CON IL CONCERTO DEL PIANISTA RUSSO K. EMELJANOV SI CONCLUDE DEGNAMENTE IL PIANOVARA FESTIVAL

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Oggi, 17/09, il compito di concludere i concerti che hanno accompagnato il Pianovara Festival 2025 è toccato al giovane (n.1994) pianista russo Kostantin Emeljanov, proiettato al successo e alla fama internazionali dalla buona affermazione al Concorso Ciajkovskij di Mosca edizione 2019. Nel recital tenuto nella sede abituale del Pianovara, cioè l’Auditorium del Conservatorio novarese, Emeljanov ha presentato tre pezzi: di J. S. Bach l’Ouverture francese BWV 831 in si minore, di S. Prokofiev i “Dieci Pezzi dal ‘Romeo e Giulietta’ e infine di I. Stravinsky i “Tre movimenti dal balletto Petrushka”. Una recensione pubblicata in occasione dell’affermazione di Emeljanov al concorso Ciajkovskij, parla, forse un po’ banalmente di ‘energia russa’ come caratteristica essenziale del suo pianismo. Certamente   Emeljanov è giovane di gran talento, di solido e indiscutibile livello tecnico, che gli consente di raggiungere vertici di virtuosismo elevatissimi, ma in lui questo dominio assoluto della tastiera non si fa mai spettacolo fine a se stesso. Le virtù migliori di Emeljanov e che ne fanno un talento, vanno semmai cercate nella pulizia dell’esecuzione, nel tocco sempre incisivo e misurato, in una tecnica digitale che, ad esempio, gli consente una calibratura perfetta delle dinamiche, in particolare nel pianissimo, straordinario nei valori timbrici. Accanto a questo Emeljanov, certo, c’è l’Emeljanov agilissimo nei passaggi veloci e dal suono di grande potenza, ma questo è sempre al servizio di una precisa linea espressiva tenuta con coerenza e finezza, non è mai ‘spettacolo’. La raffinatezza e la misura come cifre dello stile esecutivo di questo nuovo frutto della sempre feconda ‘scuola russa’ emergono tutte nell’interpretazione dell’Ouverture francese di J. S. Bach. Un Bach cesellato con una raffinatezza che non teme paragoni, un impulso ritmico di cronometrica uniformità, il controllo pieno di tutti i parametri, a cominciare da quelli dinamici, dai limpidi equilibri sonori ed emotivi.
Un Bach assai piacevole all’ascolto, senza alcun preziosismo tardo-barocco, ma con un fraseggio di bellissimo legato, venato talora di malinconia. Un Bach vitale, forse letto con le lenti di un anacronistico romanticismo, ma davvero incantevole, una felicità per le orecchie e la mente di chi ascoltava e al diavolo la filologia! La profondità espressiva del pianismo di Emeljanov appare in tutta evidenza anche nei Dieci pezzi dal Romeo e Giulietta di Prokofiev. Il ritmo implacabile e inciso con una precisione cristallina, una grande potenza di suono ne ‘I Montecchi e i Capuleti’, le deliziose, agilissime brevi scale ne ‘La giovane Giulietta’, ma anche le delicate melodie a ‘mezze voci’ , come quella del finale ‘La separazione di Romeo e Giulietta’, hanno costruito con la varietà sapiente dei registri rimici, dinamici e timbrici, un affascinante racconto musicale che ha estasiato il numerosissimo pubblico. Con la versione pianistica di Petruska il pianismo di Emeljanov tocca le punte più alte del suo virtuosismo, con un ritmo incalzante e irregolare, una intensa energia percussiva, una timbrica altamente impegnativa. Emeljanov interpreta perfettamente l’intenzione di Stravinsky di ‘reiventare’ il pianoforte: per questo il suo virtuosismo è sempre al servizio di possibilità espressive inedite della tastiera. Con questo concerto (senza bis) accolto dal pubblico con applausi di fragoroso entusiasmo, si chiude trionfalmente un Novarafestival davvero di alto livello (comprendendo anche le masterclass e i seminari). E non c’è tempo per rifiatare, per i bravissimi organizzatori di questo Festival: perché ora, dal 18 al 20/09, si svolge il Concorso pianistico internazionale del Conservatorio di Novara, il Sergio Fiorentino International Piano Competition, giunto ormai alla sua quinta edizione (quella del 2024 la vinse Emeljanov), con la partecipazione di cinquanta concorrenti da sedici Paesi del mondo. Grazie al lavoro infaticabile e intelligente di un gruppo di straordinari docenti e collaboratori di primissimo livello, il Cantelli di Novara è ormai una realtà proiettata oltre i confini nazionali.