Per il Festival MiTo l’Orchestra Sinfonica di Milano, diretta dal compositore e direttore canadese Samy Moussa, si è esibita all’Auditorium in un programma che accostava pagine di Richard Strauss e Dmitrij Šostakovic a due sue composizioni.
Moussa, che ha iniziato la propria carriera come compositore per poi approdare alla direzione d’orchestra, ha guidato la serata con la partecipazione del soprano canadese Ambur Braid, protagonista in due lavori. Il concerto si è aperto con An die Nacht, il primo dei Sechs Lieder nach Gedichten von Clemens Brentano op. 68 di Strauss (1918). La voce voluminosa e incisiva della Braid ha trovato qui un contesto ideale, ben sostenuta dalla direzione attenta di Moussa.
A seguire, la Sinfonia n. 2 per orchestra (2022) di Moussa, concepita in un unico ampio movimento: un lavoro tonale, di scrittura limpida, che alterna momenti di intenso respiro lirico a passaggi di rigorosa costruzione formale, capaci di generare tensioni narrative misurate e coinvolgenti. Ancora più significativo è apparso il secondo brano di Moussa, Ahania’s Lament per soprano e orchestra (composto tra il 2012 e il 2018 su testo di William Blake), che pone la voce al centro del discorso musicale. Qui l’eleganza del canto della Braid si è intrecciata con un’orchestrazione ricercata e armonicamente ricca, creando un equilibrio di grande suggestione.
Dopo l’intervallo, la serata si è conclusa con la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 (1937) di Šostakovic, tra le pagine più celebri del Novecento sinfonico. L’esecuzione, complessivamente valida, ha convinto soprattutto nei momenti di maggior impatto sonoro, pur lasciando desiderare un più marcato contrasto dinamico e una maggiore chiarezza delle linee melodiche, in particolare nell’ampio Moderato iniziale. Il pubblico, numeroso e partecipe, ha accolto gli interpreti con calorosi applausi.