Al MaMu, Magazzino Musica di via Soave 3 a Milano, due interpreti d’eccezione provenienti da Budapest, la violinista Julia Geller e la pianista Zsuzsa Kollár, hanno proposto un raffinato programma che accostava Beethoven e Brahms, esplorando affinità e differenze tra due giganti del repertorio classico-romantico. Beethoven, ponte tra Classicismo e Romanticismo, apre la strada a Brahms, che raccoglie e rinnova quella tradizione con profondità e rigore. Non a caso, la Prima Sinfonia di Brahms fu definita da molti la “Decima” di Beethoven.
La violinista Geller ha introdotto il concerto anticipando l’impaginato e mettendo in rilievo i brani scelti di Beethoven e quelli di Brahms. La Romanza in Fa maggiore di Beethoven, lirica e delicata, ha creato l’atmosfera che si ritrova nei Lieder op. 49 (Am Sonntag Morgen, An ein Veilchen, Sehnsucht, Wiegenlied, Abenddämmerung) di Brahms, dove il violino canta al posto della voce. Particolarmente nota la celebre Ninna nanna, accanto ad altre valide trascrizioni da brani scritti originariamente per voce e pianoforte.
Le due sonate in programma – la celebre Sonata in Fa Maggiore op.24 ‘Primavera’ di Beethoven e la Sonata in Re minore op. 108 di Brahms – condividono la forma classica in quattro movimenti, ma esprimono mondi diversi: la prima luminosa e pastorale, l’altra intensa, drammatica, quasi orchestrale. Valida l’intesa tra le due protagoniste, tornate a suonare insieme dopo molti anni. Efficace la resa musicale: ottima l’intonazione del violino della Geller, precise e chiarissime le armonizzazioni pianistiche della Kollár. Rilevante per corposità ed espressività la sonata brahmsiana ed eccellente il bis concesso, una pregnante Danza ungherese n.7 di Brahms. Calorosi applausi in una sala gremita di spettatori.