Un programma articolato, dal titolo Classici e Ludici – Forme in movimento, da Mozart alla contemporaneità, ha caratterizzato l’inaugurazione della nuova stagione musicale dello Spazio Teatro 89.
Due importanti interpreti, il violinista Domenico Nordio e il pianista-compositore Orazio Sciortino, hanno messo a disposizione degli ascoltatori il loro talento in un percorso che, partendo dal Settecento mozartiano, incontrava la contemporaneità dello stesso Sciortino per poi tornare alla prima metà del Novecento, con Claude Debussy e Francis Poulenc.Il perfetto equilibrio classico della Sonata in Sol maggiore K. 379 di Mozart ha introdotto il pomeriggio musicale, seguito da un interessante brano di Sciortino, Ludi, per violino (o viola) e pianoforte (2017). L’opera si articola in tre movimenti, di cui il secondo, Ludi, è suddiviso in quattro brevi sezioni, mentre un Post-ludium conclude il brano. La varietà di scrittura del quarantunenne compositore siracusano si è espressa in un lavoro corposo e contrastato, in cui si possono riconoscere influenze che spaziano da Stravinskij — per gli aspetti ritmici — alla Scuola di Vienna, per certe atmosfere atonali presenti in alcuni passaggi e anche ad un certo Jazz. Un brano ricco di idee, di momenti pacati alternati ad altri più concitati, resi con intensa espressività da entrambi gli interpreti: l’eccellente violino Ansaldo Poggi di Nordio, capace di una definizione timbrica nitida e profonda, e le chiare e precise armonizzazioni pianistiche dell’autore stesso.
Di grande valore anche le due Sonateper violino e pianoforte conclusive: prima quella di Debussy, composta nel 1917, poi quella di Poulenc del 1942-43. Interpretazioni di alto livello, caratterizzate da raffinatezze coloristiche per entrambi gli artisti. Applausi calorosi hanno salutato la fine del concerto, suggellato da due bis: un autentico Mozart con le 12 Variations in G Major, K. 359 on “La bergère Célimène” e il terzo- Un poco triste– dei Quattro pezzi op. 17 del compositore ceco Josef Suk, eseguito con meditata profondità espressiva. Applausi calorosissimi e pienamente meritati.