Un concerto corale e strumentale al Museo del Novecento milanese

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Nel tardo pomeriggio di ieri, la Sala Fontana del Museo del ’900 ha ospitato uno degli eventi più intensi della Settimana Corale Martinho Lutero Galati. Il concerto, intitolato “I passi del Maestro Martinho Lutero Galati alla luce di Luigi Nono”, ha reso omaggio a due figure centrali del Novecento: Luigi Nono, pensatore radicale del suono, e Martinho Lutero Galati, suo allievo e direttore corale brasiliano scomparso nel 2020, di cui il soprano Sira Milani ha voluto ad introduzione ricordare il lascito umano e musicale. La serata si è aperta con Psy di Luciano Berio, affidata al contrabbasso di Andrea Grossi, che ha saputo restituire la tensione scultorea della scrittura beriana con suono profondo e narrativo.

A questo primo gesto solitario è seguita una delle pagine più toccanti del repertorio brasiliano: Cajúína di Caetano Veloso, affidata al Coro Cantosospeso e al Coro Luther King di San Paolo, diretti con sobria intensità da Taís Conte Renzetti. La varietà del programma ha trovato un momento centrale nella pianista Gledis Gjuzi, interprete di tre brillanti miniature di Çesk Zadeja, figura chiave del ‘900 balcanico. Gjuzi ha poi affrontato con rigore il Klavierstück IX di Stockhausen e due Lieder di Schönberg, questi ultimi condivisi con il baritono Davide Rocca, che ha saputo renderli con sensibilità e chiarezza espressiva. Bravissimo Rocca anche in Amore Traditore di J.S.Bach accompagnato con eleganza  da Felipe Bernardo.

Bravo ancora il pianista brasiliano Felipe Bernardo che ha accompagnato molti brani corali ed ha eseguito al pianoforte un valido pezzo pianistico di un giovane compositore brasiliano. Tra i momenti più suggestivi, anche l’esecuzione di Black is the Colour of My True Love’s Hair, brano della tradizione statunitense anche utilizzato da Luciano Berio nei suoi Folk Song e quì in una rilettura originale per contrabbasso e pianoforte firmata da Andrea Grossi, che ne ha ricavato una versione scarna, intensa, capace di far emergere i silenzi e la fragilità della melodia. Non sono mancati momenti corali di particolare suggestione, come quelli di Azulão di Jaime Ovalle e Garota de Ipanema di Tom Jobim, eseguiti con partecipazione e misura. Il concerto, ricco di sfumature e ben organizzato dal soprano Sira Milani e dalla direttrice di coro Taís Conte Renzetti, è stato accolto con grande calore dal numeroso pubblico presente, suggellando un pomeriggio musicale intenso, vario e ottimamente diretto.

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