In via Dalmazia, al quartiere Forlanini, o meglio in piazza don Piero Carnelli (che ne fu il primo parroco) sorge una grande chiesa, dedicata a San Nicolao della Flüe, a forma di arca rovesciata: un po’ appartata e poco visibile da parte di chi giunge da via Mecenate e piazzale Ovidio, è una costruzione davvero singolare.
Il santo – poco noto – cui è dedicata visse dal 1417 al 1487 in un cantone svizzero dell’Unterwald: era un contadino analfabeta, sposato e padre di dieci figli, che nel 1467 lasciò la famiglia per diventare eremita. Come mistico fu ammirato e molto seguito in Svizzera, fino ad essere considerato “padre della patria” in quanto contribuì ad evitare, nel 1481, una guerra tra confederati che sarebbe stata fratricida e devastante. Fu poi eletto “patrono della Confederazione Elvetica”. La scelta del dedicatario può essere collegata al fatto che il progetto iniziale, del 1961, era dell’architetto Fritz Metzger (1898-1973), di Winterthur; ma le numerose varianti proposte non ebbero le necessarie licenze edilizie. Metzger rinunciò e fu sostituito nel 1965 da Ignazio (Mario il suo vero nome) Gardella (1905-1999), ingegnere-architetto, esponente importante del Razionalismo lombardo, già autore di edifici famosi (per esempio il PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, 1953).
La chiesa faceva parte di un piano di costruzione di chiese parrocchiali (ben 123!) voluto dall’allora cardinale Montini, poi divenuto papa con il nome di Paolo VI. Fu terminata nel 1968 e consacrata nel 1970.
Vi sono ben cinque porte d’accesso, raggiungibili con un’alta scalinata; se si trovano chiuse in orario di apertura, si può comunque entrare grazie ad un ascensore posto sulla destra della facciata, al cosiddetto piano zero, dove si trova il cinema-teatro Delfino: salendo al piano 1 si arriva direttamente all’interno. Si resta stupiti per la struttura inconsueta della chiesa, molto suggestiva: la navata centrale, in cemento armato, con archi in continuità con i pilastri e con gli archi delle due navate laterali, illuminata (poco) da finestre-feritoie, è chiusa verso il fondo dalla sacrestia, a forma di parallelepipedo scuro, con doppia entrata. Su questa è situata una sorta di terrazzino-cantoria, e sulla parete rivolta all’altare si trovano un piccolo organo ottocentesco a 21 canne e un bel trittico in bronzo dello scultore Lello Scorzelli (1921-1997), dedicato a Paolo VI e a san Nicolao, collocato nel 1970.
Nel presbiterio, altre quattro opere in bronzo dell’artista Carlo Ruggeri (1925-2007), divenuto frate francescano con il nome di Costantino; è pure l’autore del Fonte battesimale, posto a sinistra, scavato in un unico blocco di granito proveniente da Fondotoce (Verbania) e lasciato grezzo, con le sembianze di una piccola piscina naturale.
Tutto intorno, in una specie di cintura colorata che rompe l’austerità e il rigore del luogo, piuttosto buio, spiccano le moderne vetrate, ben 134, opera del pittore Pino Grioni (1932 -2020), inserite successivamente su commissione di don Carnelli (1923-2002), che fece inaugurare negli stessi anni il cineteatro Delfino, da 500 posti, sottostante la chiesa.
Le vetrate sostituirono le finestre originali di vetri retinati volute da Gardella. I temi teologici scelti da Grioni riguardano evangelisti, santi, vescovi, papi, sacramenti, virtù, episodi della Genesi, parabole, e naturalmente scene della vita di Cristo e di Maria. Il pittore ha anche dipinto i dieci Quadroni sulle pareti laterali e la tela Jerusalem nova sul cilindro di cemento dell’ascensore. Altre opere presenti, tra cui la statua in marmo bianco della Madonna della Confidenza (1970) collocata a sinistra dell’ingresso centrale, sono dello scultore di origini toscane Vincenzo Gasperetti (1912 – 1996).
La chiesa si può raggiungere facilmente con la M4 (linea blu) direzione Linate scendendo alla fermata Repetti, a poco più di 500 m.
Per approfondire:
Quadri e vetrate della chiesa di san Nicolao della Flüe, intervista a Pino Grioni a cura di Paolo Calvi (1984)