Il flauto di Taballione e il pianoforte di Coggi alle “Serate Musicali”

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Il recital di Paolo Taballione e Gesualdo Coggi, ospitato ieri sera 1º dicembre nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, nel concerto organizzato da Serate Musicali, ha confermato come la formula cameristica del duo flauto-pianoforte possa ancora sorprendere quando a guidarla sono due interpreti capaci di far emergere la cantabilità degli strumenti e, allo stesso tempo, nel caso soprattutto del flauto, una funzionale variabilità timbrica.

L’impaginato proposto è stato ben costruito, con un equilibrio intelligente tra repertorio originale e trascrizioni: un passaggio, tra la prima parte del concerto e la seconda, da un lirismo più intimo alla brillantezza virtuosistica del flauto.
Le Variazioni su “Trockne Blumen” di Schubert, con il tema tratto dal noto ciclo liederistico Die schöne Müllerin, hanno inaugurato il concerto rivelando l’ottimo equilibrio tra il flauto di Taballione e il pianoforte di Coggi. La rara Sonata in mi minore op. 167 “Undine” di Carl Reinecke (1824-1910) ci è apparsa ancor più interessante per l’evoluzione dei quattro movimenti e per il ruolo più prettamente flautistico del bellissimo strumento dell’interprete romano.
Nella seconda parte, la serata ha cambiato colore, lasciando spazio alle ottime trascrizioni di Taballione tratte da Verdi, R. Strauss e Bizet. La Fantasia su La traviata ha cercato un equilibrio tra i richiami all’opera e una certa libertà virtuosistica che Taballione ha gestito con gusto e con pacato virtuosismo, esprimendo colori differenziati e ben delineati negli accentuati contrasti dinamici. Nei due noti Lieder di Strauss, Morgen! e Cäcilie, il flauto ha provato ad avvicinarsi alla voce senza imitarla. Il ruolo pianistico, nettamente centrale nel primo celebre Lied dall’op. 27 del musicista tedesco, ha restituito con profondità espressiva quella splendida e toccante melodia fatta di poche, geniali e commoventi note. Valido l’insieme strumentale dei due brani.
La Fantasia su Carmen ha chiuso il concerto in un clima più estroverso, probabilmente più d’effetto, dove il virtuosismo di Taballione nelle parti trascritte e soprattutto nei suoi ottimi arrangiamenti ha fatto emergere le indubbie qualità dell’interprete, coadiuvato da un altrettanto meritevole Gesualdo Coggi, sempre controllato, preciso ed espressivo.
Delizioso il bis concesso con un apparente semplice Valzer di Šostakovic. Nel complesso la serata ha mostrato un duo in grande sintonia, capace di far convivere raffinatezza timbrica e lucidità interpretativa, e di trasformare un programma molto vario in un racconto unico e coerente.