LA PIANISTA GIAPPONESE YURA OKAWA AL PIANOVARA FESTIVAL

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Iniziati a soli tre anni gli studi pianistici, la giapponese Yura Okawa, dopo un periodo di formazione nel suo Paese, dal 2022 si è trasferita a Novara, presso la classe del Maestro M. Coppola per completare e perfezionare la propria preparazione al Conservatorio Cantelli, partecipando anche, con successo ad alcuni concorsi internazionali e tenendo qualche concerto. Oggi, 11 settembre, è stato il suo turno per esibirsi all’Auditorium del Cantelli in uno dei numerosi recital previsti dal programma del Festival Pianovara. Yura Okawa ha iniziato il concerto suonando, di F. Liszt, “Venezia e Napoli”, dal Supplemento al II Volume degli Annali di pellegrinaggio, una composizione divisa in tre brani, “Gondoliera” , “Canzone” e “Tarentella”. La giovane pianista giapponese ha suonato bene questo pezzo dando subito prova di un tocco raffinato, in particolare nella melodia di sottile malinconia della Gondoliera, ma anche di un virtuosismo pienamente all’altezza dell’ardua Tarentella, con tutti i suoi abbellimenti, in particolare trilli estenuanti. Il suono della Okawa è pulito, luminoso, sgranato con precisione nei passaggi agogicamente più rapidi, curato nel dettaglio timbrico: riconosciamo in lei la lezione del Maestro Coppola. Seguivano tre dei cinque “Miroirs” di Ravel, doveroso omaggio al 150° anniversario della nascita, che ricorre quest’anno: “Noctuelles” (Farfalle notturne), “Une barque sur l’ocean” e infine “L’Alborada del Gracioso”. In questi tre pezzi raveliani Yura Okawa trova un suono di ammirevole finezza, improntato a uno charme delicato, elegante e come riservato, capace di un’incessante varietà timbrica (in particolare in Une barque sur l’ocean):  il suono adatto per questo Ravel, che sa farsi anche ironico in quella specie di virtuosistico moto perpetuo che è gran parte dell’Alborada del Gracioso.

Il successivo Scherzo in Do diesis minore n. 3 op.39 di Chopin ha messo in piena luce da parte della Okawa un suono energico e risoluto, con doppie ottave sicure, come suonate con sicurezza e precisione sono state le rapide cascate di note arpeggianti che accompagnano il secondo tema, di cui il tocco della pianista giapponese ha esaltato il valore timbrico, chiaramente dominante in questo pezzo di Chopin. Il recital è stato concluso da due pezzi: “La danza del fuoco”, di De Falla, dall’Amor Brujo, in versione pianistica, ove il virtuosismo della Okawa ha raggiunto vertici di spettacolarità travolgente e di Sergio Fiorentino, l’ingiustamente dimenticato grande maestro della scuola napoletana, una trascrizione dal Valzer del Rosenkavalier straussiano, la cui grazia impagabile ha degnamente chiuso questo concerto, salutato dal pubblico con un lungo applauso. Yura Okawa ha concesso un fuoriprogramma, un pezzo veloce e virtuosistico di Claude Debussy.