Un concerto di grande qualità e perfettamente riuscito quello di ieri sera, 23 ottobre, al Teatro Dal Verme di Milano.
Il pianista veneto Alessandro Taverna ha affrontato una tappa importante di un progetto ambizioso: l’esecuzione integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Sergej Prokof’ev, che in futuro presenterà tutti in un’unica serata. Sul podio l’Orchestra di Padova e del Veneto, guidata da Marco Angius, interprete esperto della musica del Novecento e contemporanea. In questa prima parte del progetto, Taverna ha proposto i Concerti n. 1 op. 10, n. 5 op. 55 e n. 3 op. 26, eseguiti in quest’ordine, rivelando tutta la forza inventiva e la complessità del linguaggio prokof’eviano.
Affermatosi a livello internazionale al Concorso Pianistico di Leeds nel 2009, Taverna ha confermato anche in questa occasione le sue straordinarie qualità tecniche e interpretative. I concerti di Prokof’ev, composti tra il 1911 e il 1932, si collocano in uno stile lontano dal tardo romanticismo: dapprima vicino al neoclassicismo, poi sempre più teso verso una sorta di cubismo musicale, fatto di ritmi spigolosi, architetture geometriche e sonorità percussive che rimandano a Stravinskij e Bartók, ma con una voce personale, inconfondibile, di un compositore-pianista che sa coniugare energia e raffinatezza timbrica.
Le interpretazioni ascoltate, grazie alle mani prodigiose di Taverna e all’eccellente direzione di Marco Angius, hanno restituito la sostanza musicale di Prokof’ev con equilibrio e incisività, illuminando la complessa trama ritmica e la tensione espressiva dei tre concerti. Splendido in particolare il Concerto n. 3 in do maggiore op. 26, il più noto del ciclo, eseguito dopo il breve intervallo. Applausi fragorosi da parte del numeroso pubblico e ripetute chiamate in scena per il pianista, che ha voluto regalare come bis un virtuosistico brano jazz di Friedrich Gulda: uno strepitoso Piano Play n.6. Toccata Il progetto proseguirà sabato 25 ottobre, quando Taverna ripeterà inizialmente il Concerto n. 1 per poi affrontare il Concerto n. 4 per la mano sinistra e il n. 2, in attesa della futura serata che riunirà i cinque Concerti di Prokof’ev in un’unica straordinaria impresa pianistica — un traguardo raramente tentato nella storia dell’interpretazione prokof’eviana.