Da molti anni ospite delle Serate Musicali, il pianista moscovita Mikhail Lidsky è tornato in Sala Verdi, al Conservatorio di Milano, per un programma di raro ascolto, sebbene dedicato a uno dei musicisti più eseguiti al mondo: Wolfgang Amadeus Mozart.
Tra i brani non facilmente presenti nei programmi di concerto, le Sei variazioni in sol maggiore K 180 sull’aria “Mio caro Adone”, la Marcia in do maggiore K 408 e le Sei variazioni in fa maggiore K 398 hanno introdotto una serata che ha subito rivelato la cifra stilistica di Lidsky nell’affrontare il compositore salisburghese.
È un Mozart molto settecentesco, lontano dalle tendenze moderne che spesso lo spingono verso un’interpretazione di gusto classico-romantico. Il suono di Lidsky, luminoso e dettagliato, ricco di eleganti ornamentazioni, si distingue per un approccio analitico nello sviluppo delle sequenze e nella chiarezza dei diversi piani sonori. Anche nella scelta delle due Sonate eseguite successivamente — quella in re maggiore K 311 e quella in fa maggiore K 533/K 494 —, inframezzate dal più celebre Rondò in la minore K 511, l’approccio del pianista è rimasto coerente: tempi leggermente dilatati, ma sempre densi di espressività.
Un’interpretazione quindi eccellente, personale e meritevole per la limpida visione formale di un Mozart non comune e certamente valido. Applausi fragorosi.