Nel concerto della rassegna “Musica Maestri! – XI edizione”, la giovane soprano georgiana Tsisana Giorgadze, fresca vincitrice del Premio del Conservatorio 2025 “Giuseppe Zecchillo” , ha presentato un programma che attraversa alcuni dei momenti più luminosi del repertorio lirico. Formata tra Georgia, Osimo e Milano, Giogradze ha già alle spalle ruoli di primo piano in teatri come la Scala e il Teatro Comunale di Bologna, distinguendosi per una vocalità generosa e per una cura attoriale sempre più consapevole.
Accanto a lei la pianista e musicologa Svetlana Kosyatova, interprete moscovita attiva tra Israele, Europa e Stati Uniti, capace di un accompagnamento raffinato e partecipe, maturato anche attraverso un lungo lavoro accademico e orchestrale. Il programma ha dato ampio spazio ai grandi capisaldi dell’Ottocento operistico. Di Verdi è risuonata la romanza “EgIi non ride ancora..non so le tetre immagini” dall’opera Il corsaro: una pagina dove il fraseggio malinconico si apre a slanci improvvisi, terreno ideale per la vocalità calda, voluminosa e profonda della Giorgadze. Ma è soprattutto con “Casta diva” di Bellini, una delle arie più celebri dell’intero repertorio belcantistico, che la serata ha forse toccato il suo vertice lirico: la cantante ha modellato la lunga arcata melodica con un controllo che ha lasciato emergere sia la purezza del suono sia l’intensità emotiva. Nel versante pucciniano, altrettanto centrale, ha proposto brani amatissimi dal pubblico: “Sì, mi chiamano Mimì” da La Bohème, “Ch’il bel sogno di Doretta” dalla Rondine e “Donde lieta” ancora da Bohème, dimostrandosi ancora perfettamente a suo agio. Valide le pagine mozartiane con “E Susanna non vien… Dove sono i bei momenti” da Le nozze di Figaro e la celebre aria “Chi sa, chi sa qual sia”.
Di rilievo di David Toradze “Giorno primo, giorno ultimo”, brano popolare georgiano. Applauditissima dal pubblico che gremiva Sala Puccini, ha proposto come bis un riuscito luminoso “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini rivelandosi una voce di sicura qualità anche attorialmente. Il concerto ha così offerto un percorso che, pur nella sua sintesi, ha attraversato alcune delle arie più amate del repertorio, restituite con un equilibrio tra slancio giovanile e solida preparazione tecnica, segno di un talento che continuerà a crescere.