CINQUE SECONDI di Paolo Virzì

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L’avvocato Adriano Sereni (Valerio Mastandrea), di mezza età, vive isolato nella campagna toscana: affitta un edificio ristrutturato che un tempo fungeva da stalla per mucche e cavalli di una tenuta nobiliare, quella dei conti Guelfi, la cui villa, ormai fatiscente e disabitata, si trova a un centinaio di metri, tra vigne abbandonate.

Le camere affittate da Sereni sono sporche e disordinate; piove dal tetto, l’atmosfera è cupa, come il protagonista, che si trascura e non vuole essere disturbato neppure dal postino. Si scoprirà presto che ha una causa in corso, ma nelle vesti di imputato: e non vorrebbe neppure presenziare in tribunale alle udienze cui è convocato, in cui parte civile è l’ex moglie Letizia (Ilaria Spada), insieme al figlio Matteo, studente liceale.

Si presenta solo per l’insistenza e il supporto di una valida collega dello studio Marziali-Sereni (che lui vuole lasciare), Giuliana (Valeria Bruni-Tedeschi).

Si viene quindi a sapere che il motivo della sua grave depressione è legato alla tragica scomparsa delle figlia Elena (Caterina Rugghia), diciassettenne disabile, affetta da sclerosi laterale amiotrofica, che progressivamente l’avrebbe portata alla paralisi e alla morte. Consapevole della situazione ma non rassegnato, Adriano desiderava offrire alla figlia momenti di spensieratezza e, all’insaputa dell’ex moglie, la portava a svolgere attività all’aria aperta, a divertirsi insieme al fratello. Purtroppo un incidente durante una di queste uscite ha causato la morte di Elena: e i “cinque secondi” che danno il titolo al film sono il tempo – insopportabile e inspiegabile – impiegato da Adriano per muoversi e correre inutilmente in suo soccorso. Il senso di colpa è dunque fortissimo, e l’avvocato Sereni si è già condannato da solo, senza bisogno di un processo.

In tutto ciò, il suo triste isolamento viene turbato da un gruppo di giovani, una specie di allegra “comune”, che giunge a occupare Villa Guelfi: vogliono ridare vita al vigneto, raccogliere l’uva, produrre vino, resuscitare insomma l’antica casa nobiliare e i suoi terreni agricoli, un tempo ricchi e e fiorenti. Tra loro – un agronomo, una biologa, un enologo, persone certo preparate – spicca una ragazza bionda, Matilde (Galatea Bellugi), nipote e quindi erede del conte Guelfi, molto determinata e dal carattere forte.

È incinta; Adriano, dopo i primi momenti di irritazione e di rigetto, finisce per essere solidale con il gruppo e addirittura protettivo e paterno per Matilde, che non ha certo avuto un’esistenza facile. E sarà proprio questa nuova situazione a portare alla fine Adriano a uscire dalla sua “prigione”, a perdonarsi e perdonare, a riallacciare il legame con Matteo e a riprendere una strada verso il futuro.

Cast eccellente, ottima e sensibile regia di Virzì. Film da non perdere.

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