RIPRENDE ALLA GRANDE IL PIANOVARA FESTIVAL

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Dopo la lunga pausa estiva, il Pianovara Festival riprende con il suo ricco programma di concerti, oggi, 3 Settembre, nell’Auditorium del Conservatorio Cantelli di Novara. Una ripresa di grande interesse, con un duo violoncello-pianoforte di alto livello, composto da due giovani strumentisti, già affermatisi nel panorama internazionale, con una intensa attività concertistica e una brillante partecipazione a prestigiosi concorsi: parliamo di Amedeo Cicchese, nato nel 1988, primo violoncello al Teatro Regio di Torino e Alessandro Deljavan , del 1987, premiato due volte in una delle tante ‘sezioni’ del  van Cliburn, nel 2009 e nel 2013.

Di grande fascino e interesse il programma che Cicchese e Deljavan hanno proposto per il loro recital: i Trois pièces per violoncello e pianoforte di Nadia Boulanger (1887-1979), di F. Mendelssohn la Sonata n.2 in Re maggiore op.58 per violoncello e pianoforte, per concludere con la Sonata in sol minore per violoncello e pianoforte op.65 di F. Chopin. Assolutamente adeguata  l’interpretazione dei Trois pièces composti da Nadia Boulanger nel 1915, da un’originale versione per organo: chiaramente influenzati dallo stile compositivo di G. Fauré, insegnante di composizione della Boulanger al Conservatorio di Parigi, i tre pezzi, nell’interpretazione assai espressiva di Cicchese e Deljavan hanno dato voce suggestiva alla serena espressività di ‘D’un matin de printemps’, alla dolce malinconia di ‘D’un soir triste’ e al gioioso, quasi giocoso abbandono al vitale spirito della natura, che è il sentimento ispiratore delle cose migliori della Boulanger, presente nel terzo pezzo, ‘Nocturne, titolo singolare per una composizione che può ricordare un ‘Notturno’ solo nella sezione centrale. Le personalità musicali dei due talentuosi interpreti hanno offerto della Sonata di Mendelssohn un’esecuzione esemplare, non solo per una precisione tecnica che sfiora l’assoluto, con cura raffinata dei dettagli armonici e timbrici, ma anche per un connubio perfetto tra limpida eleganza e varietà e ricchezza della tavolozza espressiva.  La luminosità perlacea del suono di Deljavan, che risalta in particolare nei fluenti arpeggi del pianoforte nel finale dello sviluppo, unita al suono pulito, molto cantabile, caldo ed espressivo, con momenti di grande slancio, del violoncello di Cicchese, hanno reso al meglio i momenti più incantevoli di questo capolavoro: dall’intero materiale melodico dell’Allegro assai vivace iniziale, al delicato intimismo del Trio del secondo movimento, al suggestivo corale dell’Adagio, alla trascinante vitalità del finale Rondò, il più virtuosistico ed esecutivamente impegnativo dei quattro tempi di questa stupenda sonata, cui Cicchese e Deljavan hanno saputo dare un tono efficace di vitalità e freschezza.’. Deljavan è stato chiamato a dare il meglio di sé dalla Sonata di Chopin, in cui la parte pianistica presenta una particolare pienezza e densità, che l’esecuzione del talentuoso pianista ha illuminato con la chiarezza e la precisione del suo tocco, dominandola con supremo controllo tecnico. Ardente e appassionato si fa invece il suono del violoncello di Cicchese, capace, nell’Allegro moderato iniziale, di uno slancio di grande intensità espressiva, ribadito nello Scherzo, mentre nel successivo, breve Adagio, il giovane violoncellista molisano fa del suo arco un pennello capace di un colore delicatamente crepuscolare, animato da un bel suono caldo ed emotivamente coinvolgente, grazie anche alla condotta armonica degli ampi arpeggi del pianoforte: il momento più bello della Sonata e tra i più incantevoli dell’intero concerto. La varietà del Finale. Allegro, costruito su tre temi e sui loro sempre cangianti intrecci, è l’ultimo banco di prova delle capacità interpretative di questi due bravissimi musicisti, che lo superano con una performance di grande maturità. Il concerto è piaciuto molto al pubblico, che ha tributato a Cicchese e a Deljavan un lungo applauso. La ‘voglia di musica’ che coinvolgeva interpreti e pubblico, ha prodotto un bel fuori programma, il Primo movimento della Sonata per arpeggione (qui com’è ormai prassi, sostituito dal violoncello) e pianoforte di F. Schubert, magnificamente eseguita. Un concerto da ricordare.

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