Con il titolo “176 tasti”, i fratelli Lucas & Arthur Jussen hanno proposto un viaggio nella storia della musica a quattro mani e per due pianoforti, da Mozart a Widmann, passando per Schumann, Debussy e Rachmaninov.
Un programma intelligente quello ascoltato in Sala Verdi, nel Conservatorio milanese , che ha rivelato la duttilità dei celebri fratelli nel voler esprimersi in situazioni sia classiche che moderne, rivelando sempre notevoli qualità interpretative e soprattutto un’intesa musicale a due che ha pochissimi uguali nella storia del pianoforte.
La Sonata in do maggiore K.521 per pianoforte a quattro mani, di Mozart, un brano purtroppo poco eseguito, ha aperto la serata con brillante chiarezza: i due pianisti hanno mostrato un perfetto equilibrio tra precisione, leggerezza e grinta, esaltando la vitalità del dialogo mozartiano in una perfetta divisione delle parti. Nell’Andante con variazioni op.46 per due pianoforti di Schumann, il loro suono si è fatto più intimo, capace di restituire le sfumature poetiche e il respiro romantico di una pagina di raro ascolto ma tipica del linguaggio del grande compositore tedesco
Con Bunte Blätter -fogli colorati- di Jörg Widmann (1973), un brano del 2022 scritto per i due fratelli, la loro intesa si è misurata con una modernità fatta di frammenti discorsivi, echi e improvvisi cambiamenti di colore, affrontati con sicurezza e gusto per l’ironia, per un brano ricco di idee, di virtuosismo anche percussivo, in una resa complessiva di qualità. Dopo l’intervallo, le Six épigraphes antiques di Debussy, per pianoforte a quattro mani, hanno offerto un momento di sospensione e trasparenza, dove i Jussen hanno scolpito un suono di rara morbidezza e finezza timbrica.
La conclusione con la Suite n.2 op.17 per due pianoforti di Rachmaninov ha unito virtuosismo e calore lirico: dalla solenne Introduzione alla travolgente Tarantella, quarto e ultimo movimento, passando per un Valzer e una Romanza, il duo ha saputo coniugare energia e canto, chiudendo un programma coerente e ricco di contrasti, espressione di un’intesa che è insieme tecnica e ottima interpretazione. Profonda meditazione per l’eccellente J.S. Bach di “Aus Liebe” dalla “Passione secondo Matteo” concesso come bis. Applausi fragorosi meritatissimi.