La splendida Aula Magna dell’Università Cattolica milanese ha accolto ieri sera, per l’ultimo concerto prima della pausa estiva, la pianista russa Dina Ivanova. L’interprete trentenne, vincitrice o premiata in numerosi concorsi internazionali – tra cui il terzo premio all’11° Concorso Internazionale Liszt di Utrecht – ha impaginato un programma tanto vario quanto di ampio virtuosismo.
L’introduzione con la Sonata in sol maggiore Hob. XVI/6 di Joseph Haydn (1732-1809) ha rivelato la cifra classica della pianista, giocata su una chiarezza esplicativa esemplare, attraverso una discorsività rapida ma ricca di contrasti. Il secondo brano, un ologramma all’insegna della grande creatività e dell’invenzione armonica di Robert Schumann (1810-1856), con il suo Carnaval op. 9, ha portato a un contrasto evidente rispetto al classicismo precedente. Anche con Schumann, la Ivanova ha dato sfoggio di capacità fuori dal comune, elargendo una scorrevolezza incredibilmente coerente nelle notevoli accelerazioni di molte delle brevi ventidue sezioni che compongono il capolavoro schumanniano. Un’interpretazione di alto livello, completamente interiorizzata e restituita in ogni dettaglio.
Con la bellissima e potente Chaconne di Sofia Gubaidulina (1931-2023) si è passati a un versante moderno. Composta nel 1963-64, questo brano altamente virtuosistico e particolarmente ricco di contrasti nelle spesso violente volumetrie, ha trovato un’interprete d’eccezione nella Ivanova, che ha esternato il riuscito e immediato lavoro della grande compositrice russa con incredibile chiarezza costruttiva ed evidente espressività. Grande virtuosismo nel celebre ultimo brano in programma: la versione pianistica dell’italiano Guido Agosti dall’Uccello di fuoco di Igor Stravinskij (1882-1971). Tre momenti tratti dal celebre balletto, resi con perizia di dettaglio nella ricreazione delle timbriche orchestrali. Un’esecuzione ancora una volta esemplare. Applausi calorosissimi nell’affollata Aula Magna e uno splendido bis concesso con un brano di Jean Sibelius (1865-1957): l’Etude dai 13 PezziOp. 76.