A un’ora d’auto da Milano, in Brianza, si può facilmente raggiungere una località interessante dal punto di vista naturalistico: si presta ad una bella passeggiata ad anello, nel verde, senza salite o discese impegnative. Si tratta dell’Oasi di Bàggero, presso Merone, in provincia di Como; l’Oasi fa parte, da più di vent’anni, del Parco Regionale della Valle del Lambro, e si estende per 250.000 mq. Si può parcheggiare vicino all’Ostello oppure nel paese, dietro il mulino settecentesco, ben restaurato e funzionante, con un piccolo museo didattico. Si scopre anche, a pochi metri dal mulino, un luogo ideale per una pausa rilassante, se si vuole trascorrere un week-end e non solo una giornata o un pomeriggio: il Rural Resort “Il Corazziere”, con un grande giardino, associato a un centro benessere.

La passeggiata è ben indicata dai cartelli che segnano la direzione da seguire per raggiungere l’Ostello Oasi di Bàggero: dal Centro Parco, conviene proseguire lasciando l’edificio a sinistra, per ritornare quindi, dopo circa 2,5 km, dalla parte opposta. Tra le due strade ciclopedonali – che poi diventano sentieri, sempre abbastanza agevoli, ad un’altitudine massima di circa 300 m – si apre in mezzo una terza via, che porta a una bella cascata, e anche a un’area giochi e a una zona pic-nic. Si attraversa un ponticello tra due laghi di cava, uno superiore e uno inferiore, che costituiscono, per i loro colori di varie sfumature di verde e azzurro, circondati da bella vegetazione, un panorama davvero inaspettato.

Occupano insieme quasi 8 ettari di superficie e hanno un’origine artificiale: tra il 1928 e il 1970 si utilizzò la zona come una preziosa miniera di marna. Le rocce furono scavate per opera della Cementeria di Merone della famiglia svizzera Montandon (poi passata, nel 2001, al gruppo Holcim, che ha concesso l’area in comodato d’uso al Parco fino al 2070).

Le cave sono state dunque riqualificate: sono state riempite d’acqua, cessata l’attività estrattiva, grazie alla deviazione (1969) del torrente Cavolto, che scende dalle colline di Monguzzo ed è sia immissario che emissario del lago inferiore. Si tuffa nel lago scorrendo per circa 20 m su una parete di travertino e formando così la cascata già citata. Il torrente è affluente destro del Lambro. Il lago superiore invece è riempito da risorgive e acque di falda.

Il recupero ambientale delle cave ne consente non solo la fruizione turistica, ma anche l’utilizzo come percorso di educazione ecologica, supportato da numerosi cartelli esplicativi sugli aspetti geologici, botanici e faunistici (e ci sono perfino punti di osservazione astronomica, diurna e notturna). Lungo il sentiero si possono ammirare le pareti rocciose a picco sui laghi: sono strati sedimentari derivati da processi di diagenesi di particelle argillose e calcaree dei fondali di un antico mare, che copriva la zona 200 milioni di anni fa, nel Mesozoico. Tali processi hanno portato alla formazione delle marne locali, calcari argillosi usati appunto per le miscele cementizie. Il sollevamento orogenetico ha causato un’inclinazione degli strati esposti, che hanno perso l’originaria orizzontalità e sono in parte attraversati da faglie ben visibili. Una vera lezione di geologia!

Per un approfondimento, qui il link al quaderno del Parco “L’Oasi di Bàggero, dal grigio del cemento al verde dell’oasi”
https://drive.google.com/file/d/1uYPPRz4IrmYSrtIMY4cDMo7Hg41jxUal/view