Il violinista Igor Riva alla Chiesa Vecchia di Baggio per i 24 Capricci di Paganini

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Non capita spesso di ascoltare dal vivo l’integrale dei 24 Capricci op. 1 di Niccolò Paganini (1782–1840), composti tra il 1802 e il 1817.

Certo, è già successo a Milano, in anni passati, in importanti sale da concerto, ma — a mia memoria — mai in un luogo così raccolto e suggestivo come la Chiesa Vecchia di Baggio. Inserito nella rassegna “Storie d’autunno”, versione autunnale di Primavera di Baggio — lo storico festival musicale ideato da Tatiana Larionova e Davide Cabassi — il concerto per violino solo ha trovato un pubblico numeroso e attento.Protagonista della serata, introdotta da Tatiana Larionova, è stato Igor Riva, da molti anni primo violino dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali.

Come è noto, i Capricci di Paganini rappresentano, per difficoltà tecnica e virtuosismo, l’equivalente violinistico dei 24 Studi di Chopin (op. 10 e op. 25) o degli Studi Trascendentali di Liszt. Sono pagine che coniugano un virtuosismo estremo con linee melodiche limpide e armonie raffinate, esplorando tutte le potenzialità e le difficoltà dello strumento. Igor Riva, con apparente naturalezza, ha eseguito l’intero ciclo, concedendosi solo una breve pausa a metà programma. La sua interpretazione, sorretta da una sicurezza tecnica evidente, ha saputo restituire l’espressività di ciascun Capriccio senza mai cedere al mero sfoggio virtuosistico. Di alto livello l’esecuzione dall’inizio alla fine, fino al celeberrimo Capriccio n. 24 in la minore, che si articola in undici variazioni e un brillante finale. Applausi calorosissimi, con tutto il pubblico in piedi, hanno concluso una serata di grande intensità musicale.