Una rarità di Amy Beach per la pianista Ying Li e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

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L’ultimo concerto del 2025 alla Sala Verdi, organizzato dalla Società dei Concerti, ha visto sul palcoscenico la prestigiosa Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da Sieva Borzak.

La serata era in memoria del giovane direttore 54enne Gabriel Feltz. Scomparso nell’ agosto di quest’anno, lo avevamo più volte ascoltato con la Filarmonica di Dortmun nei concerti organizzati da questa società concertistica. Avrebbe dovuto affrontare il medesimo programma, quello che proponeva due brani di ampio respiro: uno, in prima esecuzione nazionale, della compositrice americana Amy Beach, il Concerto in do diesis minore op. 45, e quindi la celebre Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák. Due lavori apparentemente distanti, ma in realtà accomunati da diversi punti di contatto.
Il concerto di Amy Beach è un’opera storicamente significativa, composta tra il 1898 e il 1899 e rappresentativa del primo grande concerto per pianoforte scritto da una compositrice americana. La prima esecuzione ebbe luogo nel 1900 a Boston, con la stessa Beach al pianoforte e la Boston Symphony Orchestra diretta da Wilhelm Gericke; la dedica era rivolta alla celebre pianista Teresa Carreño. Al pianoforte, ieri in Sala Verdi, sedeva Ying Li, virtuosa vincitrice nel 2021 della prima edizione del Premio “Antonio Mormone”. L’ampio lavoro, articolato in quattro movimenti – Allegro moderato, Scherzo vivace, Largo, Allegro con scioltezza- , assume particolare rilievo per la sintesi che la compositrice statunitense compie del tardo romanticismo europeo. La scrittura, spiccatamente virtuosistica, guarda con evidenza a Chopin, Brahms e Čajkovskij, ma anche alle prime opere giovanili di Rachmaninov. Ying Li ha affrontato il non facile brano con consapevolezza e una discorsività sempre accurata, restituendone una lettura dettagliata e ben articolata, in perfetta coesione con l’Orchestra della RAI e con la guida del direttore. Particolarmente sviluppato l’Allegro moderato iniziale, indicativo di una rilevante vena melodica, ben armonizzata e di ampio respiro espressivo. Applausi ampiamente meritati, coronati da un bis solistico di grande effetto: un brano super-virtuosistico di Kreisler–Rachmaninov: Liebesfreud, eseguito con sicurezza e indubbia bravura.
Dopo l’intervallo, la Sinfonia n. 8, la più amata dopo la n. 9 “Dal Nuovo Mondo”, ha messo ulteriormente in luce le qualità direttoriali di Borzak e quelle dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, compagine di primissimo livello, solida e omogenea in ogni sezione. Applausi calorosi da parte del numeroso pubblico intervenuto.