L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per l’occasione diretta dal russo-austriaco Kirill Petrenko, ha ottenuto ieri sera uno straordinario successo al Teatro alla Scala nella rassegna “Orchestre ospiti”, presentando un impaginato che attraversava il romanticismo tedesco e il classicismo viennese.
La serata si è aperta con la nota Ouverture da Manfredop.115 di Robert Schumann, che ha messo subito in risalto la cifra direttoriale di Petrenko, da un decennio alla guida stabile dei Berliner Philharmoniker, orchestra gloriosa che ha sempre chiamato ai suoi vertici i massimi direttori della storia. La tensione discorsiva e teatrale della pagina schumanniana ha trovato in Petrenko un interprete rigoroso e appassionato, capace di mantenere il respiro unitario del brano senza mai cadere in effetti compiacenti.
A seguire, il classicismo cameristico della Sinfonia Concertante per fiati e orchestra K. 297b di Mozart ha introdotto un’atmosfera diversa, fatta di equilibrio e trasparenza. È un brano giovanile del genio salisburghese che mette in dialogo quattro fiati eccellenti dell’orchestra romana: Andrea Oliva al flauto, Francesco Di Rosa all’oboe, Andrea Zucco al fagotto e Alessio Allegrini al corno. Petrenko, con una direzione discreta e rispettosa, ha voluto valorizzare il ruolo cameristico del brano, lasciando che l’orchestra accompagnasse con eleganza e misura, senza mai invadere il campo dei solisti. Applausi calorosi agli eccellenti solisti, usciti più volte in palcoscenico.
Il momento forse più atteso e certamente più entusiasmante della serata è stato la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 di Johannes Brahms, opera imponente in quattro ampi movimenti che apre la gloriosa stagione sinfonica del grande musicista amburghese. La direzione di Petrenko ha rivelato tutta la sua capacità di esaltare ogni frangente del capolavoro brahmsiano con una lettura compatta, analitica e insieme profondamente coinvolta. Ogni sezione orchestrale e ogni singolo strumentista hanno concorso alla realizzazione di un’esecuzione memorabile, accolta con entusiasmo da un Teatro alla Scala gremito e partecipe.
Applausi interminabili, con continue uscite in palcoscenico del grandissimo direttore, hanno concluso una serata che resterà certamente impressa nella memoria degli appassionati presenti.