giovedì, Maggio 1, 2025
HomeCinema-TVSOTTO LE FOGLIE

SOTTO LE FOGLIE

Il regista parigino François Ozon ha girato nel 2024 Quand vient l’automne, “Quando viene l’autunno”, portato in Italia con il titolo Sotto le foglie. Una sorta di inno all’ambiguità e alle verità nascoste, nella forma di una strana fiaba moderna dove emergono tutti gli elementi necessari: vi sono fate-streghe (e la protagonista, Michelle, anziana ex prostituta, è una di queste, insieme alla migliore amica Marie-Claude), una figlia malvagia (Valerie), un fanciullo conteso e infelice (Lucas), un giovane incline a delitti (Vincent), e perfino funghi velenosi e un fantasma; fa da sfondo per lo più un villaggio della campagna francese, tra prati e boschi dai colori autunnali, ma compare anche un grigio palazzo della periferia parigina.

Lo spettatore è portato a chiedersi, soprattutto verso la fine del film, che cosa vi sia realmente sotto le foglie: ma la risposta non è per nulla scontata. Le relazioni affettive tra i personaggi – madre/figlia, madre/figlio, nonna/nipote – sono piuttosto tormentate; e anche il rapporto di sorellanza tra le due grandi amiche Michelle e Marie-Claude, che condividono la loro ormai passata storia di prostituzione a Parigi, finisce per avere qualche crepa. Nessuno riesce a mantenere la piena fiducia nei confronti degli altri. Amnesie opportune e bugie mirate, che sembrano solo compassionevoli, s’intrecciano e finiscono per seppellire la verità e la giustizia.

Sembra che la morte, in questo racconto, abbia un ruolo di semplificazione, di risoluzione di problemi, in particolare per Michelle (la bravissima Hélène Vincent, 81 anni, attrice e regista teatrale).

La donna è riuscita, lasciando Parigi anni prima, a ritagliarsi una vita apparentemente tranquilla in Borgogna: la sua casa è accogliente, con un bel camino nel salotto, ed è circondata da un grande giardino e un piccolo orto.

L’anziana, consapevole del fatto che tutti sanno, in paese, del suo antico mestiere, ha dunque ritrovato un nuovo equilibrio: frequenta la chiesa del paese (all’inizio del film la si vede a messa, mentre ascolta la lettura evangelica riguardante Maria Maddalena, per poi ricevere la comunione), e aiuta la coetanea Marie-Claude (l’ottima Josiane Balasko) accompagnandola al carcere dove si trova il figlio Vincent (Pierre Lottin), detenuto per aver commesso “una sciocchezza” (non viene mai rivelato di quale reato si tratta).

Godendo di qualche momento di serenità, spesso Michelle passeggia nei boschi insieme a Marie-Claude e raccoglie funghi, soprattutto porcini, che più tardi cucinerà preparando squisitezze come la quiche aux champignons. Soprattutto, vive nell’attesa di ricevere la visita dell’adorato nipote Lucas (Garlan Erlos); ma la figlia Valerie (Ludivine Sagnier), madre di Lucas, egoista e anaffettiva, divorziata, è interessata più alla futura eredità che ad altro. La detesta perché si vergogna del suo passato di prostituta. Saranno proprio i funghi – associati nell’ambito della simbologia al cambiamento, ma anche all’inconscio e alla morte – a dare una svolta inaspettata alla situazione, innescando eventi drammatici e oscuri. Film interessante, con molti punti interrogativi piuttosto inquietanti.

ARTICOLI COLLEGATI

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

DALL'AUTORE

- Advertisment -
Teatro Alla Scala Accademia di Brera La permanente Quartetto Milano Serate Musicali LaVerdi