Il Festival MiTo ha trovato una delle sue tappe più suggestive nella Chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago, cornice raccolta e antica che ha accolto un programma tra virtuosismo, leggerezza e profondità.
Il concerto si è aperto con Fritz Kreisler, violinista e compositore austriaco celebre per l’eleganza brillante del suo stile. Nel Recitativo e Scherzo-Capriccio op. 6 si è subito respirato quel clima tra slancio romantico e teatralità giocosa che caratterizza tanta parte della sua produzione. La violinista olandese Hawijch Elders ha saputo sottolinearne tanto l’aspetto lirico quanto la dimensione più brillante e virtuosistica attraverso un’interpretazione che ha reso evidente la sua cifra stilistica.
Da qui il passaggio a Luciano Berio ha significato un salto netto nella modernità: la Sequenza VIII per violino solo ha mostrato le possibilità espressive dello strumento portate fino al limite, trasformando la linea melodica in un flusso inquieto e incalzante. Ottima la resa interpretativa, precisa in ogni dettaglio, della Elders che ricordiamo avere vinto quest’anno l’edizione 2025 – la seconda- del Premio Internazionale “Antonio Mormone”
Il dialogo tra passato e presente si è poi arricchito con un ritorno a Kreisler, ma in una veste particolare: Liebesfreud, celebre pagina del violinista austriaco, qui nella trascrizione pianistica di Sergej Rachmaninov. La pianista Ying Li, vincitrice nel 2021 della prima edizione del Premio Internazionale “Antonio Mormone” ne ha restituito il fascino scintillante, in bilico tra nostalgia e virtuosismo.
Ancora Luciano Berio, musicista ligure del quale quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita, questa volta con la Sequenza IV per pianoforte, ha fatto emergere complessità di un linguaggio che nel gesto pianistico mescola ripetizioni, accumuli e improvvisi silenzi, mettendo in risalto un’idea di musica come continua ricerca e interrogazione. Interpretazione di alto livello per sicurezza ed espressività.
Il programma si è chiuso con un ritorno al cuore del repertorio classico: la Sonata in la maggiore op. 162 D 574, detta “Gran Duo”, di Franz Schubert. Qui violino e pianoforte hanno trovato un equilibrio di perfetta naturalezza, tra canto disteso e leggerezza cameristica. Elders e Li hanno reso con eleganza il fluire di una musica che ha riferimenti nel mondo romantico con una cantabilità evidente tipica del compositore austriaco. Due i bellissimi bis concessi: prima di F.Kreisler Tamburino cinese op.3, poi di P.I.Čajkovskij l’Andante cantabile dall’op.11 La collaborazione con la Fondazione La Società dei Concerti di Milano ha contribuito a dare ulteriore risalto a un appuntamento che ha intrecciato epoche e stili in un unico percorso, dimostrando ancora una volta la vitalità e la varietà del Festival MiTo. Applausi calorosissimi nella chiesa stracolma di appassionati. Splendido concerto in un’ottima cornice.