giovedì, Maggio 1, 2025
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Successo alla Scala per l’opera di Filidei “Il nome della rosa”


Anche la seconda rappresentazione, andata in scena ieri sera al Teatro alla Scala, ha confermato il meritato successo dell’opera Il nome della rosa di Francesco Filidei. Si tratta di una messinscena particolare, che in due lunghi atti sintetizza il denso e complesso romanzo di Umberto Eco, trasformandolo in una sorta di noir, dove il dialogo serrato tra i personaggi è sottolineato dalle variegate sonorità del compositore pisano.
L’opera, commissionata dal Teatro alla Scala e dall’Opéra di Parigi, ha beneficiato in queste settimane di una promozione intensa e insolita. Ma è stato soprattutto il titolo stesso, celebre e suggestivo, ad alimentare un forte desiderio di partecipazione, portando al tutto esaurito per le cinque repliche previste.
Il libretto, firmato dallo stesso Filidei insieme a Stefano Busellato, si ispira al romanzo che, pur segnato da una trama drammatica e costellata di omicidi, presenta anche momenti di sottile ironia. L’ottima produzione — con la regia di Damiano Michieletto, le scene di Paolo Fantin, le luci di Fabio Barettin e i costumi di Carla Teti — dà vita a un racconto scenico denso di personaggi, tra cui spiccano le due figure principali: il baritono Lucas Meachem nei panni di Guglielmo da Baskerville e la mezzosoprano Kate Lindsey, en travesti, nel ruolo del novizio Adso da Melk. Entrambi, meritatamente, sono stati i più applauditi alla fine della serata.
Il direttore Ingo Metzmacher ha concertato con grande perizia la complessa partitura di Filidei, esaltandone ogni dettaglio: dai passaggi sinfonici agli effetti ispirati alla musica concreta, dove gli orchestrali stessi contribuiscono con modalità inusuali alla creazione delle sonorità, caratteristiche del linguaggio personale del compositore.
Musicalmente, l’opera è un ricco intreccio di riferimenti: dal canto gregoriano fino ai riconoscibili echi verdiani, soprattutto dal Falstaff. Non mancano arie di intensa espressività, mentre i lunghi recitativi conferiscono un’impronta fortemente teatrale a questo lavoro imponente. Eccellenti le parti corali, preparate da Alberto Malazzi e Giorgio Martano, così come le Voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala, dirette da Bruno Casoni. Ottime anche le interpretazioni degli altri protagonisti: Daniela Barcellona (l’inquisitore Bernardo Gui, en travesti), Roberto Frontali (Salvatore), Gianluca Buratto (il bibliotecario cieco Jorge de Burgos), Giorgio Berrugi (Remigio), Fabrizio Beggi (l’Abate Abbone da Fossanova), Katrina Galka (la ragazza del villaggio), Carlo Vistoli (Berengario), e molti altri.
Applausi calorosi al termine, naturalmente anche per il compositore Filidei, salito sul palcoscenico per ricevere l’omaggio del pubblico.
Le prossime repliche sono previste per il 3, 6 e 10 maggio. Un appuntamento da non perdere. (FOTO DI BRESCIA e AMISANO- Archivio della Scala)

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