Virtuosismo e intesa cameristica: Jingzhi Zhang e Monica Cattarossi all’Atelier Musicale

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La riuscita rassegna Atelier Musicale dell’Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano – una serie di concerti che spazia dal jazz, alla classica e alla musica contemporanea – ha ospitato un duo cameristico di ottima qualità.

La violinista ventiquattrenne Jingzhi Zhang, seconda classificata nel 2022 al prestigioso Premio Paganini, e la nota pianista Monica Cattarossi hanno presentato un programma che attraversava il Novecento e il Contemporaneo, sfiorando il jazz con l’ultimo brano in programma, la Sonata per violino e pianoforte n. 2 di Maurice Ravel, dove l’influsso del blues si manifesta soprattutto nel secondo movimento, Blues: moderato.
Le qualità delle due interpreti sono emerse fin dall’inizio con la Sonata in re maggiore n. 2 op. 94 bis di Sergej Prokof’ev, composizione del 1944 tipica del linguaggio del maestro russo. L’eccellente timbro violinistico della Zhang, ricco di colori e di una scorrevolezza impeccabilmente controllata, ha trovato un perfetto equilibrio nel pianoforte della Cattarossi, interprete sempre alla ricerca della massima precisione e purezza sonora.
Il brano solistico per violino di Zhang ha poi introdotto una rara e pregevole Sonata di Bernd Alois Zimmermann (1918-1970), lavoro in tre tempi – Praeludium, Rapsodie e Toccata – in cui il virtuosismo si è rivelato attraverso la chiarezza espositiva e una straordinaria capacità di interiorizzazione.
Di grande interesse anche il brano di Giuseppe Garbarino (1937), presente in sala per la prima esecuzione assoluta della sua Brasileira – Ar do Brasil (2024): un lavoro ben costruito, in cui il linguaggio del primo e del secondo Novecento si fonde con gli stilemi della musica popolare brasiliana, dando vita a una sintesi di notevole valore musicale. Ottima l’interpretazione del duo, accolto da applausi meritatissimi, rivolti anche al compositore.
A conclusione del programma ufficiale, la già citata Sonata n. 2 di Ravel ha messo ulteriormente in luce la perfetta intesa tra le due interpreti, con momenti di grande efficacia in tutti e tre i movimenti e con colori raffinatissimi nel Blues centrale, ricco di rimandi ai canti d’oltreoceano e alle suggestioni di Gershwin.
Splendido infine il bis, con un Beau Soir di Claude Debussy, eseguito con partecipazione e profonda interiorità. Bravissime.