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Il critico – Crimini tra le righe


Diretto dal regista anglo-thailandese Anand Tucker nel 2023, il film, di genere drammatico (ma non privo di pungenti battute ironiche e giochi di parole squisitamente British), è ambientato a Londra, nel 1934. Il periodo è connotato dall’inquietante presenza di gruppi politici di estrema destra, come l’Unione britannica dei fascisti (BUF), partito fondato nel 1932 dall’ex ministro laburista Oswald Mosley (citato nel film). I suoi membri indossavano come divisa la camicia nera e s’ispiravano alla politica di Hitler e di Mussolini, avendo il sostegno sia di ex conservatori che di parte del proletariato.

Il clima londinese è dunque teso: per esempio, si perseguitano e si arrestano gli ubriachi e gli omosessuali, tra i quali ritroviamo l’anziano protagonista, il critico teatrale Jimmy Erskine, magistralmente interpretato da Sir Ian McKellen (classe 1939), uno dei maggiori attori shakespeariani.

Erskine scrive per The Daily Chronicle recensioni terribili di spettacoli che giudica inadeguati: i suoi commenti feroci – sempre letti da un vasto pubblico – sono temutissimi da produttori, registi, attori e attrici, perché possono stroncare una carriera o lo spettacolo stesso. In particolare, le sue frecciate crudeli sono mirate a una giovane e bella attrice, Nina Land (la bravissima Gemma Artenton), che vorrebbe da tempo diventare famosa: vede invece le sue ambizioni frustrate continuamente dagli articoli di Erskine, che lei paradossalmente ammira fin da ragazzina.

Anche per il suo ultimo lavoro in The white devil, “Il diavolo bianco”, opera di teatro elisabettiano, le critiche sono impietose. Su suggerimento della madre, Nina va a trovarlo: ed è l’inizio della fine. Erskine infatti, minacciato di licenziamento dal visconte Brooke (Mark Strong), nuovo proprietario del giornale e invaghito segretamente di Nina, organizza una sorta di piano diabolico coinvolgendo la ragazza stessa, alla quale “affida una parte”, e poi il suo segretario-amante Tom (Alfred Enoch). Lo scopo è quello di preservare il suo ruolo di critico al Daily Chronicle: in cambio, l’attrice avrà da lui solo recensioni favorevoli, ossia tutto ciò che serve per diventare una star. Ma la recita, questa volta, basata su una sorta di patto faustiano, seguito da sottili e perfidi ricatti, si trasforma presto in tragedia.

E la conclusione, per Erskine egoista e perverso, colpevole di aver usato le persone solo come burattini di un suo teatro del tutto amorale, non può che essere una condanna a vita.

Lavoro originale, raffinato, dal fascino un po’ dark anche per i diversi piani che si sovrappongono intorno al fulcro centrale del protagonista. Tratto dal romanzo Curtain Call (“Chiamata alla ribalta”, del 2015) dello scrittore Anthony Quinn. Da vedere.

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