Davide Cabassi al Festival MiTo tra Bach e Berio

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Un concerto di particolare interesse quello ascoltato oggi al Festival MiTo, nella suggestiva Sala della Balla del Castello Sforzesco, con protagonista il pianista milanese Davide Cabassi.

La felice idea di accostare il genio di J. S. Bach a uno dei maggiori compositori italiani del Novecento, Luciano Berio, ha prodotto risultati convincenti.In circa quaranta minuti di musica, preceduti da una chiara e utile introduzione dello stesso Cabassi, si sono potute ascoltare due opere giovanili dei due autori: il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo di Bach e la Petit Suite di Berio. Entrambi i lavori, articolati in sei sezioni, hanno rivelato un dialogo suggestivo: da un lato un giovane Bach del 1704, dall’altro un Berio ventiduenne nel 1947, ancora fortemente segnato dall’eredità bachiana.
Cabassi ha offerto un’interpretazione delicata e meditata del Capriccio, mettendo in risalto una tavolozza di colori preziosi in quella che è, di fatto, una piccola suite; altrettanto genuina la resa della pagina di Berio, vicina alla tradizione italiana del primo Novecento. La seconda parte del concerto ha presentato due Preludi e Fughe (BWV 857 e BWV 881), tra i quali Cabassi ha inserito uno dei brani pianistici più celebri di Berio, il Wasserklavier dai Six Encores. Interpretato con leggerezza discorsiva, il pezzo si è collocato con naturalezza tra le due pagine bachiane, sottolineandone il carattere riflessivo. Il pubblico ha tributato applausi calorosi e meritati, coronati da un bis raffinato: il Largo dal Concerto in fa minore per clavicembalo e orchestra BWV 1056, nell’elegante trascrizione di Alfred Cortot.