Un concerto interamente dedicato alla musica moderna e contemporanea ha segnato l’edizione 2025 del Festival MiTo, con protagonisti Marcello Filotei (1966) e Luciano Berio (1925-2004).
Di quest’ultimo, nel centenario della nascita, si è ascoltato Notturno, terzo quartetto per archi del 1993, presentato nella versione per orchestra d’archi: una pagina dell’ultimo periodo creativo del Maestro di Oneglia, sospesa in un linguaggio fatto di trasparenze e introspezione. Prima di Berio, l’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Alessandro Bonato ha proposto la prima esecuzione assoluta del Concerto per violoncello e orchestra “In tempore belli” di Filotei, commissionato dal Festival. Il solista era Michele Marco Rossi, interprete di grande esperienza, cui la partitura affida un ruolo di primo piano.
Strutturato in un unico movimento della durata di circa venticinque minuti, il lavoro si distingue per una scrittura comunicativa che ruota intorno al timbro cantabile del violoncello.Lo strumento, con voce calda e intensa, intona frammenti di celebri melodie, che emergono come apparizioni in un tessuto orchestrale ricco di colori. Tra queste, il tema dell’Internazionale si impone con forza evocativa, trasformando l’opera quasi in una parodia musicale, ironica e consapevole, costruita con mezzi tipici della contemporaneità. L’insieme, sostenuto da un’orchestra duttile e partecipe, ha convinto il pubblico, che ha salutato con lunghi applausi sia il solista che il compositore, presente in sala. Il Notturno di Berio ha riportato l’atmosfera su un piano più rarefatto: sonorità eleganti e introspettive, scandite da un fitto dialogo delle sezioni d’archi, hanno rivelato la cifra di un autore maturo, attento al dettaglio timbrico e alla poesia del suono.
L’interpretazione dell’Orchestra Filarmonica di Torino, guidata da Bonato con gesto sicuro, ha messo in luce le sfumature di questa pagina preziosa, accolta anch’essa da calorosi applausi al Teatro Dal Verme.