunto di ardua architettura. Torrenziali applausi meritati dai due ‘big’ delle classi di pianoforte del Conservatorio novarese, che hanno risposto bissando il Preludio di Franck.  
ARTICOLI COLLEGATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

DALL'AUTORE

- Advertisment -
Teatro Alla Scala Accademia di Brera La permanente Quartetto Milano Serate Musicali LaVerdi